La storia delle costellazioni, tutto quello che c’è da sapere
Sin dai tempi più remoti l'uomo ha osservato con curiosità il cielo, sia per orientarsi nello spazio geografico che per misurare il tempo, o ancora, conoscere i tempi più adatti per la raccolta o la semina nelle prime attività agricole.
Lo studio del cielo, ovviamente, non è servito solo per motivi pratici ma anche spirituali, soprattutto per le prime civiltà che popolarono il pianeta. Ci riferiamo soprattutto al culto delle divinità, di sacrifici umani ed animali in onore delle più svariate divinità, ed anche per interpretare in senso positivo o negativo gli eventi terrestri.
Circa 16.000 anni fa, siamo nell’era del Paleolitico, l’uomo aveva già provveduto a creare un sistema di costellazioni suddivise in tre gruppi, che volevano rappresentare sostanzialmente le tre parti nelle quali risulterebbe diviso il mondo, ossia: il Paradiso, la Terra ed il mondo degli Inferi. Il sistema constava dei seguenti gruppi:
- Primo gruppo: era costituito da tutte le costellazioni connesse al mondo superiore, dominate da creatute che popolano l’aria, vale a dire (Cigno, Aquila, Pegaso, ecc..), le quali apparivano più alte all’orizzonte;
- Secondo gruppo: rappresentato dalle costellazioni legate alla Terra, (Perseo, Vergine, Serpente ed Orione), che avevano un’altezza media sull’orizzonte;
- Terzo gruppo: sono le costellazioni del mondo inferiore, dominato prevalentemente da creature acquatiche. Parliamo delle costellazioni dei Pesci, della Balena o della Nave Argo, che si trovano collocate sotto l’orizzonte.
I popoli e le civiltà dell’astronomia: studiosi, opere e carte stellari
Le prime civiltà ad aver studiato le costellazioni, osservando la volta celeste, sono state quella dei Sumeri, il popolo dei Babilonesi, gli Assiri, gli Egizi, i Caldei, i Greci ed i Fenici. I Babilonesi avevano un gruppo di costellazioni che copriva la parte del cielo attraversata dalla Luna, dal Sole e da alcuni pianeti. La fonte di questa scoperta la si deve al ritrovamento di una tavoletta d’argilla, risalente al 700 a.C., contenente incise una lista di stelle a caratteri cuneiformi.
In seguito, gli storici hanno scoperto che la cultura che avevano i Babilonesi riguardo le costellazioni, era stata ereditata dal popolo dei Sumeri, vissuti a partire dal 2000 a.C.
I Greci, dal canto loro, non hanno inventato o scoperto molto circa le costellazioni, ma il loro lavoro è stato comunque prezioso perchè procedettero ad un lavoro di raccolta e di verifica delle fonti dei popoli antichi. Omero, ad esempio, eseguì in alcune delle sue opere, delle descrizioni dettagliate di alcune costellazioni intorno all’anno 1000 a.C.
Tuttavia, dalle carte stellari giunte fino ai nostri giorni, si deduce che i veri ideatori o inventori delle costellazioni, si trovavano nelle vicinanze del 36° di latitudine nord, ossia a sud della Grecia e a Nord dell’Egitto. Quindi, se la geografia non ci tradisce, furono i Sumeri ed i Babilonesi i pionieri di questo settore e con molta probabilità istituirono anche i segni dello Zodiaco.
Uno studioso greco molto importante in questo campo fu Tolomeo (Alessandria, 150 d.c.). Scrisse il trattato intitolato “Almagesto” nel quale riprendeva il lavoro del suo connazionale predecessore Ipparco, descrivendo ben 48 costellazioni, che sono giunte fino ai giorni nostri senza subire alcun cambiamento. Sono da escludere da quelle descritte da Tolomeo, le costellazioni dell’emisfero australe e quelle meno luminose non ancora individuabili all’epoca.
Le 48 costellazioni che Tolomeo descrisse in “Almagesto” sono le seguenti: Andromeda, Acquario, Aquila, Altare, Nave, Ariete, Auriga, Boote, Cancro, Cane Maggiore, Cane Minore, Capricorno, Cassiopea, Centauro, Cefeo, Balena, Corona Australe, Corona Boreale, Corvo, Cratere, Cigno, Delfino, Dragone, Cavallino, Eridano, Gemelli, Ercole, Idra Femmina, Leone, Lepre, Bilancia, Lupo, Lira, Ofluco, Orione, Pegaso, Perseo, Pesci, Pesce Australe, Freccia, Sagittario, Scorpione, Serpente, Toro, Triangolo Boreale, Orsa Maggiore e Minore, Vergine.
Dall’epoca di Tolomeo e fino al 1500 altre costellazioni vennero aggiunte a quelle scoperte da Tolomeo, (circa quaranta). Si procedette anche a riempire un’intera zona di cielo che Tolomeo non aveva descritto, in quanto la sua posizione era al di sotto dell’orizzonte visibile dalla Grecia.
In poco tempo, si creò una sorta di competizione tra astronomi, desiderosi di voler scoprire nuove costellazioni per lasciare la propria impronta nella storia. Tuttavia, ben poche vennero condivise da tutti, anche perchè non esistevano confini ben delineati. Mentre, tra il sedicesimo secolo ed il diciottesimo secolo, venne mappata con nuove costellazioni buona parte dell’emisfero australe e furono “riempiti” alcuni spazi vuoti dell’emisfero boreale.
Si arrivò poi, tra un dibattito e l’altro, ad epoca più recente. Precisamente al 1922, quando l’Unione Astronomica Internazionale, in riunione a Roma, decise di pianificare le decisioni relative alle costellazioni, ufficializzandone formalmente 88 e determinandone i confini grazie ai meridiani ed i paralleli.
L’elenco stilato comprendeva quasi tutte le costellazioni descritte da Tolomeo nell’Almagesto, più altre utilizzate da vari astronomi a partire dal diciassettesimo secolo e precisamente dal 1603, anno in cui l’astronomo tedesco Bayer pubblicò la sua “Uranometria”, il primo atlante di stelle dettagliato, focalizzato soprattutto sul cielo dell’emisfero sud.
L’atlante, al suo interno, mostrava una carta stellare per ogni costellazione scoperta da Tolomeo, dove venivano indicate persino le posizioni di ciascuna stella. Bayer eseguì anche una carta per i cieli non osservati da Tolomeo, ossia quelli australi. Questa opera notevole conteneva la descrizione di più di 2.000 stelle. L’innovazione di Bayer fu inoltre quella di introdurre il sistema delle lettere dell’alfabeto greco, usata tuttora, per indicare la classe di luminosità degli astri.
Anche un altro studioso, vale a dire John Flamsteed, contribuì ad arricchire gli atlanti esistenti. L’astronomo inglese, partendo dalle basi ricevute da Tolomeo, arrivò a catalogare più di 3.000 stelle nel suo catalogo intitolato “Historia Coelestis Britannica”, pubblicato nel 1725.
Che cosa è una costellazione?
Una costellazione non è altro che un gruppo di stelle disposte in maniera abbastanza irregolare nel cielo. L’uomo, nei secoli, ha attribuito a queste bizzarre disposizioni dei disegni particolari, dettati dalla pura immaginazione, vedendo in esse sagome di divinità, animali, creature mitologiche, ecc..
Come detto sopra, l’Unione Astronomica Internazionale, ha cercato di mettere tutti gli astronomi d’accordo, disponendo le costellazioni in un certo ordine e classificandone ben 88, con confini precisi, in modo tale che la volta celeste sia divisa in numerosi gruppi di stelle.
Col passare del tempo, ed oggi in misura ancora maggiore, per costellazone si intende ormai solo il gruppo di stelle, senza fare particolare riferimento alla creatura animale o umana che dovrebbe emergere dal disegno della loro disposizione.
Quando, invece, parliamo di emisferi, dobbiamo sempre associarli alle costellazioni appena descritte. Queste ultime visibili dalle latitudini settentrionali, furono battezzate già dai popoli antichi ed hanno solitamente qualche legame con la mitologia classica. Quelle presenti nelle latitudini nord, sono le costellazioni dell’emisfero boreale.
Le costellazioni presenti nell’emisfero australe sono le più recenti, visto che vennero identificate e determinate soprattutto durante l’epoca illuministica. Le costellazioni dell’emisfero australe sono meno numerose di quello boreale. I due emisferi sono separati dall’equatore celeste, che ha il suo omonimo in quello terrestre, ma non è la stessa cosa. Allo stesso modo esiste il polo nord celeste, che altro non è che la proiezione del polo nord terrestre nel cielo. Lo stesso discorso vale per il polo sud celeste.
Un’altra importante nozione è quella dell’eclittica. Quest’ultima è l’estensione massima della sfera celeste, inclinata di circa 23° gradi rispetto all’equatore. L’eclittica rappresenta la proiezione sulla sfera del piano dell’orbita della Terra attorno al Sole. In un anno, ossia 365 giorni, il Sole si muove apparentemente sull’eclittica percorrendola tutta. Da qui, nascono gli equinozi, ossia quando l’eclittica interseca l’equatore e quando questo avviene, la durata del giorno è esattamente uguale a quella della notte.
I solstizi invece, si verificano quando l’eclittica si trova alla distanza maggiore rispetto all’equatore. In altre parole, il solstizio avviene quando il Sole raggiunge, nel suo moto apparente lungo l’eclittica, il punto di declinazione massimo o minimo. Il fenomeno è causato dallo spostamento dell’asse terrestre rispetto all’eclittica. Nel corso di un anno i solstizi accadono due volte: la prima volta quando la declinazione massima del Sole nel periodo di giugno segnala l’inizio dell’estate all’emisfero nord, e la stagione fredda in quello sud. Mentre la declinazione negativa in dicembre segna l’inizio dell’inverno boreale (emisfero nord) e dell’estate australe (emisfero sud). Il solstizio ritarda ogni anno circa sei ore rispetto all’anno precedente, e torna ad essere regolare ogni quattro anni, in corrispondenza dell’anno bisestile, creato al fine di regolarizzare al meglio le stagioni. Proprio per queste variazioni, può capitare che i solsitzi cadano il 20 o il 21 giugno, o in alternativa, il 21 o il 22 dicembre. A questo proposito, conosciamo l’equinozio di primavera il 21 di marzo, il solstizio d’estate il 21 di giugno, l’equinozio d’autunno il 23 settembre ed il 21 dicembre il solstizio d’inverno.
Come abbiamo detto precedentemente, esistono anche le costellazioni zodiacali, che sono 12 e si situano tutte lungo l’asse dell’ellittica. C’è da dire però, che le costellazioni ed i segni zodiacali in realtà non coincidono. I segni zodiacali, infatti, sono delle divisioni immateriali, mentre le costellazioni si identificano come raggruppamenti di stelle che solo nel I secolo d.C. rientravano più o meno nei segni zodiacali rispettivi, ma a causa della precessione degli equinozi, oggi appaiono in altre zone rispetto a quelle dello zodiaco.
Questa mancata corrispondenza è dovuta allo spostamento lento dell’asse terrestre, che cambia il suo assetto rispetto alla disposizione delle stelle fisse. Infatti, a titolo di esempio, man mano che passeranno i millenni, la stella polare non sarà più quella che rappresenterà il Nord, ma un’altra stella svolgerà questa funzione, la stella Vega.