Scoperto nuovo gigante di ghiaccio simile a urano e nettuno

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E' stato fatto un nuovo passo nello studio dell'universo e dell'ambiente in cui il nostro pianeta è inserito. E' notizia di questi giorni infatti la scoperta di un pianeta di tipo insolito, distante dalla Terra 25.000 anni luce e che possiede proprietà simili a quelle di due corpi del sistema solare: Urano e Nettuno. La particolarità dell'astro scoperto sta nella sua composizione chimica: si ritiene infatti che sia composto in massima parte da idrogeno ed elio, oltre che da grandi quantità di metano congelato; proprio per questo e per la sua posizione particolare all'interno del proprio sistema galattico è considerato un omologo di Urano. Data la rarità delle proprietà comuni ai due, potrebbe essere possibile dare vita ad una categoria diversa di pianeti: quella dei "giganti di ghiaccio", opposta a quella dei "giganti gassosi" di cui fanno parte astri come Giove e Saturno, o dei "giganti rocciosi", come la Terra.

La grande scoperta è stata annunciata sulla rivista The Astrophysical Journal da Radek Poleski, ricercatore della Ohio State University alla guida di un team internazionale che ha esaminato delle osservazioni fatte con il Varsavia Telescope a Las Campanas Observatory, in Cile. Queste, nel 2008 e nel 2010, avevano mostrato la particolare posizione del nuovo pianeta nello spazio: questo si troverebbe infatti in un sistema stellare binario, ovvero sarebbe in orbita attorno ad una stella principale ma sarebbe anche influenzato nel suo movimento da un’altra stella vicina.
Le stelle in questione potrebbero addirittura aver determinato la formazione del pianeta “ghiacciato”. Questa almeno è l’opinione di Andrew Gould, professore proprio alla Ohio State University; egli sottolinea come alternativamente potrebbe essere un qualche fenomeno di spinta ad aver creato i misteriosi Urano e Nettuno, pianeti ai confini del Sistema Solare di cui facciamo parte, ma che risulterebbero essere nati più vicino al Sole, e successivamente urtati da Giove e Saturno.

Interessante anche la tecnica utilizzata nella scoperta: la tecnica del microlesing. Questa consiste nell’osservazione di oggetti lontanissimi tramite la distorsione spazio temporale della luce da questo generata. Tramite amplificazioni della luminosità o altri effetti ottici, è possibile osservare fenomeni astrologici in costellazioni o galassie anche lontanissime. In pochissimi altri casi, come quello attuale, e per la gioia di Radek Poleski, il microlensing permette anche di scoprire pianeti in orbite distanti. Il nuovo pianeta si troverebbe infatti in direzione della costellazione del Sagittario, all’interno della Via Lattea, la galassia di cui fa parte il pianeta Terra.

Massimiliano Milli Scrittore presso Online Star Register

Massimiliano Milli: Laureato in Lingue e letterature straniere, aono appassionato di astronomia, comunicazione e cultura e mi dedico alla creazione di contenuti coinvolgenti e informativi, utilizzando le mie competenze linguistiche per raggiungere un pubblico internazionale. Collaboro come content creator per OSR dal 2020.