Phobos e Deimos: i due satelliti naturali di Marte
Negli ultimi anni la corsa alla conoscenza di Marte si è intensificata. Le continue scoperte rivelano informazioni sempre più interessanti sul pianeta rosso, del quale abbiamo visto anche gli spettacolari paesaggi grazie alle immagini scattate dai rover e dai droni delle missioni spaziali.
Ma, sapevate che possiede due lune? I loro nomi sono Phobos e Deimos. In questo articolo vi raccontiamo la loro misteriosa origine e le loro particolari caratteristiche.
Satelliti naturali di Marte: origini e mitologia greca associata a Phobos e Deimos
I nomi Phobos e Deimos fondano le proprie radici nella mitologia greca e la loro scelta è strettamente legata alla vicenda del dio Marte.
Phobos e Deimos sono, infatti, i figli che Marte, figlio del re di tutti gli dei, Zeus, e dio della guerra, ha avuto da Venere, dea dell’amore e della bellezza. I fratelli di Phobos e Deimos sono Armonia, Eros e Anteros.
Ognuno di loro ha ereditato da chi li ha generati delle peculiarità: Eros è il dio della passione e del desiderio; Anteros è il dio dell’amore corrisposto o non corrisposto; Armonia è la dea dell’amore romantico; Phobos è il dio della paura; Deimos è il dio del terrore.
Il mito racconta che Phobos e Deimos, fedeli seguaci del loro padre in battaglia, guidavano il carro da guerra del dio Marte.
Una piccola curiosità: l’esistenza delle due lune di Marte era stata ipotizzata anche dallo scrittore Jonathan Swift nel romanzo “I viaggi di Gulliver” (1726) in cui le descrisse indovinando non solo il loro numero ma anche molti dettagli relativi alla loro rotazione orbitale.
Che cosa significa il termine Phobos?
Il termine “phobos” deriva dal greco e significa “paura”. Phobos è la radice di “fobia”, ovvero il senso di paura, avversione, repulsione, spesso irrazionale e intensa, verso un oggetto o una situazione. Nella mitologia classica, i soldati pronti alla battaglia si rivolgevano a Phobos nel tempio ubicato a Sparta per chiedere alla divinità di incutere paura nel nemico.
La pianta consacrata al dio Phobos era l’acero, pianta spaventosa per le sue foglie rosse, forse in associazione al colore del sangue.
Omero scrisse dei figli di Marte nell’Iliade: “Al Terrore e alla Paura egli ordina di preparare i loro destrieri. E lui stesso riveste l’armatura scintillante”. È proprio così che i due satelliti oscuri e misteriosi appaiono accanto al pianeta che identifichiamo con il colore rosso.
Phobos e Deimos: cosa sono e quando sono stati scoperti?
Le due lune di Marte sono rimaste a lungo nascoste per via della loro piccola dimensione e della estrema vicinanza al pianeta roccioso. La data ufficiale della loro scoperta risale all’agosto del 1887 durante un avvicinamento di Marte al pianeta Terra.
Il merito di questa scoperta è da attribuire all’astronomo statunitense Asaph Hall nel corso delle sue ricerche presso l’Osservatorio Navale di Washington.
Nei suoi resoconti Hall scrisse di essersi scoraggiato dopo diversi giorni di osservazione ostacolati anche dalle avverse condizioni meteorologiche. La moglie, però, insistette affinché proseguisse la ricerca inducendolo così a individuare il 12 agosto la luna più grande, Phobos, e il 18 agosto il satellite più piccolo, Deimos. All’epoca Hall si servì di una delle strumentazioni migliori in circolazione, il telescopio rifrattore di 26 pollici (66 centimetri circa), che gli consentì di visualizzare le due flebili consistenze luminose nonostante il bagliore emanato dal pianeta rosso.
Le prime immagini delle due lune furono prodotte a partire degli anni Settanta grazie alle sonde che riuscirono a entrare nell’orbita di Marte allo scopo di studiare il pianeta: le due sonde americane Mariner 9, lanciata nel 1971, e Viking 1, lanciata nel 1975, e la sonda russa Phobos 2 che nel 1988 riuscì a inviare poche immagini prima di smettere di funzionare.
Qual è la struttura di questi due satelliti naturali di Marte?
Phobos e Deimos sono due satelliti naturali, ovvero corpi celesti che orbitano attorno ad altri corpi celesti che non sono stelle. Le loro orbite sono quasi circolari e avvengono lungo il piano equatoriale di Marte. Il movimento delle due lune è sincrono al movimento del pianeta, ciò vuol dire che gli mostrano sempre la stessa faccia.
Al contrario, la durata di questi movimenti non è sincronizzata. La rotazione completa che Phobos compie intorno al pianeta è inferiore rispetto alla durata del giorno di Marte (24 e 37 minuti, quasi come la Terra). Si muove più velocemente del pianeta e quindi sorge (a ovest) e tramonta (a est) almeno due volte nel giorno marziano. La rotazione completa di Deimos è invece superiore, di poco, alla rotazione di Marte, e cioè oltre 30 ore, quindi il suo movimento è più lento (impiega oltre 60 ore per passare da un orizzonte all’altro).
Paradossalmente, questa anomala rotazione li rende più simili a dei satelliti artificiali. Ciò vuol dire che il loro destino sarà quello di avvicinarsi sempre di più alla superficie del pianeta e infine schiantarsi su di essa o disintegrarsi nell’atmosfera. I due “figli” di Marte hanno caratteristiche geologiche distinte.
Phobos è la luna più interna. Distante meno di 6.000 km dalla superficie del pianeta rosso, è senz’altro il satellite che gli orbita più da vicino. Anche se la sua grandezza è due volte maggiore di quella di Deimos, Phobos è una delle lune più piccole presenti nel sistema solare (circa 22 km di diametro). Si compone di rocce, di acqua (per via della sua bassa densità), di crateri (uno dei quali, Stickney, prende il cognome da nubile della moglie di Hall) e di lunghi solchi.
Deimos è la luna più esterna. Dal diametro di circa 15 km, si compone di ghiaccio, rocce ricche di carbonio, crateri che raccolgono polveri e detriti (uno dei quali è stato dedicato a Swift), macigni che possono raggiungere fino a 30 metri.
La prima Luna di Marte: ecco come è avvenuta la formazione di Phobos
Considerate le loro caratteristiche è possibile affermare che le due lune di Marte hanno un’origine condivisa. Tuttavia, la scienza sta ancora indagando su come sia avvenuta tale origine. La loro forma irregolare e allungata, quindi non sferica come la nostra Luna, fa sembrare Phobos e Deimos due asteroidi.
In effetti, per molto tempo i due satelliti sono stati considerati come asteroidi catturati dalla gravità del pianeta Marte. Gli studiosi ancora oggi si domandano sul momento in cui sia avvenuta la cattura, molto probabilmente in un momento successivo alla formazione del pianeta. Attualmente, sono in gioco almeno tre ipotesi.
La prima suggerisce che in base alla composizione chimica affine agli asteroidi di tipo C essi siano stati catturati dal campo gravitazionale di Marte in seguito a una perturbazione di Giove. L’elemento che mette in crisi questa ipotesi è il fatto che un oggetto catturato difficilmente ha un moto circolare al livello dell’equatore.
La seconda suggerisce che siano derivati dalla disintegrazione di un asteroide gigante che ha sfiorato Marte. E per ultima, la terza ipotesi suggerisce che si siano formati dall’accumulo di detriti provenienti dallo stesso processo di formazione di Marte. Questa è forse la più probabile.
Secondo studi più recenti, Marte avrebbe addirittura avuto più lune nel corso della sua storia, satelliti che ciclicamente si sono formati e poi distrutti.