Costellazione Sagittario, stelle principali e mitologia

15 Giu 2018

OSR blog post

Il Sagittario, in latino Sagittarius, è una costellazione che giace per la maggior parte nel piano della Via Lattea, proprio al centro della nostra Galassia, dove è presente una fonte di onde radio chiamata dagli astronomi "Sagittarius A". È situato tra lo Scorpione, a ovest, e il Capricorno, a est. Viene rappresentato come un centauro che tende un arco, ma non bisogna aspettarsi di trovarsi davanti una figura metà uomo e metà cavallo: le sue stelle più luminose formano, infatti, un asterismo che, per la sua configurazione, viene detto la Teiera.

Nel cielo dell’emisfero boreale, il periodo migliore per osservare la costellazione del Sagittario è quello compreso tra giugno e settembre.

Stelle principali del Sagittario

La stella più brillante della costellazione del Sagittario è ε Sagittarii (Epsilon), una gigante bianca-azzurra con magnitudine 1,79, nota come Kaus Australis, in quanto raffigura la parte bassa dell’arco in mano al Sagittario (kaus deriva dall’arabo al-qaus, “l’arco”, e australis è una parola latina che significa “meridionale”). La seconda stella più luminosa di questa costellazione è Sigma Sagittarii, detta Nunki, nome assiro o babilonese che in Mesopotomia significava “stella della proclamazione del mare”. Si tratta di una gigante azzurra molto potente (magnitudine 2,05) ma anche parecchio lontana, per questo non ci risulta molto brillante. Zeta Sagittarii, tradizionalmente conosciuta come Axilla, dal latino “ascella”, è la terza stella più luminosa del Sagittario (2,6 di magnitudine) e si trova sotto l’ascella sinistra dell’arciere.
Seguono, in ordine di magnitudine, δ Sagittarii, o Kaus Media, e λ Sagittarii, o Kaus Borealis, due giganti arancioni che rappresentano rispettivamente la parte centrale e quella superiore dell’arco in mano al centauro. La sesta stella più brillante è Pi Sagittarii (magnitudine 2,88), conosciuta anche con il nome arabo Albaldah.
Gamma Sagittarii è una gigante gialla di magnitudine 3 anche nota come Al Nasl, “la punta” in arabo, e rappresenta la punta della freccia dell’arciere. β Sagittarii è una stella doppia costituita da due stelle biancastre ed è nota come Arkab, dall’arabo “tendine d’Achille dell’arciere”.
Infine, Alfa Sagittarii, detta anche Rukbat, dall’arabo rukbat al-rami, “ginocchio dell’arciere”, è ben lungi dall’essere la stella più luminosa, avendo una magnitudine pari a soltanto 3,96.

Altri oggetti celesti

La costellazione del Sagittario non presenta stelle particolarmente brillanti, ma, essendo attraversata dall’alone della Galassia, al suo interno, sono visibili a occhio nudo diversi oggetti notevoli, tra cui nebulose, ammassi aperti e ammassi globulari. In tutto vi sono ben 15 oggetti di Messier: 3 famose nebulose (Laguna, Omega e Trifida), 5 ammassi aperti e 7 ammassi globulari.
La Nebulosa Laguna (M8), osservabile a occhio nudo in nottate particolarmente limpide, si trova circa 7° a nord della stella Al Nasl ed è sede di vari oggetti interessanti, come ammassi aperti e giovani stelle; con un binocolo, appare come una macchia opaca circondata di stelle.
Omega (M17) è una nebulosa a emissione (cioè che emette luce a causa del gas ionizzato) molto luminosa facilmente osservabile nei cieli serali bui e limpidi nel periodo compreso tra giugno e ottobre. Infine, la terza celebre nebulosa della costellazione del Sagittario è la Nebulosa Trifida (M20), così chiamata perché una parte delle polveri che la compongono assorbe la luce, creando delle righe scure che la dividono in tre. Si trova poco a nord della n. Laguna e al binocolo appare come una macchia circolare e opaca.
Tra gli ammassi globulari, ricordiamo M 22, il quinto di tutta la volta celeste in ordine di luninosità e uno dei più vicini alla Terra (dista circa 10 mila anni luce). Nelle notti limpide, è possibile distinguere una stella molto piccola persino a occhio nudo.
L’oggetto celeste che più di tutti salta all’occhio è l’ammasso aperto noto come Nube Stellare del Sagittario (M24), regione ad altissima densità di stelle.

Mitologia del Sagittario

La costellazione del Sagittario è raffigurata come un arciere con zampe di cavallo e busto di uomo, con un arco teso tra le mani nell’atto di scoccare una freccia verso il vicino Scorpione, per vendicare la morte di Orione, provocata dalla puntura dell’animale. Talvolta il Sagittario è stato identificato erroneamente con Chirone, causando confusione con la costellazione meridionale del Centauro. I due centauri celesti, in realtà, hanno un’indole molto diversa: mentre Chirone, inventore della medicina, è famoso per la saggezza e la sapienza, il Sagittario è un abile cacciatore.
Il mito del Sagittario era già noto agli antichi Sumeri, che gli associarono il dio della guerra Ninurta, ma fu successivamente adottato dai Greci, che lo stravolsero. Eratostene, nei Cataterismi, lo descrisse non come un centauro ma come un satiro, antico ibrido con busto umano e coda e zampe caprine, e lo associò al leggendario Croto, figlio del satiro Pan, dio dei pastori e degli abitanti delle campagne, e di Eufeme, la nutrice delle Muse.
Croto, inventore dell’arte del tiro con l’arco, crebbe sul monte Elicone insieme alle Muse, godendo della loro compagnia e assistendo alle meravigliose manifestazioni delle loro arti. Per esprimere l’ammirazione verso le sue 9 sorellastre, Croto inventò l’applauso. Le Muse gli erano così grate, che pregarono Zeus di metterlo in cielo e di trasformarlo in una costellazione a lui confacente. Fu così che il re dell’Olimpo decise di attribuirgli il corpo di cavallo, giacché era un abile cavallerizzo, e arco e freccia per celebrare la sua bravura come arciere.