Costellazione Dorado, stelle principali e mitologia
La costellazione Dorado è una piccola costellazione dell'emisfero australe e in Italia è conosciuta anche come Pescespada o Pesce Dorado. Non è famosa per la brillantezza delle stelle che la compongono, ma per le nebulose e la galassia principale presenti al suo interno.
Le stelle principali della costellazione Dorado
Le stelle principali che compongono il Dorado sono l’ α Doradus (gigante bianco-azzurra di magnitudine pari a 3,30 e distante 176 anni luce), la β Doradus (supergigante gialla di magnitudine 3,76 e distante 1038 anni luce ), la γ Doradus (nana bianco-gialla di magnitudine 4,26 e distante 66 anni luce) e la δ Doradus (stella bianca di sequenza principale di magnitudine 4,34 e distante 145 anni luce ).
Per quanto riguarda gli altri corpi celesti che non sono stelle tra le nebulose presenti la più famosa è la NGC 2070, conosciuta anche come Nebulosa Tarantola. Esistono anche un gruppetto di galassie relativamente luminose, come la NGC 1549, ma come già accennato, la punta di diamante di tale costellazione è la Grande Nube di Magellano.
La costellazione del Dorado è inosservabile dall’Italia ed è una costellazione tipica dei mesi invernali. Il periodo più favorevole per la sua osservazione nella volta celeste va da novembre ad aprile e dall’emisferio boreale è visibile solamente nei pressi dell’Equatore. Al contrario nella parte più meridionale dell’emisfero australe è visibile praticamente tutto l’anno.
Per trovarla nella volta celeste bisogna avvicinarsi al 13° a Sud della brillante Canopo. Il Dorado è poco più a sinistra della stella Delta, che può essere presa come inizio per disegnare la costellazione nel suo intero. Le costellazione che la circondano sono partendo da est ed andando in senso orario: il Bulino, l’Orologio, il Reticolo, l’Idro, la Mensa, il Pesce Volante e il Pittore.
Storia e mitologia: l’origine del nome Dorado
La costellazione del Dorado al contrario della maggioranza delle costellazioni non ha uno stretto legame con la mitologia antica, in quanto essendo esclusiva dell’emisfero australe non era visibile alle civiltà classiche ed è stata osservata dagli europei solamente dopo la scoperta dell’America. L’etmologia del termine non è latina ma spagnola e l’abbreviazione solitamente è Dor. Il Dorado è stato osservato dai navigatori olandesi Pieter Keyser e Frederick de Houtman tra il 1595 e il 1597. Successivamente la costellazione è stata incorporata tra le dodici rappresentate da Petrus Plancius nel suo globo del 1598 e nel 1603 è stata raffigurata nell’Uranometria di Johann Bayer.
La figura associa la costellazione ad un pesce dalla livrea oro che in italiano è conosciuto come lampuga o corifena cavallina. Si tratta di un pesce tipico dei climi tropicali e subtropicali. Si narra che la scelta di tale nome sia dovuta al fatto che durante la spedizione dei navigatori olandesi l’imbarcazione sia stata inseguita da questa specie di pesci. Insieme a questa specie la nave è stata affiancata anche da un branco di pesci volanti e proprio per questo motivo non sarebbe stato un caso che una delle costellazione confinanti sia proprio il Pesce Volante.
Grande Nube di Magellano
La Grande Nube di Magellano si colloca nella parte più meridionale della costellazione e si sviluppa tra la costellazione del Dorado e quella della Mensa. Come suggerisce il nome è dedicata a colui che ha intrapreso la prima circumnavigazione del nostro pianeta, l’esploratore portoghese Ferdinando Magellano che l’avvistò durante il suo viaggio come riporta il vicentino Antonio Pigafetta.
Secondo il database degli oggetti extragalattici della NASA viene classificata come una galassia spirale barrata (SB) senza struttura ad anello (s) di forma non regolare e priva di bulge (m) ovvero con la sigla SB(s)m. Si tratta di una galassia nana ed è l’oggetto celeste più interessante non solo del Dorado ma di tutta questa porzione di volta celeste australe. E’ la più grande e vicina delle galassie satelliti della Via Lattea si trova infatti ad una distanza breve in termini astronomici: 48 kpc ovvero 157.000 anni luce.
Questa nube ha una massa pari a circa 10 miliardi di volte quella del Sole e pari a un decimo quella della Via Lattea. Per le sue dimensioni è la quarta più grande del Gruppo Locale, dopo rispettivamente la Galassia di Andromeda, la nostra galassia e la Galassia del Triangolo.
All’interno della Nube di Magellano si trova la Nebulosa Tarantola. Si colloca nella parte nord-orientale della nube e per le sue notevoli dimensioni è visibile anche ad occhio nudo in condizioni particolari di cielo limpido e molto buio. Il suo nome deriva dalla sua struttura che ricorda quella di un ragno. In un primo momento fu scambiata erroneamente per una stella e denominata 30 Doradus: solo nel 1751 Nicolas Louis de Lacaille riconobbe la sua vera natura nebulare. Si tratta infatti di una nube di idrogeno dal diametro di circa 1000 anni luce con un ammasso di decine di stelle supergiganti la cui luce fa risplendere la nebulosa stessa. La Tarantola è così importante perchè è la più grande e brillante nebulosa nella Via Lattea. Ha una magnitudine apparente pari ad 8 e tenendo in considerazione che la sua distanza è pari circa a 160.000 anni luce si tratta di un oggetto estremamente luminoso. Nel 1987 proprio all’interno della Nebulosa Tarantola è accaduto un evento di notevole importanza astronomica: ci è giunta la luce dell’esplosione di una supernova. Vista la relativa vicinanza è stata possibile studiarla in maniera dettagliata essendo inoltre la prima supernova osservabile dopo l’invenzione del telescopio. Tale esplosione fu visibile anche ad occhio nudo e fu la prima supernova ad esserlo, se pur in maniera quasi impercettibile, dopo la famosissima Supernova di Keplero del 1604.