Costellazione Microscopio, caratteristiche, stelle principali e mitologia

15 Mag 2018

OSR blog post

La Costellazione Microscopio deve il nome a Nicolas Louis de La Caille, noto illuminista che trasse questa particolare denominazione (Microscopium) dal progresso scientifico e culturale avvenuto durante il XVIII secolo.

Le costellazioni: cosa sono

Le costellazioni costituiscono la divisione della sfera celeste in ottantotto parti utilizzate generalmente per tracciare una mappatura delle stelle. Questa divisione in costellazioni del cielo è sempre stata presente, fin dai tempi antichi, infatti il primo manoscritto circa questa suddivisone risale alla Mesopotamia.

Nei tempi antichi secondo gli studi degli scienziati, le costellazioni erano circa 48. Si è dunque studiato il cielo fin dai tempi più antichi proprio per avere un punto di riferimento, come ad esempio per contare i giorni o i mesi. Tutt’oggi le costellazioni vengono osservate, fuori dall’ambiente scientifici, come riferimento nel mondo dell’astrolgia non solo nel mondo occidentale ma anche in alcune tribù e popolazioni. Non solo, alcuni le consideravano al pari delle Dee e di alcune divinità.

È importante sottolineare che, la suddivisione in costellazioni è del tutto teorica. Infatti, nello spazio, le stelle di una stessa costellazione possono trovarsi anche a distanza notevoli o al contrario due stelle che sembrano lontane, nello spazio tridimensionale sono in realtà più vicine. Dunque non esistono studi scientifici che dimostrino con certezza che le suddivisioni, e quindi le costellazioni che ne derivano, siano effettivamente ciò che si ipotizza teoricamente.

Costellazione Microscopio, le caratteristiche

Questa costellazione è una delle meno appariscenti ed è situata al lato sud della costellazione del Capricorno.
Esse appartengono alla parte del Pesce Australe, ossia una delle costellazioni elencate da Tolomeo.
Non è chiaro al mondo scientifico e agli astronomi che hanno studiato il caso, quale sia stata la motivazione che ha spinto l’abate e astronomo francese Nicolas Louis de La Caille, a cui deve il nome, di creare questa nuova costellazione. Infatti, questa è nata da un taglio fatto appunto alla costellazione Pesce Australe alla quale sono state tolte un gruppo di stelle deboli e poco rilevanti nel panorama astrale. Infatti, queste genere di suddivisioni vengono eseguite per mettere in luce elementi particolarmente rilevanti della sfera celeste.
La loro magnitudine è intorno al 5 dunque non sono molto visibili. Infatti, le sue galassie non risultano essere particolarmente luminose e visibili.
Per vederle è necessaria una notte molto cupa e buia. In realtà questa costellazione introdotta da Nicolas Louis de Lacaille è in parte invisibile, ma se ne conosce la forma poiché in antichità questa costellazione era parte di un’altra chiamata Pesce Australe. La massima visuale di essa si ha dall’emisfero sud e nel periodo che va da Luglio a Settembre. Quando i punti di riferimento della sfera celeste erano 48 questa costellazione formava la parte della coda del Pesce australe.
Tra le costellazioni confinanti è possibile annoverare: la costellazione Gru, la costellazione Pesce Australe, la costellazione Capricorno, la costellazione Sagittario e la costellazione Indiano.

Le stelle principali del Microscopio

In essa come in tutte le costellazioni, sono presenti tre tipi di stelle cioè stelle principali, quelle doppie e quelle variabili. La più luminosa tra le stelle principali prende il nome di Gamma ed è una delle più lontane dal sistema solare, infatti la distanza misura cento anni luce. La magnitudine è vicina al 5 ed è una stella gialla. Vicino a Gamma si trova Epsilo, essa ha più o meno la stessa magnitudine e la stessa distanza dal pianeta Terra ma il colore della di questa stella è bianco- azzurro. Apha e Teta sono le stelle meno luminose. Di questa costellazione fa anche parte Lacaille 8760 , una stella luminosa molto vicina alla Terra con una poca decina di anni luce di distanza. Sia le stelle doppie che quelle variabili sono visibili con strumenti amatoriali come telescopi ma non sono visibili ad occhio nudo.
Le stelle doppie, ossia HD 200011 e HD 200026 sono le più visibili della costellazione utilizzando strumenti semplici come un telescopio. Esse sono di colore giallo e arancione e la loro magnitudine oscilla tra il 6,6 e il 6,9.
Infine, tra le stelle variabili, ossia quelle che variano di luminosità, vi sono le Mireidi (stelle pulsanti di colore rosso), la U Microscopii (la più brillante, di magnitudine che oscilla tra 7 e 14) e la S Microscopii la cui magnitudine è di circa 7,8.

Mitologia della costellazione Microscopio

Questa costellazione non ha un particolare mito a cui fare riferimento nè una storia poiché è una delle costellazioni di ultima generazione e quindi prive di storia. Essa però prima che ci fosse la nuova divisione in 88 costellazioni era una parte della costellazione del Pesce Australe, nello specifico ne costituiva la coda. I miti riguardano sopratutto le costellazioni più vecchie in quanto c’era la credenza nell’antichità che qualora si volesse tramutare un umano in immortale si trasformava in costellazione. Oppure le costellazioni hanno preso molti nomi mitologici a cui si rifanno magari per la loro forma come ad esempio, quella del Centauro. In epoca moderna invece il filone che si segue per assegnare i nomi alle costellazioni è quello della sapienza scientifica tecnologica. Un esempio è proprio la costellazione del Microscopio ma si potrebbe citare anche la costellazione dell’Orologio. Esse affascinano sin dalla notte dei tempi poiché le stelle rappresentano da sempre i punti di rifermento più attendibili ma allo stesso tempo la vastità del cielo la quale stimola la fantasia e la voglia di conoscere l’ignoto e l’infinito.