Sfera celeste: che cos’è e cosa significa
Ti capita mai di ammirare le stelle e rimanere a contemplare le meraviglie che si celano nella cosiddetta sfera celeste?
Con questo nome si indica un concetto immaginario, attraverso il quale l'essere umano riunisce proprio la forma geometrica entro cui vengono inseriti i vari astri visibili dalla Terra.
Progredendo in modo parallelo alla conoscenza che l’umanità ha accumulato, scoprendo piano piano i segreti che si celano nell’universo, l’idea di volta o sfera celeste è parzialmente evoluto rispetto a quello con il quale era nato in origine. All’interno di questo articolo potrai approfondire cosa si intende per sfera celeste e quali sono i punti che la compongono, tra fissi e locali, nonché alcune curiosità interessanti sulla terminologia.
Che cos’è e cosa si intende per sfera celeste?
Con il termine sfera celeste, tutt’oggi utilizzato come retaggio di un’importante e consolidata convenzione astronomica, si intende una sfera immaginaria, al cui centro secondo la filosofia geocentrica è possibile trovare la terra, in relazione alla quale vengono posizionati i corpi celesti a seconda della lontananza dal nostro pianeta.
Il concetto di sfera celeste trae origine in tempi antichissimi e coincide con le iniziali osservazioni del cielo. Oltre alla versione geocentrica esiste quella eliocentrica, che pone al centro del modello il Sole.
Sfera celeste: significato e origini del termine
Gli albori della idea di sfera celeste risalgono al sistema tolemaico, che nell’antichità era utilizzato come modello astronomico di riferimento con una filosofia geocentrica. Ecco perché la rappresentazione della sfera celeste nelle civiltà greca e romana poneva la terra al centro del sistema solare, raffigurando tutti gli altri astri in rotazione attorno a essa.
Tale sistema, utilizzato per svariati secoli fino alla rivoluzione copernicana, vedeva le stelle e i pianeti come elementi idealmente fissati su cerchi di varie grandezze che orbitavano in un sistema concentrico. Si ipotizzava che tali forme sferiche concentriche, attraverso le quali si teorizzava il movimento dei pianeti e dei corpi celesti, fossero composte di sostanza eterea, trasparente ma comunque di materia solida.
Volta celeste e sfera celeste: sono la stessa cosa?
Uno dei dubbi principali che possono creare confusione riguarda l’uso dei termini volta e sfera, associati rispettivamente all’aggettivo celeste. Di fatto essi sono sinonimi, in quanto indicano la stessa forma immaginaria sulla quale vengono proiettati i corpi celesti, prendendo come punto d’osservazione la propria posizione sulla superficie della Terra.
Ad oggi risulta più utilizzato sfera, forse a causa della maggiore assonanza con la forma geometrica, mentre volta mantiene l’associazione con un linguaggio più poetico e aulico, più simile alle prime osservazioni del cielo che lo paragonavano proprio a una volta.
A cosa serve la sfera celeste: ecco perché è importante
È importante notare che la sfera celeste costituisce una modalità di rappresentazione della distanza di un corpo da un punto di osservazione, al fine di individuare le relative coordinate celesti. Con un raggio stabilito in maniera arbitraria vengono inseriti i diversi astri ma, dal momento che superata una certa distanza l’occhio umano non è capace di valutare in modo efficace la posizione esatta di due corpi lontani, la sfera celeste restituisce un’immagine approssimativa ma comunque utile.
Sulla sfera celeste sono visibili oggetti le cui coordinate cambiano nel corso del tempo, assecondando la rotazione della Terra, così come il suo moto di rivoluzione attorno al Sole. In base all’ora e al momento dell’anno, determinati elementi sono visibili oppure oscurati. A influire su quel che si può vedere nella cosiddetta volta celeste entra in gioco anche il fenomeno di precessione e il moto proprio delle stelle, che svolgono però un ruolo importante solo in tempi davvero lunghi.
Come avviene la rotazione di questa sfera?
La sfera celeste ruota attorno a un asse categorizzato come asse del mondo, che di fatto altro non sarebbe che un prolungamento dell’asse terrestre.
Parallelamente al moto di rotazione della Terra intorno al proprio asse, il sistema teorizzato tramite la sfera celeste sembra proiettare di fatto lo stesso movimento, coinvolgendo tutti gli altri pianeti. In tal senso gli unici due punti che rimangono immobili nel corso del moto diurno sono i poli celesti nord e sud.
Quali sono gli elementi di riferimento della sfera celeste?
Gli elementi situati sulla sfera celeste aiutano di fatto a interpretarla tracciando un percorso tra gli astri e i relativi movimenti. Questi riferimenti variano in base alla tipologia e in quanto possono essere fissi o locali in base alla posizione dell’osservatore.
Elementi di riferimento fissi
Gli elementi di riferimento fissi sono quelli che permettono di definire tutti gli altri. Nel corso del moto diurno degli astri esistono esclusivamente due punti che rimangono fermi e fanno dunque da linea guida: si tratta dei poli celesti.
Tra essi viene fatto passare l’asse attorno al quale ruota la sfera celeste. Di fatto il nord celeste attualmente corrispondente a Polaris e si trova nell’Orsa Minore, mentre il sud celeste è situato nei pressi di Octatis, stella di scarsa brillantezza della costellazione dell’Ottante. Con il termine Equatore Celeste si intende un altro elemento di riferimento fisso che indica la massima estensione del cerchio equidistante rispettivamente dai due poli celesti.
Non è difficile intuire a questo punto che la sfera celeste rappresenta in tutti gli aspetti una proiezione del sistema che regola il nostro pianeta.
Ecco spiegato anche perché si suddivide in due emisferi, rispettivamente Celeste Boreale e Celeste Australe e di conseguenza anche in meridiani e paralleli.
Riferimenti locali
Le stelle visibili dalla Terra cambiano a seconda della posizione nella quale si trova la persona che rivolge lo sguardo al cielo. Per questo motivo le relative posizioni sulla volta celeste possono variare in maniera sensibile in base alla localizzazione del punto di vista.
Forse avrai sentito i due termini Zenit e Nadir: con essi si indicano due punti variabili sulla sfera celeste. Tracciando una verticale a partire dal luogo d’osservazione verso gli estremi della sfera celeste, lo Zenit rappresenta il punto più alto d’intersezione, mentre il Nadir quello più basso. Solo il primo risulta visibile per ovvi motivi.
Gli altri riferimenti locali sono il Meridiano Celeste, ovvero il cerchio massimo che attraversa Zenit e Nadir, e l’Orizzonte Astronomico. Nel punto di intersezione tra Meridiano ed Equatore Celeste si trova inoltre il Punto di Mezzocielo.