Costellazione Macchina Pneumatica, stelle principali e mitologia
Vediamo tutto quello che bisogna sapere della costellazione Macchina Pneumatica, che rappresenta una delle differenti costellazioni che appartengono alla nuova generazione di scoperte.
Macchina Pneumatica: Una costellazione particolare
Questa costellazione si differenzia da tutte le altre per un dettaglio molto importante, il quale non riguarda la composizione vera e propria della stessa.
La Macchina Pneumatica, così come venne chiamata e tutt’ora oggi mantiene il nome, è stata scoperta nel 1754 da parte del primo astronomo che decise effettivamente di mettere ordine le diverse costellazioni.
In quel periodo si parlava effettivamente di diversi astri che popolavano il cielo ma queste non venivano poste in una posizione ben precisa sulle carte.
Nicolas de la Lacaille e Pyxis, due astronomi che vivevano durante il XVIII secolo, decisero quindi mettere appunto ordine all’interno delle carte astrali, cercando effettivamente di fare in modo che si potesse essere in grado di avere una panoramica generale che riguarda appunto il cielo.
I due impiegarono diversi anni per svolgere questo genere di operazione visto che vennero presi in considerazione diversi elementi che dovevano appunto essere posti in maniera ordinata in maniera tale da scoprire se vi fossero altri tipi di costellazioni non ancora scoperti.
Il loro modo di operare fu molto attento e preciso e permetteva appunto di capire se le diverse tipologie di costellazioni erano conosciute oppure no.
Durante questo genere di operazione i due si accorsero di una costellazione che si trovava tra quella della Vela e quella della Bussola.
Questa, ancora sconosciuta, non era facile da scrutare visto che la stessa si presenta con una colorazione molto cupa.
Pertanto i due fecero diversi controlli per poter effettivamente valutare se gli stessi avevano effettuato una scoperta nuova oppure no.
Grazie alle loro ricerche è i due capirono che quella misteriosa costellazione era priva sia di un nome che di una mitologia alle sue spalle.
E proprio grazie a questo dettaglio Lacaille decise di attribuire a questa particolare costellazione il nome di Macchina Pneumatica: la scelta fu presa in onore di Denis Papin, ovvero un inventore che riuscii nell’impresa di ricreare il vuoto nel suo laboratorio.
Ma il nome che venne attribuito a questa costellazione è anche da attribuire all’antico strumento che venne sfruttato dai greci per lavorare il terreno.
Questo veniva sfruttato per fare in modo che la circolazione sotto terra dell’acqua potesse avvenire su diversi livelli.
Pertanto il nome della costellazione ha un’origine particolare e fonde due concetti completamente differenti tra di loro.
Le stelle maggiormente importanti
Quando si parla della costellazione Macchina Pneumatica, occorre parlare del fatto che la stessa non possiede degli astri che sono luminosi oppure di dimensioni elevate.
Questo significa semplicemente che le stesse stelle sono abbastanza complesse da vedere a occhio nudo e lo stesso vale per quanto riguarda le stelle inferiori.
Proprio a causa di queste caratteristiche fu molto difficile per i due astronomi andare alla ricerca di una costellazione nuova.
Alfa Antilae è la stella principale che riguarda la costellazione Macchina Pneumatica.
Questa è una stella gigante che possiede una colorazione arancione che, però, non gode di una forza luminosa che risulta essere in grado di poter essere notata subito.
Seppur la luce sia poco forte la possibilità di notarla è data dalle sue dimensioni: questa stella dista dalla Terra 366 anni luce.
Iota Antilae è la seconda stella principale che contraddistingue questa costellazione e come l’Alfa, anche questa ha una buona dimensione, seppur inferiore rimanendo una gigante.
Questo particolare astro ha una forma differente rispetto alla principale ed è possibile notare come la stessa abbia una luce leggermente superiore rispetto alla stella principale he contraddistingue la costellazione.
Inoltre questo particolare astro dista dalla Terra solo 199 anni luce.
Altra stella molto importante che deve essere annoverata tra quelle principale è quella che prende il nome di Epsilon Antilae.
Tra le tre questa è quella che ha una dimensione inferiore ed una luce che non supera di potenza la principale stella.
Anche in questo caso si parla di una luce arancione e di un astro gigante, la cui distanza dalla Terra è pari a settecento anni luce.
Gli altri astri della costellazione
Tra gli altri astri che compongono questa costellazione occorre parlare del fatto che questi sono ben pochi e soprattutto caratterizzati da una luce molto scura che li rende sostanzialmente impercettibili.
In primo luogo occorre parlare delle tre doppie stelle, ovvero Zeta, Delta ed Eta Antilae, che hanno una dimensione molto ridotta e soprattutto che sono molto più distanti dalla Terra.
Inoltre la luce delle altre tre stelle principali non fa altro che metterle ulteriormente all’oscuro, visto che quella emessa dalle doppie viene quasi assorbita da quella dell’Alfa Antilae.
Infine bisogna parlare dei diversi astri variabili, numerosi ma tutti di dimensioni abbastanza ristrette che non permettono dunque di poterle contraddistinguere con facilità.
In questo caso occorre parlare degli astri S ed U Antilae, frutto di una scoperta nell’epoca moderna che ha permesso di complementare tutti i diversi astri che contraddistinguono appunto questo genere di costellazione recente.