Guida alle 88 costellazioni: cosa, sono quali, e come si formano

15 Apr 2017

OSR blog post

La sfera celeste è suddivisa in 88 parti chiamate costellazioni. L'obiettivo principale di questa suddivisione è rappresentato dalla necessità di mappare le stelle, obiettivo altrimenti difficilmente raggiungibile, data la complessità della sfera celeste.

Va messo in chiaro, però, un concetto fondamentale. Le costellazioni, intese come raggruppamenti di stelle, sono delle entità prospettiche e non fisiche, a cui la scienza astronomica non riconosce nessun significato.

In pratica le costellazioni sono solo un fenomeno ottico che ha origini antichissime e spesso all’origine di tanti racconti mitologici. Le stelle hanno sempre affascinato l’essere umano e le forme nel cielo determinate da raggruppamenti stellari hanno di conseguenza dato origine e leggende mitologiche arrivate fino ai tempi moderni.

Vediamo qual’è la posizione ufficiale della moderna astronomia riguardo le costellazioni.

  1. Viste dalla terra due o più stelle appartenenti ad una stessa costellazione possono sembrare anche molto vicine tra loro, ma si tratta solo di un effetto ottico determinato dalla maggiore o minore luminosità di ciascuna stella in uno spazio tridimensionale dove le distanze reali possono essere enormemente maggiori di quanto percepito. Lo stesso discorso vale per le dimensioni, assolutamente non percepibili nella loro interezza solo attraverso osservazioni ottiche, anche con mezzi dotati di una buona portata. Oggi sono disponibili, infatti, piccoli telescopi con prestazioni fino a pochi anni fa impensabili.
  2. Per lo stesso ragionamento fatto precedentemente, due stelle apparentemente molto lontane tra loro possono trovarsi invece ad una distanza molto più ravvicinata nello spazio tridimensionale. Solo l’osservazione con modalità scientifiche può dare l’idea esatta delle distanze reciproche e delle dimensioni delle stelle.
  3. Le costellazioni che vediamo nel cielo sono qualcosa di relativo alla nostra posizione, in pratica dal punto di vista terrestre, non assoluto. Se potessimo viaggiare nello spazio raggiungendo grandi distanze oggi non possibili, non riusciremmo più ad individuare le costellazioni che conosciamo sulla terra, mentre ne vedremmo di nuove a noi completamente sconosciute. L’unica variazione, però, sarebbe la prospettiva ottica, nient’altro.

L’Unione Astronomica Internazionale

Nel corso dei secoli sono nate tante società astronomiche che infine si sono unite nell’Unione Astronomica Internazionale, conosciuta per lo più con la sigla UAI in italiano, IAU se consideriamo l’acronimo inglese. L’UAI, che ha sede a Parigi, svolge un ruolo fondamentale nel settore astronomico, in quanto è l’ente ufficiale delegato all’assegnazione dei nomi dei corpi celesti, quindi stelle, pianeti, asteroidi e così via. L’UAI è formata da 40 commissioni ognuna specializzata in un campo diverso. Queste commissioni sono organizzate a loro volta in 12 divisioni che abbracciano i vari settori dell’astronomia. Vediamo quali sono le divisioni.

  1. Astronomia fondamentale
  2. Sole ed eliosfera
  3. Sistemi planetari
  4. Stelle
  5. Stelle variabili
  6. Materia interstellare
  7. La Via Lattea
  8. Galassie e Universo
  9. Tecniche basate su tecnologie ottiche e ad infrarosso
  10. Radioastronomia
  11. Astrofisica
  12. Attività convergenti tra tutte le divisioni precedenti

Costellazioni riconosciute dall’UAI

Come abbiamo detto la sfera celesta viene divisa in 88 zone ben precise, denominate appunto costellazioni. Questa divisione viene effettuata proprio dall’Unione Astronomica Internazionale ed è da sempre soggetta anche a delle possibili modifiche, come accaduto per esempio alla antica costellazione della Nave Argo, successivamente divisa in 4 costellazioni diverse.

Le diverse denominazioni delle costellazioni

Le costellazioni osservabili a latitudini settentrionali sono tradizionalmente legate all’antica Grecia e quindi le loro denominazioni si rifanno proprio ai nomi dei personaggi mitologici greci, come Pegaso, Ercole e così via. Invece le costellazioni individuabili dall’emisfero australe, essendo state nominate quasi tutte in età illuminista, hanno ricevuto nomi legati, la maggior parte delle volte, ad invenzioni di quel tempo e quindi troviamo costellazioni che si chiamano Orologio o Microscopio, solo per nominarne alcune.

Storia delle costellazioni

Lo Zodiaco, la prima mappa del cielo stellato, è composto dalle 12 costellazioni che intersecano l’eclittica, vale a dire il percorso compiuto dal sole, nell’arco di 12 mesi, rispetto allo sfondo della sfera celeste. A queste 12 costellazioni il grande astronomo e astrologo greco Tolomeo, vissuto nel 2° secolo dopo Cristo, ne aveva già aggiunte 36, che poi sarebbero diventate 38 dopo la divisione della costellazione della Nave Argo. Successivamente gli astronomi moderni hanno sentito il bisogno di riempire gli spazi vuoti lasciati dagli astronomi greci, i quali consideravano il cielo come un insieme di costellazioni e spazi vuoti, aggiungendo quindi altre costellazioni a quelle già esistenti. A questo si sono aggiunti i viaggi degli esploratori europei nell’emisfero meridionale della terra, che hanno portato alla scoperta di nuove costellazioni fino ad arrivare al numero attuale.

Il primo astronomo ad introdurre il metodo della valutazione delle stelle sulla base della loro luminosità fu l’italiano Alessandro Piccolimini, il quale avviò anche il sistema della denominazione degli astri celesti con delle lettere dell’alfabeto latino, creando uno standard, poi riproposto da Bayer, giunto fino ai nostri giorni. In effetti l’opera di Piccolimini denominata De le stelle fisse (1543) viene universalmente considerata come il primo atlante celeste dell’epoca moderna. In quest’opera lo studioso italiano riporta le 47 mappe delle costellazioni classiche più quelle tolemaiche (l’unica costellazione tolemaica non mappata è quella del Puledro). Il primo atlante a mappare l’intera sfera celeste è stato invece Uranometria, dell’astronomo tedesco Johann Bayer, vissuto a cavallo tra il XVI e il XVII secolo. Bayer per la sua opera si basò sulle osservazioni di importanti esploratori del suo tempo, come Amerigo Vespucci e l’olandese Pieter Dirckz Keyser.

Mitologia delle costellazioni

Fin dall’inizio della sua storia l’essere umano è stato affascinato dalle stelle e ha dato alle costellazioni, vale a dire alle forme geometriche determinate dagli astri nel cielo, un significato associato a storie, racconti e leggende che si sono tramandate fino a noi. Sono stati i greci, in particolare, a fare della mitologia legata alle stelle una vera e propria forma d’arte. Vediamo alcuni dei più noti e importanti racconti mitologici legati alle costellazioni.

Orsa Maggiore

L’Orsa Maggiore è in assoluto la costellazione più nota ed è facilmente osservabile nell’emisfero boreale. Se consideriamo l’intero firmamento, l’Orsa Maggiore è la terza per ordine di grandezza. Nota già ai tempi dei Sumeri, veniva identificata dagli Egizi con un ippopotamo, mentre per gli antichi romani questa costellazione rappresentava i sette buoi incastonati nella volta stellata che avevano come guardiano Boote. I Galli la consideravano un cinghiale, per gli Arabi era l’immagine di un feretro. L’Orsa Maggiore, grazie alla sua visibilità, è sempre stata tra le costellazioni più osservate, con gli irlandesi che l’hanno identificata con il carro di Re Davide, uno dei re più antichi dell’isola, e addirittura anche gli indiani d’America, che vedevano in questa costellazione proprio la figura di un’orsa. Nella mitologia greca i miti legati all’Orsa Maggiore sono soprattutto due. Il primo mito racconta la storia di Crono, il padre di Zeus, il quale divorava tutti i suoi figli poiché un oracolo aveva profetizzato che proprio uno dei suoi figli lo avrebbe spodestato una volta divenuto adulto. Il secondo mito legato all’Orsa Maggiore è anche il più conosciuto ed identifica questa costellazione con la ninfa Callisto, di cui Zeus era follemente innamorato. Callisto però fuggiva da tutti gli uomini e quindi Zeus, per potersi unire a lei, si trasformò in Artemide, la dea della caccia, ingannandola.

Pegaso

Una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo è da sempre legata al mito del cavallo alato Pegaso, uscito dalla testa della Gorgone Medusa quando questa fu uccisa da Perseo. Pegaso, appena nato, raggiunse l’Olimpo e portò il fulmine a Zeus. Il cavallo alato Pegaso è legato anche alle vicende dell’eroe Bellerefonte, a cui la dea Atena aveva consegnato Pegaso stesso con l’obiettivo di riuscire a sconfiggere le Amazzoni. In seguito alla morte di Bellerefonte Pegaso tornò nell’Olimpo.

Acquario

Una delle costellazioni più antiche. Rappresenta un uomo che imbraccia un otre da cui sgorga dell’acqua e che, con l’altra mano, regge un bastone, da altri identificato con un lembo di manto. Alla costellazione dell’Acquario sono legati vari miti di epoca greca. Secondo una delle versioni più antiche l’uomo con l’otre in mano è il primo re dell’Attica, Cecrope. A quel tempo, infatti, il vino non era stato ancora scoperto ed i sacrifici agli dei si facevano con l’acqua. Altri identificano l’uomo disegnato dalla costellazione dell’Acquario con Deucalione, che fu risparmiato da Zeus dalla distruzione del mondo assieme alla moglie Pirra. La loro storia è molto interessante, in quanto sembra aver ispirato il racconto biblico del diluvio universale e dell’arca di Noè. Infatti anche Deucalione e Pirra si imbarcano su un arca per salvarsi dalla fine del mondo e giunsero sui monti della Tessaglia dopo 9 giorni e 9 notti di navigazione. Nella maggior parte delle leggende, però, l’acquario viene identificato con Ganimede, un bellissimo ragazzo custode di greggi di cui si innamorò Zeus. Il grande dio inviò un’acquila con il compito di rapire Ganimede e di portarlo nell’Olimpo, dove il giovane divenne il coppiere degli dei.

Ercole

Anche in questo caso si tratta di una costellazione antichissima che prende il nome dall’eroe Eracle, divenuto poi Ercole, figlio di Zeus e Alcmena. Quando Ercole riuscì a fuggire dal seno di Era diventò immortale e determinò, proprio in questa occasione, la nascita della Via Lattea. Quando Era si svegliò il latte che fuoriusciva dal suo seno si riversò sulla volta celeste, da cui nacque la famosa scia. In seguito a questo episodio Era odierà per sempre Ercole, ma non potendo ucciderlo in quanto immortale cercherà sempre di complicargli la vita, tanto da spingerlo ad uccidere i suoi stessi figli. L’eroe immortale, pentito del gesto, si recò quindi presso l’Oracolo di Delfi per sapere cosa doveva fare per espiare la sua pena. L’Oracolo gli disse di recarsi a Micene, dove il re Euristeo gli affidò le famose 12 fatiche da compiere, l’ultima delle quali imponeva ad Ercole di catturare Cerbero, il cane a 3 teste a guardia dell’Oltretomba. Al termine delle 12 fatiche lo spirito di Ercole si unì agli dei e Zeus pose la sua costellazione nel cielo.