Costellazione Leone, stelle principali e mitologia

10 Apr 2018

OSR blog post

La costellazione del Leone si trova nell'emisfero settentrionale, tra la costellazione del Cancro e quella della Vergine. È ben visibile soprattutto nei mesi da dicembre a giugno e la sua presenza ad est indica l'arrivo della primavera. Nell'emisfero meridionale al contrario, è presente nei mesi autunnali o di fine estate.

Osservazione

Se ci si trova nell’emisfero settentrionale, per trovare la costellazione del Leone è sufficiente prolungare i puntatori dell’Orsa Maggiore dalla parte opposta rispetto alla stella polare. Trovare poi la costellazione sarà facile: partendo dalla sua stella più brillante, il Regolo, si sale e i lineamenti di una sfinge appariranno chiari. Il leone è infatti rappresentato in questa posizione: a forma di sfinge con il corpo a est.

Stelle principali

Le stelle principali della costellazione del Leone formano un trapezio. Esso è connesso ad un asterismo noto come la Falce che forma la testa del felino. Qui si trova la stella più luminosa della costellazione, ovvero il Regolo, insieme alle altre meno intense, ovvero Denebola, Algieba, Adhafera (ζ Leonis), Ras Elased Borealis (μ Leonis), Ras Elased Australis (ε Leonis) e Zosma.

Il Regolo (α Leonis) è la stella più luminosa della costellazione, un astro di colore azzurro distante 77 anni luce e di magnitudine 1,36. Sin dai tempi più antichi, assieme a Aldebaran, Antares e Fomalhaut forma il gruppo di stelle note come “le stelle regali”. Il Regolo forma il petto del leone nella costellazione.

La Denebola (β Leonis) è una stella bianca distante 36 anni luce e di magnitudine 2,14. Nella costellazione del Leone si trova nella coda, quindi in posizione opposta al Regolo: il suo nome infatti indica proprio questa parte del corpo dell’animale. Denebola costituisce anche uno dei vertici dell’asterismo del Triangolo di Primavera.

L’Algieba (γ Leonis) è una stella doppia distante circa 126 anni luce. La prima componente ha una magnitudine di 2,01 ed è una stella azzurra, mentre l’astro secondario ha una magnitudine di 3,80. Il termine Algieba in arabo significa ‘la fronte’ e questo potrebbe confondere un po’ le idee, ma è importante ricordare che questo atro indica invece il collo del leone.

Ras Elased Australis (ε Leonis) è una stella gialla di magnitudine 2,97 e distante 251 anni luce.

Zosma (delta leone) è una stella bianca di magnitudine 2,56, e distante dalla Terra 58 anni-luce.

Mitologia

La costellazione del Leone è una costellazione nota sin dall’antichità, in quanto è una costellazione dello zodiaco, e per questo motivo una ricca mitologia si aggira intorno alla sua natura.

Innanzitutto si ritiene che il felino sia il leone ucciso da Ercole durante la prima delle sue dodici fatiche, il famoso leone di Nemea. Secondo il mito, il leone era figlio Tifone ed Echidna e viveva nella regione di Argolide, all’interno di una caverna. Quando usciva, uccideva la popolazione del luogo e tutti i greggi, impedendo la vita in quei luoghi. Aveva una pelle estremamente resistente che lo rendeva invulnerabile: nessun arma poteva infatti ucciderlo.

Ercole decise di battersi contro la belva selvaggia e la inseguì nei boschi. Scagliò contro il leone tre frecce e una spada ma tutte queste armi si spezzarono al contatto con la pelle del felino. Decise allora di abbandonare le armi e di combattere a mani nude. Durante la lotta Ercole perse un dito, ma dopo numerosi sforzi riuscì ad aggrapparsi alla criniera del leone e con un’estrema forza lo colpì con una mazza, stordendolo. In seguito lo strangolò uccidendolo. Una volta morto, Ercole utilizzò gli artigli del leone per staccargli la pelle e si ricoprì le spalle della sua pelliccia, diventando a sua volta invulnerabile. Dopo questa vicenda, secondo il mito Zeus decise di mettere il leone in cielo, e oggi si spiega la presenza di questa costellazione. Nonostante il felino sia stato sconfitto da Ercole, la sua costellazione è molto più luminosa di quella dedicata all’eroe.

Oltre a questo mito, il leone rappresenta anche il felino protagonista della storia di Piramo e Tisbe, tratta dalle metamorfosi di Ovidio. Secondo il mito, Piramo e Tisbe erano due giovani innamorati, ma la loro storia era osteggiata dalle rispettive famiglie. Nonostante abitassero uno affianco all’altra, erano costretti a parlarsi attraverso una crepa del muro. Stanchi di questa sofferenza, i due giovani innamorati programmarono la loro fuga d’amore e decisero di incontrarsi vicino ad un albero di gelso.Tisbe arrivò per prima al luogo dell’appuntamento ma si imbatté in un leone. Riuscì a salvarsi ma perse un fazzoletto che fu stracciato e macchiato di sangue dal felino che aveva precedentemente ammazzato una persona. Per questo motivo, quando Piramo arrivò e vide il sangue sul velo credette che la sua amata fosse stata uccisa dalla belva, in quanto sapeva che si trovava nei dintorni. Per il troppo dolore Piramo si suicidò con una spada. Tisbe sopraggiunse trovando Piramo in fin di vita e si precipitò in lacrime al suo giaciglio. Piramo spirò e Tisbe si uccise con la medesima spada, incapace di sopravvivere alla morte dell’amato. Così morirono insieme e il loro sangue sporcò i candidi frutti del gelso che da quel momento in poi rimasero rossi come il sangue dei due innamorati uccisi dall’odio delle loro famiglie. Il leone, colpevole di questa tragica vicenda, fu catturato e sacrificato a Zeus il quale decise di porlo nei cieli, come monito ai genitori di non ostacolare l’amore dei loro figli.