Costellazione Triangolo Australe, stelle principali e mitologia

31 Ago 2018

costellazione del Triangolo Australe

Dal momento che esiste anche un Triangolo nell'emisfero Boreale, la costellazione Triangolo Australe va definita per intero onde evitare confusioni. Triangulum Australe, siglata TrA fa parte delle 88 costellazioni moderne, è molto luminosa e ben visibile solo all'emisfero Australe essendo posizionata molto vicino al polo sud celeste, al di sotto della coppia α e β Centauri (Hadar).

Un triangolo bene in vista

Questa si estende tra -55° Nord -70° Sud, 13 h 40 min Est – 17 h 15 min Ovest; è abbastanza piccola ma molto luminosa, essendo composta da astri molto brillanti.

Un triangolo per definizione risulta dalla congiunzione di 3 punti, tali sono infatti gli astri che ne delineano l’asterismo, ma essendo presenti ulteriori stelle tra cui alcune binarie, per certi versi TrA appare come un triangolo mozzato, quasi un trapezio.

L’osservazione è possibile nei mesi primaverili ad Est di Rigil Kentaurus, è circumpolare e visibile in tutto l’emisfero Sud e parte dell’emisfero Boreale, fino al tropico del Cancro.

Stelle principali del triangolo australe

Gli astri che compongono il triangolo sono ovviamente tre: α, β e γ Trianguli Australis, oltre ad una quarta δ Trianguli Australis molto più brillante ma dalla luminosità affievolita dalla estrema lontananza rispetto alle altre.

  • α Trianguli Australis, detta anche Atria è una gigante arancione, la più brillante del gruppo con una magnitudine apparente di 1.92, di classe spettrale K2. La temperatura superficiale è di 4.200°K, dista 415 anni luce dal Sole rispetto al quale brilla 4.900 volte di più e il suo diametro lo supera di 130 volte, la sua massa 7 volte superiore; se la sostituissimo al nostro Sole, il suo diametro raggiungerebbe l’orbita di Venere. Atria si trova in uno stato molto avanzato della sua vita, anche se la sua età è di appena 45 milioni di anni. Infatti ha completamente esaurito l’idrogeno del suo nucleo e attualmente sta consumando l’elio, trasformandolo in carbonio e ossigeno. A breve Atria perderà i suoi strati esterni producendo una nebulosa planetaria con al centro una nana bianca, il residuo del nucleo. Sussistono molti indizi a favore della teoria che si tratti di un sistema binario di stelle, forse addirittura triplo. Questa infatti è una stella al bario, cioè una gigante (in genere di classe G o K) contenente una quantità notevole di bario mono e bi-ionico, oltre che carbonio e suoi derivati come CH, e/o CN. In genere queste stelle sono binarie, compagne di una nana bianca che parassitano, dalla quale cioè trasferiscono massa composta appunto da carbonio e bario. Altro indizio consiste nell’emissione di raggi X che non sono propri di una gigante arancione ma possono rivelare la presenza di una giovane stella nelle vicinanze, dalla temperatura molto più elevata.
    Dunque è possibile che almeno un altro oggetto stellare accompagni Atria, anche se con i mezzi a nostra disposizione non è ancora stato possibile un rilievo visivo.
  • β Trianguli Australis o Betria, di magnitudine 2,83 è facilmente osservabile nell’emisfero Sud anche in zone dal forte inquinamento luminoso, tra Marzo e Agosto rimane ben visibile nella fascia peri-polare. Betria è classificata come sub-gigante bianco gialla di classe spettrale F1V-F1IV, la sua temperatura di superficie misura 7.220°K, la massa circa 1,65 volte il Sole verso il quale risulta più luminosa di 8.5 volte e 1,9 volte superiore è il suo diametro.
    I suoi componenti sono grosso modo sovrapponibili a quelli del Sole, fatta eccezione per il contenuto in zinco e la metallicità, che risultano inferiori di circa il 30% rispetto alla nostra stella. All’analisi ottica risulta avere un compagno di magnitudine 14 non ancora identificato. Potrebbe trattarsi di una doppia ottica, cioè astri sovrapposti all’osservazione ma senza nessuna interferenza gravitazionale, cioè molto lontani. Ad un’analisi della radiazione infrarossa, risulta la presenza di un disco interstellare (forse un proto-pianeta); al termine della sua vita si trasformerà in una nana bianca al carbonio-ossigeno.
  • γ Trianguli Australis o γtra è il terzo astro per luminosità del Triangolo, la sua magnitudine è 2.88 e dista 184 anni luce da noi. γtra è circumpolare e molto luminosa, risulta dunque ben visibile in tutto l’emisfero meridionale specialmente tra Marzo e Agosto. Questa è una stella bianca di tipo A1V in procinto di esaurire l’idrogeno; a breve si trasformerà in una gigante.
  • δ trianguli Australis è una super gigante gialla di classe G2Ib-II di magnitudine 2,88, è probabilmente una stella binaria. Altri oggetti contenuti nell’area del triangolo ma appartenenti al deep space sono:
  • ESO 69-6 è una coppia di galassie che sembrano abbracciarsi, in realtà una sta fagocitando l’altra. Spettacolare.
  • ESO 137-001, una galassia a spirale barrata.
  • NGC 5979 una nebulosa planetaria con al centro una nana bianca.
  • Altre nebulose, gruppi stellari o galassie appartenenti allo spazio profondo e visibili solo con telescopi potenti, ma molto interessanti.

Origini e storia della costellazione triangolo australe

I primi riferimenti a questa costellazione risalgono agli inizi del 1.500 da parte di Amerigo Vespucci, che però non costituirono una classificazione ufficiale.

Qualche anno prima il navigatore spagnolo Maitre Joao già segnalava il Triangolo del Sud tra le sue mappe, ma divenne ufficiale sono nel 1.600 per opera degli olandesi. Nel 1589 Plancius catalogò le tre stelle senza tuttavia ufficializzarle, operazione che fu perfezionata solo nel 1.600 da parte di Houndius, che diede loro il nome di Triangulum Australe.

Per sopperire all’esigenza di coprire la parte di cielo interessata e fino ad allora non mappata, nel 1.603 Johann Bayer inserì la costellazione nel suo catalogo Uranometria.