Costellazione Carena, stelle principali e mitologia
La Costellazione Carena è di dimensioni medio grandi, si caratterizza per essere molto brillante e si trova nella parte meridionale della Via Lattea nell'emisfero australe. La visione è completa soltanto se osservata dal 15° parallelo nord.
Le caratteristiche della Costellazione Carena
L’individuazione nella volta celeste è piuttosto semplice: basta alzare lo sguardo in un cielo stellato e individuare, tra le stelle più luminose, Canopo che appare luminosissima nella costellazione e nell’intera volta celeste. Spostandosi verso est, alcune stelle dotate di grande luminosità sono al centro di molti gruppetti di stelle più piccole.
All’interno della geometria della costellazione vi è un tratto che assomiglia alla composizione chiamata Croce del Sud, che, per questa similitudine, viene battezzata Falsa Croce.
Anticamente questa costellazione apparteneva a quella chiamata Nave Argo, scompostasi nel tempo proprio in Carena, Vela e Poppa, queste ultime prossime alla prima e astronomicamente confinanti.
Dall’emisfero australe è possibile osservare chiaramente la costellazione Carena nel primo semestre dell’anno, da gennaio a fine maggio, ma da alcune latitudini è consentita l’individuazione anche per il mese di giugno. Una parte delle stelle che compongono Carena è visibile anche dall’emisfero boreale, in prossimità dei tropici, mentre Canopo, la sua stella principale, è osservabile anche da alcune zone a sud del Mediterraneo. Dall’Italia la costellazione risulta praticamente invisibile, tranne in rare occasioni dalla Sicilia, da dove si potrebbe individuare in lontananza, bassa sull’orizzonte, la sua stella più luminosa, appunto Canopo.
Stelle principali
La principale stella della costellazione Carena è proprio Canopo, seconda per luminosità complessiva solo a Sirio (collocata però ad altre latitudini e ben visibile soprattutto dall’emisfero nord) e per questo presa a riferimento nella navigazione spaziale. Essa si trova nella parte nord ovest della costellazione stessa. Un’altra stella particolarmente rilevante della carena è Maiplacidus, sita opposta a Canopo ma dotata di grande luminosità.
Visibile soltanto alle latitudini tropicali è Avior, chiamata anche Eta Carinae (ε Carinae), che è caratterizzata dalla particolarità di perdere del materiale che la porta piano piano a smorzarsi, creando però una nebulosa ricca di tanti piccoli corpi celesti e luminosi. Diversi anni orsono superava Canopo in termini di luminosità. Eta Carinae oggi offre una luce instabile, anche se in origine questa era pari a 4 milioni di volte quella del sole, ma circa 150 anni fa un’esplosione ha dato il via ad un processo degenerativo della sua intensità, riducendo anche la massa della stella.
Al limite della Via Lattea, ma sempre appartenente alla costellazione in questione, si vede una stella bianca di nome Aspidiske, altro astro importante.
Carena ha perso la luminosità brillante della stella Foramen, la quale ora è stata inglobata in una nebulosa e si mescola quindi con altri corpi, passando in secondo piano e non rimanendo più visibile dalla terra.
Le altre stelle che completano i tratti della costellazione Carena, mantengono invariata la denominazione che era stata data loro quando appartenevano alla vecchia Nave Argo.
Oltre alle stelle vi sono anche degli ammassi luminosi. Uno di questi è molto brillante ed è chiamato IC 2602, composto da trenta stelle alcune delle quali visibili senza l’ausilio di particolari mezzi astronomici, tra cui la stella Theta Carinae.
All’interno della costellazione Carena è possibile contare anche qualche stella binaria (definita anche con il nome di stella doppia), capaci di conferire alla costellazione stessa ancor più luminosità complessiva.
Mitologia
Stelle, cielo e mitologia sono sempre stati argomenti legati a filo stretto fin dai tempi più antichi. Bisogna rifarsi al racconto biblico dell’arca di Noè per capire la mitologia che è correlata a questa costellazione.
L’attuale Carena era chiamata Nave Argo, simbolo di un’imbarcazione imponente che cercava di stare a galla nonostante il diluvio universale, mandato dagli dei per cancellare il pianeta Terra. Un dio, preso da improvvisa compassione, avrebbe avvisato un uomo di ciò che stava per avvenire, invitandolo a costruire una grande nave per poter mettere in salvo la sua famiglia, i suoi averi e gli animali che popolavano il mondo.
Questo racconto mitologico si intreccia con quello greco della nave Argo e dei suoi Argonauti: un succedersi di fatti, personaggi, eroi e dei della Grecia anticha, tra storie di rivendicazione di troni, sfide, punizioni e minacce, che danno origine anche ad altre costellazioni nel cielo (Ariete e Centauro ad esempio).
Fu Atena che dispose il posizionamento della nave nel cielo, come simbolo di una grande impresa portata avanti dall’eroe Giasone, capitano degli Argonauti, in grado di superare una improba sfida e fuggire con la amata principessa Medea. Atena pare collocò soltanto la metà posteriore dell’imbascazione, partendo dalla poppa. Una spiegazione sul motivo di tale scelta la diede il greco Arato, il quale sostenne che la parte anteriore è nascosta, dato il senso della navigazione a ritroso, dando luminosità e risalto al lato posteriore e lasciando oscurata quello anteriore. La nave però è stata posizionata nei cieli inclinata in direzione dell’orizzonte e quindi con una zona che inevitabilmente scompare dalla vista.
La costellazione della Carena rappresenta quindi una parte di quella che era la grande costellazione della Nave Argo quando questa si è divisa in più tratti.