Conoscere i pianeti: alla scoperta di Mercurio

08 Mar 2016 - Tag:

mercurio blu

Mercurio è uno dei più piccoli pianeti del nostro sistema solare e quello più vicino alla nostra stella, il Sole. Presenta un'orbita abbastanza eccentrica, più degli altri pianeti della Via Lattea.

La superficie del pianeta è caratterizzata da intense escursioni termiche, soprattutto nelle regioni equatoriali dove durante la notte si possono registrare temperature anche di - 173° C per arrivare agli oltre 400° del giorno.

Le regioni ai rispettivi poli, invece, presentano una certa costanza visto che la media è di -90° C. Questa peculiarità è favorita sicuramente dall'assenza di una vera e propria atmosfera che non sembra in grado di redistribuire il calore per tutto il corpo celeste.

Gli astronomi (vedi articolo) sembrano concordare sul fatto che il pianeta sia ormai inattivo da miliardi di anni, visto che la superficie risulta piena zeppa di crateri.

Il nome del pianeta è da far risalire ai tempi della mitologia greca, infatti Mercurio era il messaggero degli dei, probabilmente per la sua rapida mobilità nel muoversi tra i cieli. Per i romani, invece, Mercurio era il dio ed il protettore degli scambi commerciali, nonchè il guardiano dei ladri.

Stiamo parlando del pianeta più vicino al Sole ed anche per gli stessi telescopi non è facile poterlo osservare. La sua magnitudine (vedi articolo) è di valore variabile oscillando tra i -0,4 ed il +5,5, a seconda della sua posizione rispetto alla nostra stella. In pieno giorno, ovviamente, la luce del Sole impedisce qualsiasi tipo di osservazione; per questo motivo è preferibile localizzarlo ed osservarlo, se si riesce, verso le ore del tramonto guardando a ovest o poco prima dell’alba in direzione del sorgere del Sole.

Il moto di rivoluzione di Mercurio è precisamente di 88 giorni terrestri e tutto questo rende l’osservazione possibile solo per pochi giorni consecutivi, dopo dei quali il pianeta si nasconde dalla Terra.

Mercurio tra i popoli: storia delle osservazioni

Come capita molto spesso di scrivere, le prime osservazioni in generale sono sempre da attribuire ai popoli dei sumeri, degli assiri o dei babilonesi. Proprio gli assiri, nel XIV secolo a.c. elencavano il nome di Mercurio, trascritto come “Udu” in caratteri cuneiformi, in alcune tavole di astronomia.

I babilonesi lasciarono traccia di loro durante il I secolo a.c. e solevano denominare Mercurio col nome di Nabu, ossia “dio della saggezza e della scrittura” secondo la loro mitologia. I più recenti Egizi e Greci assegnarono al pianeta blu due nomi, a seconda della parte del giorno. Gli egizi conoscevano Mercurio con il nome di Seth, un dio cattivo che veniva sconfitto simbolicamente dalle prime luci del giorno; ed Horus che invece era un dio buono associato alla figura del faraone e dello Stato.

Per i greci le fonti risalgono al periodo di Esiodo (VII secolo a.c.), che parla di Stilbon, ossia stella del mattino e di Hermaon, come stella della sera, facendo riferimento sempre a Mercurio. Questi nomi vennero in seguito sostituiti dall’utilizzo di Apollo ed Hermes. Per i romani il pianeta si chiamava per l’appunto Mercurio, ossia il messaggero degli dei dalle rapide movenze; probabilmete, questo nome venne suggerito dai moti rapidi del pianeta nel cielo.

Tolomeo nel secondo secolo a.c. descrisse della possibilità dei transiti del pianeta dinanzi al Sole. Un fenomeno che fino ad allora si era manifestato molto raramente, sia per l’alta improbabilità dell’evento che per le dimensioni ridotte del pianeta.

In Cina, il pianeta era conosciuto col nome di “Stella delle Ore”, oltre ad essere associato agli elementi del Wu Xing, ossia alle forze costituenti del pianeta. In particolare Mercurio rappresentava l’elemento dell’acqua, così come ancora risulta nelle moderne culture orientali.

Presso gli indiani Mercurio era identificato come il Dio Budha, che rappresentava a sua volta il mercoledì. Nella cultura sassone e del Nord Europa, Mercurio veniva associato al dio Odino, conosciuto come Woden in lingua germanica. Mentre il popolo dei Maya identificava il pianeta con due coppie di gufi, probabilmente perchè si credeva facesse da intermediario con il mondo dell’oltretomba.

Già nella primissima astronomia, negli albori di questa scienza, ed in particolar modo in quella islamica, un astronomo andaluso di nome Al-Zarqali, cercò di calcolare l’orbita geometrica del pianeta che appariva, secondo i suoi studi, di forma ovale. Qualche tempo dopo i suoi studi vennero seguiti da Ibn Bajja, un altro astronomo andaluso, che osservò, nel corso delle sue osservazioni, l’apparizione di due macchie scure lungo la massa solare.

Un successore di Bajja, tale Qotb Al Din Shirazi, suppose che lo stesso Bajja potesse aver osservato il passaggio di Mercurio e Venere davanti alla nostra stella. Va precisato, tuttavia, che queste osservazioni di molti secoli addietro vennero più volte reinterpretate da più persone e la maggior parte fu d’accordo si trattasse di macchie solari.

Galileo Galilei si occupò di Mercurio a partire dal XVII, sebbene l’attrezzatura sulla quale poteva contare l’astronomo toscano non gli consentiva di cogliere le fasi del pianeta blu, che vennero invece analizzate e scoperte da Giovan Battista Zupi, grazie al quale si seppe definitivamente che Mercurio orbitava intorno al Sole.

Dopo il lavoro svolto da vari astronomi nel corso dei secoli, si è giunti poi alle osservazioni moderne. Ci si è resi conto ben presto che dalla Terra, Mercurio continuava a nasconderci i suoi misteri. Per questo motivo, si è avviato il progetto della prima sonda spaziale, Mariner 10. Ulteriori progressi tecnologici hanno permesso di migliorare anche la stessa osservazione via Terra, grazie all’utilizzo di tecniche come il lucky imaging, una tipologia di tecnica astrofotografica.

È un fenomeno molto raro quello dell’occultazione tra Mercurio e Venere, un evento che avviene una volta ogni pochi secoli e si è calcolato che la prossima sarà datata 3 dicembre 2133.

Dettagli orbitali, struttura interna e atmosfera del pianeta azzurro

L’orbita di Mercurio appare fondamentalmente di tipo ellittico. Il pianeta si trova a una distanza variabile dal Sole che oscilla tra i 46 milioni ed i 69 milioni di chilometri. L’orbita del pianeta è influenzata dalle variazioni di altri pianeti, con un periodo siderale pari a ottantotto giorni ed uno sinodico di quasi centosedici giorni.

Per quanto riguarda la struttura interna di Mercurio, possiamo affermare che risulti molto simile a quella del nostro pianeta. Tuttavia, le regioni interne non risultano compresse, come accade per la Terra, ma con un’alta densità Mercurio dovrebbe possedere un nucleo abbastanza grande e molto ricco di elementi ferrosi.

Questo nucleo ferroso è superiore, come densità, a qualsiasi altro nucleo dei pianeti del sistema solare e molti studiosi hanno cercato una spiegazione a questa curiosa caratteristica. Un’ipotesi vorrebbe che Mercurio fosse stato come formazione molto simile alle meteoriti condriti, ossia quei corpi celesti di elementi rocciosi indifferenziati, e che presentasse, in passato, una massa per lo meno di due volte e mezzo quella attuale.

Si pensa che durante la formazione dell’intero sistema solare, Mercurio sia stato colpito da un planetesimo sei volte più piccolo e con un diametro di diversi chilometri. Questo corpo roccioso avrebbe scrostato gran parte del mantello che copriva la crosta, lasciando il nucleo come caratteristica preponderante della struttura interna.

L’aria di Mercurio e dunque la sua atmosfera non è come quella della sfera terrestre. Gli elementi principali che la compongono sono il potassio (oltre il 30%), il sodio (24,9%) ed in misura molto minore l’ossigeno (9,5%), l’argon (7%), l‘elio (5,9%), l‘azoto (5,2%) e al di sotto del 4% anidride carbonica, acqua ed idrogeno.

Mercurio ha una rotazione molto lenta e non possiede una distribuzione omogenea del calore. Tutto questo espone il pianeta a forti fenomeni di escursione termica che risulta essere la più alta, al momento, tra tutti i pianeti del sistema solare.

Mercurio nella letteratura di fantascienza

Essendo un pianeta tra i più vecchi, vari riferimenti a Mercurio compaiono già in molte opere famose, come nella Divina Commedia di Dante, dove il Secondo Cielo viene definito Cielo di Mercurio, dove avevano sede gli arcangeli e le anime che si dettero da fare per raggiungere la gloria terrena.

Frequenti sono le citazioni del pianeta anche in altre opere fantascientifiche come l’opera di Bernard de Bovier de Fontenelle, che scrisse l’opera “Entretiens sur la Pluralité” dove si parlava della presenza di mondi alieni su pianeti come Venere, Saturno e Mercurio per l’appunto.

Anche lo scrittore sovietico Isaac Asimov ha scelto il pianeta azzurro come set delle sue storie. Nel racconto “Circolo Vizioso” due astronauti si trovano sul pianeta per riparare alcune miniere ormai in disuso. La missione li porterà ad avvalersi di un elemento chimico presente appunto su Mercurio, il selenio. Nell’altro racconto intitolato “The Dying Night”, si investiga sulla morte di uno scienziato.

I sospettati sono tre colleghi che erano stati sulla Luna, su Mercurio e sull’asteroide Cerere. Si scopre alla fine che il colpevole è il collega che è stato su Mercurio, custode di un segreto riposto nella parte in ombra del pianeta azzurro, consapevole che non sarebbe mai stato scoperto.

Infine, il racconto “Lucky Starr e il grande Sole di Mercurio” è ambientato in un’area a metà strada tra la zona illuminata di Mercurio e quella perennemente all’oscuro. Un altro scrittore, Alan Nourse scrive qualche tempo dopo il romanzo “Brightside Crossing” dove un gruppo di esploratori si prefigge di attraversare la superficie del pianeta seguendo la sua linea equatoriale.

Solo in un secondo momento si scoprì che la rotazione del pianeta azzurro non era sincrona, quindi non era vero che Mercurio volgesse sempre la stesso lato al Sole, come succede per la Luna. Fu così che anche i romanzi dovettero aggiornarsi alle nuove scoperte scientifiche.

Non ci sono stati solo romanzi o racconti basati su Mercurio, ma anche semplici citazioni in opere letterarie, come nel caso del libro “Incontro con Rama” dove viene fatto un cenno ad una misteriosa civiltà mercuriana. In “Spedizione Sundiver”, romanzo di David Brin, si parla di un gruppo di esploratori che dimorano su Mercurio come base ideale per studiare nuove forme di vita scoperte sulla superficie del Sole. Nel romanzo “Manifold: Space”, Mercurio è l’ultimo baluardo dell’essere umano, dopo che gli alieni hanno provveduto ad eliminare la razza umana dal resto del sistema solare.