Stella vega: cos’è, dove si trova e come vederla
Nell'articolo odierno analizzeremo che cos'è la stella Vega.
Buon proseguimento di lettura!
Che tipo di stella è la stella Vega?
Vega è la quinta stella più luminosa del cielo e al tempo stesso la seconda più luminosa dell’intero emisfero boreale. Di colore bianco, si trova nella costellazione della Lira, distante 25 anni luce da noi. Nell’antichità ricopriva il ruolo di Stella Polare. Per via della precessione dell’asse terrestre, in passato presentava una posizione diversa rispetto a quella attuale. In termini di massa, la stella Vega è due volte rispetto al sole e presenta una luminosità ben 37 volte maggiore.
Caratteristiche della stella Vega
Il suo aspetto sferoide oblato è dovuto a una rotazione particolarmente alta attorno al suo asse. Molti astronomi si servono della stella Vega come punto di riferimento per calibrare al meglio tutti i loro strumenti osservativi di ricerca. Gli scienziati, inoltre, sono soliti catalogarla come stella bianca di sequenza principale, di tipo A, essendo relativamente giovane, piuttosto grande e che ruota velocemente attorno al Sole.
In effetti, la stella Vega è in grado di ruotare intorno al suo asse molto più velocemente del sole: una volta ogni 16 ore rispetto a una volta ogni 27 giorni terrestri. Contraddistinguendosi per un ritmo fulmineo, la raccolta di dati inerenti al suo movimento e ai pianeti nelle vicinanze può andare incontro a non poche complicazioni.
Impiego della stella Vega per calibrare gli strumenti osservativi
In passato, Vega è stata inquadrata come stemma modello per calibrare strumenti osservativi, volti a misurare spettro, indice di colore, temperatura effettiva, luminosità e magnitudine, oltre che per i telescopi.
La brillantezza di questa stella viene espressa attraverso la magnitudine: si tratta di una scala logaritmica standard che esprime un valore numerico. Questo tende a decrescere nel momento in cui aumenta la luminosità della stella.
In generale, nel cielo notturno, le stelle più deboli percepibili anche a occhio nudo presentano una magnitudine pari a 6. Le stelle più brillanti, di converso, presentano valori negativi in termini di magnitudine. Per la stella Vega, gli astronomi hanno deciso di rappresentarla con magnitudine pari a 0. Come mai? Sostanzialmente, al fine di standardizzare la scala delle magnitudini.
In passato, Vega venne impiegata per calibrare le scale di luminosità nell’ambito della fotometria. Allo stato attuale delle cose, invece, il valore di magnitudine zero viene inquadrato a livello di flusso per una questione meramente convenzionale. Il motivo di fondo, infatti, è che la stella Vega non risulta sempre visibile per poter eseguire in modo corretto e diretto tutte le calibrazioni del caso.
Il sistema fotometrico UBV
Il sistema fotometrico UBV è deputato a eseguire la misurazione della magnitudine delle stelle attraverso filtri ultravioletti, blu e gialli, corrispondenti ai suddetti valori: U, B e infine V. La stella Vega insieme ad altre cinque viene utilizzata per decretare quali sono i valori medi del suddetto sistema fotometrico, la cui introduzione è datata agli Anni Cinquanta.
“U − B = B − V = 0” è la formula che stabilisce la magnitudine media per queste 6 stelle: Lo spettro elettromagnetico di Vega è nel complesso piatto per quanto riguarda la regione visibile. La radiazione emessa ha una densità di flusso tra i 2000-4000 Jy (jansky).
Numerosi studi hanno però confermato che Vega registra una rapida diminuzione in termini di densità di flusso in riferimento alla regione dell’infrarosso. Il valore si attesta attorno ai 100 Jy (jansky) a fronte di una lunghezza d’onda pari a 5000 nm.
Con la scoperta della sua rotazione rapida, tutta una serie di dati formulati, dando per scontata la simmetria sferica della stella, potrebbero perciò essere nuovamente ridiscussi. Sviluppare nuovi modelli fisici e accertare quanto di nuovo scoperto potrebbe contribuire a migliorare in maniera considerevole il processo di calibrazione dei vari dispositivi di ricerca.
Perché questa stella si chiama Vega: ecco cosa significa
Il nome originario era Wega, poi soppiantato per libera traslitterazione in Vega. L’etimologia del nome Vega deriva dall’arabo wāqi, vale a dire plananti. Nell’XI secolo, gli astronomi arabi solevano definirla come l’avvoltoio planante, in quanto vedevano nella Lira un uccello rapace in procinto di planare. Con ogni probabilità, si trattava di un avvoltoio o di un’aquila.
Anche in India e nell’antico Egitto, la rappresentazione di una costellazione sotto forma di avvoltoio non costituiva in alcun modo una novità assoluta. Per l’Occidente, invece, bisogno attendere le Tavole Alfonsine, affermatesi attorno al XIII secolo per ordine di Alfonso X, re di Castiglia.
Veka, Vagieh e Waghi erano le varianti del nome originale arabo con cui questa stella divenne nota nel corso dei secoli.
Come e quando vedere la stella Vega?
Vega è la stella guida della costellazione della Lira. Forma un triangolo insieme ad altre due stelle, vale a dire Alrair dell’Aquila e Deneb del Cigno. Nello specifico, Vega rappresenta il vertice alto ed è ben visibile nelle prime ore della sera nel corso dell’estate boreale. Da notare che al crepuscolo la maggior parte delle stelle risulta ancora soffocata dal bagliore della luce del Sole.
Eponimia
Molti manufatti umani, in modo particolare strumenti scientifici e mezzi di trasporto, devono il loro nome alla stella Vega. Nel 1927 debutto un aereo di linea, noto come Lockheed Vega.
Nel 1971 venne lanciata sul mercato la Chevrolet Vega, automobile molto apprezzata nel corso degli anni. Anni dopo, l’Agenzia Spaziale Europea scelse il nome di questa stella per un suo lanciatore. Lo stesso fece poi l’Unione Sovietica nel dicembre del 1984 con le sonde Vega 1 e Vega 2, destinate a scopi esplorativi.
Stella Vega ed esopianeti: c’è un collegamento?
A detta di Spencer Hurt, questo potenziale esopianeta avrebbe dimensioni paragonabili a quelle di Nettuno, forse anche di Giove, e si troverebbe molto vicino alla stella Vega, più di quanto ad esempio Mercurio lo sia per il Sole. Le condizioni di vita lì non sarebbero ottimali, dato che nella sua atmosfera il ferro finirebbe per sciogliersi in gas. Non resta da far altro che attendere che l’esopianeta venga confermato oppure smentito.