Infatuazione: che cos’è e cosa significa
L'amore ha diverse sfumature, e spesso diventa difficile distinguere una semplice infatuazione per un sentimento più profondo: quell'irrazionale attrazione fisica che si prova viene quasi ritenuta indice di innamoramento, trascurando che il vero amore può scaturire solo dalla condivisione e dall'accettazione dell'altro: dei suoi pregi e difetti, sentimenti profondi che possono realizzarsi solo con una conoscenza approfondita.
Anche la cotta e l’innamoramento sono sentimenti rispettabili, ma il vero amore, quello profondo e duraturo, passa necessariamente attraverso la totale accettazione della persona al proprio fianco, non si riconosce certo per le classiche farfalle nello stomaco. Ma cos’è, esattamente un’infatuazione? E cosa si prova in questo stato emotivo?
Che cosa significa “essere infatuati”? (h2)
L’ infatuazione è un processo mentale che ci spinge a “desiderare” un’altra persona, sia dal punto di vista mentale che fisico: un istinto certamente difficile da controllare in quanto retto da meccanismi inconsci e istintuali. Nel corso della vita, prima o poi, è capitato a tutti di sentirsi invaghiti di qualcuno, si tratta di una sensazione inconfondibile: ci si sente attratti e interessati a una determinata persona, nei cui confronti si inizia a provare l’intensa voglia di approfondire la relazione, di vedersi e condividere momenti insieme.
Si tratta di una situazione molto comune, connotata in genere da una forte attrazione verso l’oggetto del desiderio. La cosa più difficile, in questi casi, è quella di capire che si tratta o meno di un sentimento passeggero o, viceversa, dell’inizio di una fase più importante: quello dell’innamoramento che può dar luogo al preludio di una storia d’amore.
Ma cosa significa, realmente, essere infatuati? L’infatuazione non è altro che uno stato mentale che induce a desiderare qualcuno, un sentimento difficile da controllare, i cui sintomi tipici sono il bisogno urgente di vedere l’oggetto del desiderio e la voglia di condividere momenti intimi. La voglia di relazionarsi con l’oggetto del desiderio, in una persona infatuata, è talmente forte che spesso non pensa alle conseguenze del suo comportamento: agisce senza chiedersi se sta sbagliando o esagerando, l’unica cosa che ha in mente è la soddisfazione del suo desiderio, in modo immediato.
Lo stato di euforia e gioia, che caratterizzano l’infatuazione, spingono il soggetto a vivere in uno stato di esaltazione, causata da una reazione chimica dell’organismo: il rilascio di endorfine e di altri ormoni capaci di influire sull’umore, come in particolare la serotonina. Ma questo stato di esaltazione non è perenne, ma destinato inevitabilmente a esaurirsi se non è accompagnato da una conoscenza approfondita dell’altro, con una consenguente accettazione del suo essere nella completa totalità.
Infatuazione: quanto dura e come funziona? (h2)
Lo stato di euforia, di gioia e di ansia che una persona puramente “infatuata” prova nei confronti di un altro individuo non corrisponde a un reale interesse duraturo: spesso questa sensazione, se di semplice infatuazione, si consuma velocemente, anche se all’inizio si pensa sia il preludio di un sentimento più importante.
L’infatuazione è infatti uno stato mentale caratterizzato da emozioni e sensazioni momentanee: ci si sente gradualmente travolti dal desiderio e dalla ricerca di appagamento mentale e fisico, senza riuscire a prendere decisioni razionali. Questo sensazione quasi “ossessiva” nei confronti di una persona che non si conosce a fondo è destinata a sfumare gradualmente, certamente non può andare troppo per le lunghe: è una sorta di fiamma capace di bruciare velocemente, fino a spegnersi totalmente o, in alcuni casi, evolvere in un rapporto più “profondo”, significativo e, con gradualità più importante.
Il primo passo per capire quando l’infatuazione ha lasciato spazio all’innamoramento vero e proprio, o meglio a un sentimento più profondo, è proprio quello che passa per l’accettazione dei difetti dell’altro: apprezzando le caratteristiche negative della persona al proprio fianco si comprende che l’infatuazione è solo uno stato mentale temporaneo, destinato a spegnersi rapidamente o, in alcuni casi, a trasformarsi in qualcosa di più importante.
Ma quanto può durare un’infatuazione? A dire il vero non c’è un tempo prestabilito: a volte questo stato mentale può trasformarsi in una vera “ossessione”: si pensa che il trasporto fisico e apparentemente emotivo che si prova nei confronti dell’altro sia vero innamoramento, non si riesce a staccare i pensieri e uscirne può essere difficile se non ci si riappropria della propria parte razionale.
Per uscire da un’infatuazione è necessario prendere consapevolezza dei difetti dell’altro, conoscerlo a fondo per comprendere se si riesce ad accettare realmente l’altro per quello che è, e per farlo è necessario condividersi un pezzo importante di vita. Per fornire un’indicazione approssimativa, si può affermare che una semplice infatuazione dura non più di tre/quattro mesi; se va oltre questo periodo (in un contesto di frequentazione abituale e conoscenza profonda) si può ipotizzare di un’altra fase: quella dell’innamoramento vero e proprio.
Che cosa cambia tra innamoramento e infatuazione? (h2)
Si è visto che l’infatuazione può essere considerata come uno stato mentale temporaneo, caratterizzato da euforia e voglia irrefrenabile di stare con l’oggetto del proprio desiderio, senza riuscire a controllare gli impulsi irrazionali che ne derivano. Ma esistono alcuni sintomi tipici dell’infatuazione? E che cosa cambia tra innamoramento e infatuazione? Le due emozioni, spesso, vengono confuse: la classica “cotta” viene scambiata con l’amore profondo, ovvero con un sentimento più importante. Questo succede soprattutto negli adolescenti o comunque nelle persone con poca esperienza: ci si lascia ingannare dalle c.d “farfalle nello stomaco“, lo stato di euforia ed eccitazione confonde e induce a pensare che possa essere di più, rispetto a una semplice cotta.
Ci sono comunque alcuni segnali che possono far capire quando il sentimento che si prova, seppur di forte attrazione, è una semplice infatuazione, che certamente con il tempo potrà evolvere in qualcosa di più profondo (o viceversa spegnersi più o meno rapidamente). Il primo “segnale” è indubbiamente il poco tempo trascorso insieme: molte persone vanno d’accordo e provano una reciproca attrazione, ma solo perché passano insieme un tempo piuttosto ridotto. All’inizio magari non litigano e stanno insieme con piacere, poi via via, con il tempo, iniziano ad allontanarsi perché, approfondendo la conoscenza, si rendono conto di non avere niente in comune. Durante la fase di infatuazione infatti, si conosce poco o nulla dell’altro, il coinvolgimento mentale scaturente dalle reazioni chimiche del cervello portano a notare solo i pregi dell’altro: sono con il tempo si potrà capire se ciò che si prova è “importante” o meno.
Un altro segnale dell’infatuazione? Si mette un’altra persona su un piedistallo. Si nutre un profondo interesse e tutto sembra perfetto: non si notano i difetti dell’altro, o se si notano sembrano trascurabili, solo con il tempo ci si rende conto che iniziano a dare fastidio, o che in fondo non sono poi tanto trascurabili. Anche qui il fattore decisivo è il tempo. L’infatuazione spesso rimane un “equivoco”: ciò che piace nell’altro potrebbe iniziare a infastidire, più si approfondisce la conoscenza più si avverte di non avere nulla in comune e i sentimenti che si pensavano forti iniziano a sfumare. Talvolta capita di confondere questa emozione con l’innamoramento, ma capire se si tratta di una semplice cotta non è così difficile come si pensa spesso: quando si è soltanto infatuati ci si sente emotivamente legati a fattori di poca importanza: ci si sente “innamorati” dello sguardo, del sorriso o del modo di parlare. Ma è chiaro che sono cose fuorvianti: aspetti legati a una semplice attrazione fisica che non c’entra nulla con l’amore.
Ci si innamora veramente quando ci si interessa a una persona pur conoscendo i suoi lati poco “apprezzabili”. L’infatuazione non è altro che uno “shock” momentaneo, provocato da un semplice attrazione fisica certamente necessaria ma non sufficiente a creare una relazione d’amore stabile e duratura. La differenza tra infatuazione e innamoramento è proprio questa: quando ci si innamora si mettono in campo sentimenti più importanti, come il rispetto, l’accettazione dei difetti dell’altro, la fiducia e l’impegno reciproco, la voglia di sacrificarsi e la capacità di affrontare insieme i problemi in chiave di condivisione e collaborazione. Fattori assenti in una semplice infatuazione iniziale.
Chi si sente infatuato in molti casi, pensa di essere veramente innamorato. Talvolta questo stato di attrazione mentale diventa come una forma di ossessione: non si riesce a pensare ad altro, trascurando aspetti anche molto importanti della propria vita. Ma uscire da un’infatuazione non è impossibile: il tipico chiodo fisso, quella sensazione che può portare anche sofferenza emotiva, può essere schiacciato con un po’ di allenamento mentale, che richiede un lavoro su se stessi allo scopo di analizzare la situazione per com’è, senza enfatizzarla. La prima cosa da fare è “analizzare i difetti” della persona in questione: ciò che a prima vista potrebbe sembrare “straordinario” (soprattutto a chi è in preda a un’infatuazione), potrebbe in realtà nascondere lati assolutamente negativi o comunque spiacevoli. Analizzarli può essere il punto di partenza per rendersi conto che l’amore vero è un’altra cosa: se non riesce ad accettare il difetto dell’altro è probabile che non si tratti di un vero innamoramento, ma di una condizione assolutamente momentanea.
Guardando ai difetti dell’altro, ai vizi e alle debolezze, è certamente possibile tornare con i piedi per terra, senza enfatizzare qualcosa che in realtà non esiste se non nella mente e nell’immaginazione. Come ci si può ritenere innamorati di una persona che si conosce poco? O con cui non è vissuto un pezzo significativo della propria esistenza?
È chiaro che si tratta di una semplice attrazione, non essendo compatibile, l’amore vero, con la mancata accettazione dell’intero essere dell’altro. È chiaro che per fare ciò è necessario frequentare la persona in questione: se non si individuano gli aspetti “negativi”, poco compatibili con il proprio essere o, semplicemente difetti (nessuno ne è immune), è chiaro che non si conosce a fondo la persona e la si sta semplicemente enfatizzando. Capire questo passaggio è fondamentale, perché permette di prendere atto dei meccanismi dell’infatuazione: uno stato mentale che offusca la mente e lascia vedere solo i lati più belli dell’altro, ma chi è immune di difetti?
Per uscire da un’infatuazione potrebbe dunque volerci tempo, riflettere sul fatto che si tratta di una semplice cotta è fondamentale, perché apre il meccanismo della razionalità e permette di comprendere il vero stato delle cose: si pensa di essere innamorati di chi non si conosce a fondo e non si conoscono i reali difetti e modi di vivere, ma si tratta solo di un’illusione: non è possibile parlare di amore solo perché si pensa di non “poter vivere” senza quella persona: solo condividere pezzi di vita insieme, belli e brutti, permette di instaurare sentimenti importanti e duraturi.
Infatuazione: differenze e somiglianze con l’amore a prima vista (h2)
Quello stato mentale comunemente definito infatuazione o cotta non è altro dunque che uno stato emotivo scaturente dall’attrazione fisica che si prova per l’altro: una sensazione che si può provare dopo qualche periodo di conoscenza o dopo essersi immediatamente visti.
Può capitare infatti, quando si conosce una persona, di sentirsi immediatamente innamorati: quante volte sentiamo parlare di amore a prima vista? Magari c’è qualcosa nello sguardo dell’altro, nel modo di parlare e sorridere o persino nelle movenze. È una sensazione non spiegabile a parole, a cui non si può dare una motivazione plausibile se non facendo riferimento a una risposta chimica irrazionale dell’organismo: ci si trova di fronte a una persona e si avverte subito uno stato mentale di innamoramento? Ma è davvero così? Ovviamente no, si tratta di semplice attrazione (o infatuazione) che con il tempo potrà subire un’evoluzione in peggio o in meglio, tutto dipende dalla piega che prenderà quella “relazione“.
L’infatuazione e l’amore a prima vista presentano infatti molti punti in comune: si pensa di essere realmente innamorati di quella persona ma si tratta di un’illusione, è quell’inspiegabile attrazione fisica che induce in errore, quelle farfalle nello stomaco e quell’irrefrenabile voglia di approfondire la conoscenza con l’oggetto del desiderio. Ciò significa che infatuazione e amore a prima vista sono molto simili: la prima ben può scaturire immediatamente (appena si incontra una persona capace di suscitare una forte attrazione fisica), ma potrebbe nascere anche da una conoscenza un po’ più approfondita, anche se rimane sempre uno stato sentimentale superficiale e certamente molto lontano dall’amore vero.
Infatuazione: differenze e somiglianze con l’attrazione fisica (h2)
L’infatuazione è certamente sinonimo di “attrazione fisica”, ma non è definibile unicamente come tale, ma come un coinvolgimento emotivo “apparentemente” forte che spesso si confonde con l’amore vero: descrivibile come un senso di euforia, voglia di intimità e gioia.
I due stati emotivi, naturalmente, non necessariamente vanno di pari passo: se l’infatuazione prescinde dall’attrazione fisica, quest’ultima ben può essere presente senza alcuna apparente infatuazione: ci si sente attratti irrazionalmente, quella persona piace per qualche caratteristica inspiegabile, pur non sentendo le classiche “farfalle nello stomaco”. Guardare dentro se stessi e darsi tempo può aiutare a fare chiarezza sui reali sentimenti che si nutrono.