Costellazione Lepre, stelle principali e mitologia

25 Mar 2018

OSR blog post

La Lepre è una piccola costellazione dell'emisfero australe, situata a sud del cacciatore Orione e incalzata dal Cane Maggiore, rappresentando, appunto, la preda di caccia del primo. Non presenta stelle particolarmente splendenti: addirittura, anche i due astri principali restano praticamente oscurati dal fulgore del vicino Orione. Si tratta di una delle 48 costellazioni note a Tolomeo, ed è attualmente inserita nell'elenco delle 88 costellazioni moderne.

Stelle principali della costellazione Lepre

Gli astri più importanti che compongono la costellazione della Lepre sono:
– α Leporis (Arneb), dall’arabo àrnab, che significa Lepre: è una supergigante gialla dotata di magnitutine 2,58, molto vecchia e distante almeno 1283 anni luce.
– β Leporis (Nihal), che in arabo significa Sorgente dell’Acqua: è una stella gigante gialla particolarmente brillante, sita a 159 anni luce.
– ε Leporis, gigante arancione con magnitudine 3,19 e distante 227 anni luce.
– μ Leporis, stella subgigante azzurra, dotata di magnitudine 3,29 e lontana almeno 184 anni luce.

La costellazione è dotata di alcune stelle doppie particolarmente luminose, alcune delle quali presentano una grande separazione tra le componenti. Tra esse si segnalano:
– γ Leporis, una doppia costituita da due stelle gialle (l’una di terza, l’altra di sesta magnitudine), separate da oltre 1,5 secondi primi d’arco, essendo così risolvibile nelle sue componenti anche con l’impiego di un semplice binocolo.
– HD 35162, che in realtà è una stella tripla, le cui componenti principali sono due, situate molto vicino tra loro (e per questo, per poterne cogliere la separazione è necessario l’utilizzo di strumenti molto potenti), mentre la terza è piuttosto separata dal gruppo, risultando visibile con un piccolo telescopio.

Quanto alle stelle variabili, si possono citare la μ Leporis, stella pulsante non regolare capace di raggiungere, nel periodo massimo di fase, addirittura la luminosità di β Leporis; la S Leporis, invece, presenta una magnitudine inferiore, ma anche essa, in fase di massima intensità, risulta visibile, anche se con difficoltà, ad occhio nudo; infine, la R Leporis è una Mireide, sebbene sia tra quelle meno ampie appartenenti a questa classe stellare.

La costellazione è vicina al bordo della Via Lattea, ma non contiene campi stellari molto ricchi. Tuttavia, presenta alcuni oggetti esterni extragalattici, come l’M79, ammasso globulare distante 42.000 anni luce, la cui forma di macchia chiara è visibile anche con un piccolo telescopio. Degna di nota è la celebre nebulosa planetaria IC 418, nota anche come Nebulosa Spirografo a causa della sua forma: tuttavia, le dimensioni di questo ammasso sono particolarmente ridotte e per poter notare la sua figura caratteristica è necessario l’utilizzo di telescopi molto potenti. Tra gli oggetti esterni alla Via Lattea, il più brillante è NGC 1964, che è una galassia a spirale.

Mitologia della Lepre

Si tratta di una costellazione conosciuta fin dai tempi dell’antica Grecia, grazie alla sua facile individuabilità. Tuttavia, la sua osservazione è di molto pregiudicata dalla splendida costellazione del vicino Orione. La sua forma caratteristica è appunto quella di una lepre accovacciata ai piedi del cacciatore, seguita immediatamente a est dal segugio del di Orione, il Cane Maggiore, che viene rappresentanto nell’atto di saltare addosso alla sua preda.

Secondo il mito, un uomo portà sull’isola di Laro una lepre per poter inziare un allevamento di questi animali: tuttavia, i tempi di riproduzione brevissima della lepre comportarono, in pochissimo tempo, un sovra-numero di animali, che finirono per diffondersi su tutta l’isola, con grande pregiudizio per i raccolti e conseguente carestia.
Si racconta che gli abitanti dell’isola di Laro riuscirono ad uccidere tutte le lepri, liberandosi dell’infestazione: tuttavia, gli dei posero l’animale in cielo proprio sotto i piedi del cacciatore Orione come monito per l’errore commesso.
Il legame con il vicino cacciatore sembra essere fornito anche dal fatto che, secondo la leggenda, Orione avesse proprio la passione per la caccia alla lepre: per cui, il motivo della collocazione di questa collocazione, sotto ai piedi del gigante (infatti, è rinvenibile proprio a sud delle stelle Saiph e Rigel, appartenenti a Orione), sarebbe legato a questa ulteriore sfumatura mitologica.

Secondo gli Arabi, invece, prima che venisse adottata l’interpretazione leggendaria tramandata dagli antichi Greci, le stelle della Lepre rappresenterebbero il trono su cui siede Orione. In particolare, gli Arabi diedero alla stella Beta della costellazione il nome di Nihal, e cioè Sorgente dell’Acqua, dal momento che in alcune condizioni di osservazione, sembrava loro che la Lepre raffigurasse dei cammelli nell’atto di dissetarsi nella vicinissima Via Lattea.

Un’ulteriore spiegazione rispetto alla collocazione della Lepre viene dall’ornitologo D’Arcy Thompson, vissuto nel XIX Secolo, con il riferimento alla leggenda secondo cui le lepri odierebbero il verso dei Corvi. Questa circostanza verrebbe confermata al momento del sorgere e del tramontare delle stelle: infatti, quando gli astri della costellazione del Corvo sorgono, quelle della Lepre tramontano, quasi a voler comunicare la fretta dell’animale nel cercare un riparo dall’uccello tanto odiato.

Caratteristiche e come osservare la costellazione Lepre

Sebbene piccola, la costellazione della Lepre è piuttosto appariscente. La sua individuazione è praticamente semplicissima, grazie alla presenza della brillante Orione, posta poco più a nord (qui basta partire da Rigel e muovere poi verso sud). Le due stelle principali, Arnab e Nihal (rispettivamente α Leporis e β Leporis), risaltano alla vista e costituiscono il collo dell’animale; invece, la testa viene rappresentata nella parte occidentale, mentre le lunghe orecchie tipiche della lepre sarebbero costituite dal gruppo di quattro stelle poste nell’angolo a nord-ovest; infine, la parte orientale della costellazione confina con il Cane Maggiore, ponendosi ad occidente rispetto alle stelle Sirio e Mirzam.

L’osservazione di questa costellazione è migliore nei mesi freddi, in particolare nei cieli serali compresi fra dicembre e aprile: essa supera il meridiano a mezzanotte intorno alla metà di dicembre, e la sua collocazione a piccola distanza dall’equatore la rende osservabile in gran parte della Terra, sebbene la sua declinazione sia principalmente australe. Tuttavia, si tratta di una costellazione tipica dell’emisfero settentrionale, di cui costituisce una delle figure caratteristiche. Invece, nell’emisfero meridionale essa appare capovolta e, per l’alternanza delle stagioni tra i due poli, è collegata principalmente ai mesi estivi.