Costellazione Lira, stelle principali e mitologia

18 Apr 2018

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La Lira (in latino Lyra) è una piccola costellazione dell'emisfero boreale, ben rappresentata da Vega (Alpha Lyrae), che, dopo Arturo (Alpha Bootis), è la stella più splendente dell'intero emisfero nord. Si tratta di una delle 88 costellazioni moderne ed era già presente nella elencazione di Tolomeo. Sebbene non sia particolarmente estesa, la luminosità di Vega ne consente una pronta collocazione nel cd. Triangolo Estivo (insieme alle costellazioni dell'Aquila e del Cigno).

Stelle principali della costellazione Lira

Le stelle più importanti della costellazione della Lira sono:

– α Lyrae (Vega), che in arabo significa Aquila che attacca: si tratta della seconda stella più luminosa dell’emisfero boreale (la quinta in assoluto tra le stelle osservabili nel cielo notturno), nonchè tra le più vicine al nostro sistema solare, poichè distante appena 25,3 anni luce; inoltre, è la prima stella ad essere stata fotografata.
– β Lyrae (Sheliak), dall’arabo Arpa: è una stella azzurra, dotata di magnitudine di 3,45; si tratta di una variabile a eclisse che ha costituito il prototipo per la fondazione di una specifica classe di stelle.
– γ Lyrae (Sulafat), che in arabo indica la Testuggine: questo nome deriva dalla composizione in guscio di testuggine che si usava impiegare come cassa armonica della lira.

All’interno della costellazione della Lira sono presenti numerose stelle variabili e doppie di particolare importanza.
In particolare, la RR Lyrae costiscuisce una stella variabile rossa, visibile anche ad occhio nudo: si tratta di una stella simile alle Cefeidi, che ha dato il nome ad un’intera classe di stelle (le variabili RR Lyrae), impiegate come candele standard nella determinazione della distanza degli ammassi globulari (in cui è molto frequente trovarle).
La costellazione presenta anche numerose stelle doppie, alcune delle quali tra le più conosciute:
– δ Lyrae, stella doppia formata da un astro blu-bianco e da una gigante rossa.
– ε Lyrae, coppia di stelle molto nota, dal momento che è visibile ad occhio nudo e già con l’utilizzo di un comune binocolo è scomponibile nelle due componenti principali, entrambe di colore azzurro. Tuttavia, impiegando strumenti più potenti, è possibile apprezzare il fatto che le due componenti risultano a loro volta formate da due coppie, il che ha garantito al sistema il nome di Doppia Doppia, una delle stelle multiple più famose del cielo.

La Lira è particolarmente vicina alla Via Lattea, il che rende possibile l’osservazione di molti oggetti dello spazio profondo all’interno della figura della costellazione; tra questi si possono citare l’M57, nota anche come Nebulosa Anello: la sua luminosità e la sua forma di disco chiaro ne hanno fatto una delle nebulose più conosciute.

Mitologia della Lira

La Lira prende il nome dall’omonimo strumento di Orfeo, musicista leggendario dell’antica grecia reso noto dal racconto della sua discesa nell’Ade.
La Lira di Orfeo venne inventata da Ermes, figlio di Zeus e di Maia (una delle Pleiadi), che la costruì a partire da un guscio di tartaruga: ripulito il guscio, Ermes creò dei buchi lungo il bordo, inserendovi sette corde (numero corrispondente a quello delle Pleiadi), dotando, infine lo strumento di un plettro con cui suonare le corde.
Secondo il racconto fornito da Eratostene, Ermes rubò del bestiame ad Apollo: per placare l’ira del potente dio del Sole, il primo lo ammaliò con il suono della Lira, ottenendo, però, che questi si innamorasse della musica prodotta dallo strumento, finendo con il lasciare il bestiame a Ermes in cambio della lira. Successivamente, Apollo donò la Lira a suo figlio Orfeo (nato dall’unione con la Musa Calliope), che si avvalse delle sue melodie in numerose avventure: leggendaria la sua capacità di incantare le pietre e i corsi d’acqua con i suoi canti, nonchè di calmare gli animi delle persone adirate, si dice che il suono della sua lira abbia attirato addirittura gli alberi giù dai monti verso le coste della Tracia.
Notissimo il mito di Orfeo e Euridice: dopo la morte della ninfa, il primo discese nell’Inferno per chiedere che la giovane sposa resuscitasse; fu il suono della sua Lira a convincere il dio dell’Aldilà, che concesse a Orfeo la possibilità di condurre la sposa verso il mondo dei vivi a condizione che il musicista non si voltasse lungo il tragitto a guardare la sposa. Durante il tragitto, Orfeo fece strada a Euridice nei bui corridoi dell’oltretomba suonando la lira. Tuttavia, pochi metri prima di giungere a destinazione, vinto dalla tentazione di accertarsi che Euridice lo stesse effettivamente seguendo, Orfeo si voltò, ottenendo che la sposa venisse nuovamente risucchiata, per sempre, nell’ombra. Devastato, Orfeo vagò per il resto dei suoi giorni per le campagne, suonando musiche malinconiche con il suo strumento.
Secondo quanto racconta Ovidio, sembra che le numerose donne che gli si erano proposte in moglie, venendo rifiutate costantemente, finirono per coalizzarsi contro di lui, adirate, con il fine di ucciderlo. Alla sua morte, tuttavia, Orfeo potè ricongiungersi con l’amata Euridice e le Muse posero la Lira tra le stesse dietro consiglio di Zeus, loro padre.

In onore alle proprie origini greche, Tolomeo nominò la stella più brillante della costellazione con il nome di Lira. Il nome attuale, Vega, invece, è stato dato dagli arabi, che la nominarono al-nasr al-waki, e cioè “aquila che attacca”, dal momento che nei loro atlanti essi consideravano questa costellazione rappresentata come un uccello dalle ali chiuse, pronto a brandire in picchiata una lira. Viceversa, nella costellazione dell’Aquila, la conformazione della stella Altair e delle altre vicine davano la figura di un uccello dalle ali spiegate.

La Lira è presente anche nella tradizione cinese e giapponese: in queste culture orientali si considerava l’Aquila come un pastore (Hikoboshi) e la Lira come una tessitrice (Orihime); presi dalla passione l’uno nei confronti dell’altra finirono per trascurare i compiti celesti ad essi assegnati (la produzione di stoffe per la creazione degli abiti per gli dei e la cura del bestiame al pascolo). Per questo motivo, i due vennero puniti, dividendoli ai due estremi del cielo in modo che non potessero più incontrarsi, se non una volta all’anno: infatti, nella settima notte della settima Luna un ponte di uccelli attraversa la Via Lattea, permettendo ai due amanti di vivere insieme per un breve momento.

Caratteristiche e osservazione della costellazione

Trattandosi di una costellazione estiva, facendo parte del Triangolo estivo insieme all’Aquila e al Cigno (con cui si incrocia a luglio) e tenendo conto dell’estrema luninosità di Vega, la Lira è praticamente impossibile da non trovare nel cielo notturno. In particolare, Vega, costituise il vertice occidentale e più luminoso del triangolo; inoltre, ad est della Lira si trova la scia luminosa della Via Lattea.

La Lira è una costellazione boreale, per cui è facilmente osservabile alle nostre latitudini, in particolare nelle sere estive, intorno alle ore 21; essa è però visibile anche nei mesi he vanno da maggio a fine dicembre, mentre il suo zenit avviene all’inizio di settembre. Nell’emisfero australe è osservabile nella sua interezza soltanto ad altitudini non troppo meridionali, in particolare nel periodo compreso fra giugno e settembre.