L’uomo su Marte è in partenza dalle Hawaii

30 Ott 2014

From the OSR Blog

Un team di esperti, una cupola spaziale ed un vulcano sono i protagonisti di un evento carico di fascino, di entusiasmo, che lascia a bocca aperta.


Si tratta un esperimento della NASA sorprendente, che fa molto parlare di sé: l’Hawaii Space Exploration Analog & Simulation (Hi-Seas), Kimberly Binsted.

Il 15 ottobre 2014, i membri della HI-Seas sembrano aver chiuso le porte alla loro storica dedizione alla perlustrazione dell’habitat di Marte, dedicandosi piuttosto ad un anomalo “viaggio sulla terra”.

Ma si tratta di una simulazione, tranquilli: l’obiettivo finale è sempre la missione marziana.

1. Dove si terrà l’esperimento

Il team di HI-SEAS vivrà in un habitat situato ad un’altezza di circa 2.500 metri in una cava abbandonata sul versante nord del vulcano Mauna Loa sulla Big Island delle Hawaii.

Il terreno basaltico e la scarsa vegetazione del luogo, ne fanno un buon riferimento in termini di analogia geologica con Marte.

“E ‘ analogo a Marte, ma si adatta bene a qualsiasi situazione che richiede il lavoro di squadra e una dipendenza dalla tecnologia”, ha detto un membro del team Jocelyn Dunn, uno studente di dottorato presso la Purdue University.

La vita dei membri si svolgerà in una cupola fornita da Pacific Domes Inc International, una rinomata azienda statunitense, con all’interno una struttura a due piani. Il primo piano si compone di una cucina, una sala da pranzo, uno spazio comune di lavoro, una zona per gli esercizi e di laboratorio.

Il secondo piano contiene sei spazi per dormire ed un bagno.

2. Primati ed obiettivi

Sebbene siano stati condotti studi analoghi in previsione di una futura missione spaziale, quella in questione è la più attendibile e duratura in assoluto. In tutto il mondo, solo lo studio Mars500 del 2010-2011 supera questa durata totale.

I membri HI-SEAS avranno la possibilità di sperimentare la vita all’aria aperta, ma solo indossando ingombranti tute spaziali.

Mentre essi svolgono le loro attività quotidiane all’interno dell’habitat HI-SEAS, scienziati dell’Università delle Hawaii a Manoa studieranno la coesione di squadra, esamineranno tutti i fattori cognitivi, sociali ed emotivi che possono creare impatto sulle prestazioni.

L’agenzia spaziale ha un piano ambizioso: quello di inviare astronauti sul Pianeta Rosso nel 2030.

Si tratterà di un viaggio tanto estenuante quanto storico ed affascinante, i membri del team vi dovranno rimanere per ben 500 giorni.

L’obiettivo è quello di dar vita ad una vera e propria simulazione sulla terra di una missione su Marte, un test utile a verificare se e come i membri del team siano in grado di sopportare la comprensibile pressione psicologica che un reale sbarco su Marte potrebbe loro esercitare.

Tutte le attenzioni avranno ad oggetto un territorio inesplorato e verranno indagati i fattori sociali, interpersonali e cognitivi che possono influire sulle prestazioni di squadra durante un lungo viaggio nello spazio.

3. Monitoraggio dei membri e comunicazioni

I membri del team saranno monitorati continuamente con inseguitori biometrici, sistemi elettronici ed altri metodi di sorveglianza.

Le comunicazioni via e-mail con il mondo esterno porteranno un ritardo di 40 minuti, pari al tempo che impiega un messaggio ad arrivare dalla Terra a Marte e viceversa.

“Abbiamo bisogno di sapere di più su come funziona la mente umana, come gli individui contribuiscano al lavoro di squadra, e quali cambiamenti abbiamo luogo nel tempo, al fine di verificare come reagiranno gli astronauti durante la loro lunga permanenza nello spazio”, affermava il dottor Kim Binsted dell’Università delle Hawaii a Manoa, ricercatore principale del programma.

Per i membri del team l’esperimento HI-SEAS sarà duro, soffriranno disturbi, malumori di ogni tipo, ma si tratta di prove, saranno nulla a confronto rispetto a quelle a cui faranno fronte nel corso della loro missione marziana.

Meglio dunque verificare al meglio le reali potenzialità e capacità dei destinatari. Non credete?

Tutto pronto dunque per lo sbarco su Marte … o quasi: ce la faranno i nostri eroi?