Il mistero di Atlantide e l’origine delle costellazioni

10 Gen 2016

galassia universo

Quali furono i popoli che per primi attribuirono significati misteriosi ed occulti al firmamento? Perchè si è voluto riconoscere nella disposizione delle stelle personaggi mitologici? Con quale intento?

Per cercare di rispondere a questi quesiti, potremmo muoverci in due direzioni: la prima scelta, ci costringe a fare un bel salto indietro nel tempo, risalire alle vecchie mappe celesti e cercare l'identità degli autori ed i loro luoghi d'origine. La seconda scelta ci rimanda, inevitabilmente, a scoprire i miti ed i fenomeni che hanno prodotto questi significati ed analizzare, magari, l'etimologia dei nomi connettendole ad epoche e culture già note.

La mitologia è alla base dell’origine delle costellazioni?

È normale che chiunque scruti il cielo in maniera più approfondita, per la prima volta, abbia una grande confusione in testa, mentre cerca coraggiosamente di dare significati a quei confusi disegni stellari.

Le vecchie mappe ci parlano di animali, serpenti, draghi, giganti e mostri marini, che davano il nome a molte delle costellazioni presenti. Inoltre, molte delle figure mitologiche presenti e legate al mito delle stelle, sono legate alla mitologia greca, dunque si può dedurre che siano stati i greci ad inventare tutto questo.

A quanto pare, non è proprio così, visto che molti nomi delle costellazioni presenti esistevano già prima dei greci. Forse lo studio del loro moto apparente potrebbe aiutarci a dare una risposta. Dobbiamo tenere presente il fatto che un paio di gruppi di stelle non scendono mai sotto l’orizzonte, ossia quelle circumpolari e le circumpolari meridionali. Mentre, il moto apparente delle altre stelle, le fa salire al cielo e poi tramontare. Il Sole non fa altro che accompagnare quotidianamente questo moto apparente, da est a ovest.

Ora immaginiamo di vedere uno spettatore trovarsi alle medie latitudini settentrionali ed analizzando la distribuzione delle stelle, o meglio delle costellazioni, così come erano conosciute dai Greci, possiamo scorgere una vasta regione priva di costellazioni, anche se in quell’area esistono alcune stelle brillanti ed altre non brillanti. Quell’area o regione corrisponderà, in gradi, alla latitudine del nostro spettatore. Tuttavia, l’area non apparirà regolarmente circolare, bensì ovale, ed il suo centro non sarà rappresentato dal polo sud attuale.

Questa particolarità creò non pochi grattacapi già all’epoca di Ipparco, il quale volle confrontare le sue osservazioni con quelle di Eudosso, un altro astronomo greco. Il fatto è molto curioso, perchè analizzando i libri di Eudosso, Ipparco si rese conto che non vedeva alcune costellazioni che invece Eudosso menzionava; al contrario Eudosso non aveva descritto delle costellazioni che invece Ipparco aveva osservato.

Appare verosimile che Ipparco si sia domandato il perchè di ciò e quali moti della Terra fossero responsabili di queste visioni ambigue. Tutta questa articolata riflessione lo portò a fare la sua più grande scoperta, quella della posizione dei poli celesti. Infatti, la posizione dei poli non è fissa, ma si sposta nel cielo disegnando un grande cerchio in circa 26.000 anni. Questo fenomeno è conosciuto col termine di moto di precessione. La regione sopra citata, quella priva di costellazioni, può comunque aiutarci a capire chi furono i primi a dare i nomi alle varie costellazioni.

Le scoperte di Crommelin ed il mito di Atlantide

Circa sessant’anni fa, uno storico dell’astronomia, Crommelin, affermò che il raggio della zona priva di costellazoni misura circa 36° gradi. Ciò vuol dire che chi tracciò le prime costellazioni, abitava almeno a 36° gradi a nord rispetto all’equatore. Inoltre, sempre Crommelin, scoprì che il centro di quella regione, coincideva con il polo sud della volta celeste già intorno al 2.700 a.c. Anche altri metodi di datazione sono stati eseguiti nel tempo, ma fino ad ora pare che questo sia il più attendibile.

Ma per quale motivo furono inventate le costellazioni? Almeno, secondo molti, per tre ragioni valide: per prima cosa le costellazioni potevano fungere come calendario per dare agli osservatori una sorta di orientamento con lo scorrere dei mesi; inoltre, molte di esse, venivano dedicate a nomi di dei venerati dalle antiche popolazioni. Infine, col tempo, le costellazioni servirono anche per dare punti di riferimento a tutti i navigatori.

Chi per primo inventò le costellazioni dando loro dei nomi? Molto probabilmente, furono i Fenici i pionieri in questo senso. Gli abitanti dell’attuale Libano, erano un popolo di abili commercianti e navigatori, sebbene si dice utilizzassero le costellazioni solo per orientarsi durante le loro navigazioni marittime. Il tema della mitologia associato alle costellazioni riguarderebbe più i popoli dei greci e in misura minore degli egizi.

Fin dalla loro epoca, gli antichi egizi hanno lasciato in eredità opere straordinarie di ingegneria civile, conoscenze matematiche ed astronomiche, oltre che mediche. Tuttavia, di tutto quello che ci hanno lasciato, non sono presenti riferimenti alle costellazioni degni di nota, anche perchè gli egizi abitavano un territorio forse troppo a sud rispetto a dove le antiche costellazioni venivano “tracciate”.

Altri possibili popoli collegati all’astronomia sono i babilonesi, visto che il dio Marduk, re degli dei, volle stabilire nelle varie costellazioni presenti il posto per gli altri dei. I babilonesi credevano fortemente che gli eventi terrestri venissero condizionati dalla volontà delle divinità. Tra i vari reperti rinvenuti nell’antica Babilonia, sono state scoperte delle tavolette di creta raffiguranti delle mappe stellari. I babilonesi dettero nomi alle costellazioni che a noi risultano sicuramente familiari: Scorpione, Sagittario, Toro e Gemelli tra le tante. Tra i nomi più ambigui le costellazioni della Capra, della Pantera e del Vaso.

Un altro popolo dalle correlazioni simili a quelle dei babilonesi, è quello dei Minoici, abitanti dell’antica Creta. Si trattava di un popolo fiero, di abili pescatori e dai floridi commerci, soprattutto con l’antico Egitto e la Siria. Come posizione geografica, l’isola di Creta è posta tra il 36° ed il 38° grado nord. Sfortunatamente, questa antica civiltà fu distrutta per ben due volte da disastri naturali, terremoti e alluvioni flagellarono l’isola che non fu capace di risorgere una seconda volta.

Le notizie narrano che Creta fu distrutta definitivamente dall’eruzione del vulcano di una minuscola isola posta di fianco a Creta, quella di Thera, causando lo sprofondamento dell’antica isola negli abissi del mare. La storia o leggenda di quest’isola sommersa si diffuse rapidamente, creando la leggenda della fine di un popolo favoloso che aveva dominato i mari, la storia di un continente sommerso che prese il nome di Atlantide. Platone fece nelle sue opere vari riferimenti a questa misteriosa civiltà e le connessioni con il popolo cretese sono troppo numerose per credere che si sia trattato solo di una casualità. Dunque forse le costellazioni furono create dal popolo dell’antica Atlantide?

Perchè quegli strani segni nel cielo? Probabilmente la risposta esatta non la avremo mai, ma sappiamo per certo che gli antichi popoli erano prevalentemente dediti all’attività agricola e che, col passare delle stagioni, gli antichi individuarono nella volta celeste dei segni che anticipavano i periodi di pioggia e di siccità. Forse anche da qui ebbero origine gli antichi segni dello zodiaco, che inizialmente dovettero essere ben più di dodici a seconda della cultura e delle relative esigenze. È altamente probabile che inizialmente lo zodiaco rappresentasse un gigantesco orologio cosmico che dettava alle popolazioni i tempi propizi per la raccolta, la semina e persino l’accoppiamento degli animali.