Le stelle cadenti e la notte di San Lorenzo: perchè portano fortuna?

24 Gen 2018 - Tag:

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Sono le assolute protagoniste del cielo d'agosto, hanno rappresentato per secoli oscuri presagi e l'arrivo di periodi funesti.

Stiamo parlando delle stelle cadenti, da sempre collegate alla vita ed al martirio di San Lorenzo e citate anche in alcuni componimenti poetici di scrittori italiani.

La credenza diffusa afferma che durante la notte di San Lorenzo, il 10 agosto, nel cielo possano vedersi delle stelle cadenti e ad esse sia possibile affidare i nostri desideri con la speranza che si avverino. Si raccomnada di osservare il cielo in un luogo tranquillo, di avere molta pazienza e perdere lo sguardo nel cielo notturno per vedere queste rapidissime scie luminose che infuocano la notte.

La data per osservare questo eccezionale fenomeno è quella del 10 agosto, anche se, secondo gli studiosi ci sia più speranza di vederle nella notte tra il 12 ed il 13 agosto. Tutti, dunque, col naso all’insù a scrutare il cielo speranzosi di vedere queste scie luminose conosciute col nome di stelle cadenti. Le persone che riescono a vederle si dice possano esprimere un desiderio con la speranza che si avveri e che sia di buon augurio, anche se nel passato non tutti la pensavano così.

Secondo la tradizione cattolica si parla di lacrime di San Lorenzo, un maritre nato in Spagna, nella zona dei Pirenei nel 225. Dopo aver compiuto gli studi teologici a Saragozza ed essere stato allievo del futuro papa Sisto II, Lorenzo partì dalla Spagna in direzione di Roma. A trent’anni venne proclamato dal suo maestro papa, Arcivescovo e gli vennero affidate le opere di carità della diocesi di Roma per i più bisognosi, poveri e vedove dei quali si prese cura.

Nell’agosto del 258, un editto dell’imperatore Valeriano ordinava la confisca di tutti i beni ecclesiastici a favore di quegli imperiali e la condanna a morte di tutti i vescovi, diaconi e presbiteri. Al futuro santo venne proposta l’immunità in cambio di tutto il tesoro della Chiesa. Tuttavia, il 10 di agosto Lorenzo si presentò davanti all’imperatore con al suo seguito i bisognosi, e disse all’imperatore che queste persone erano in realtà il tesoro più importante per la Chiesa, perchè sono solo destinati ad aumentare ed avranno bisogno costantemente di aiuto.

L’imperatore indispettito del comportamento di Lorenzo ne ordinò la cattura e successivamente sentenziò che si ponesse su una graticola per bruciarlo vivo. Questo secondo le fonti storiche ufficiali, altri studiosi sostengono che il santo venne decapitato, nonostante l’iconografia cristiana lo ritragga sempre con la palma simbolo del martirio e la graticola. Fonti popolari, aggiungono che il santo dopo essere stato arrostito, venne dato in pasto tra i poveri come sua ultima opera di carità. Durante la notte di San Lorenzo vengono anche sparati i fuochi, in memoria delle scintille che si alzarono dalla graticola durante il suo martirio.

Nel medioevo, invece, si credeva che le scie luminose visibili in cielo fossero le anime dei defunti o di quelle del Purgatorio, che mentre salivano ai cieli recitavano il Padre Nostro. Alle stelle cadenti ricorre anche Dante nel XV canto del Paradiso per annunciare l’arrivo dell’anima di Cacciaguida: “..movendo li occhi che stavan sicuri / e pare stella che tramuti loco, / se non che da la parte ond’è s’accende / nulla sen perde, ed esso dura poco..”. Anche nell’antica Grecia le stelle cadenti avevano un significato, in questo caso di natura politica, infatti ogni nove anni alcuni membri del governo scrutavano il cielo e vedere una stella cadente era il segnale che gli Dei davano nei confronti del governante che veniva deposto.

Nella cultura indù le stelle cadenti erano le anime dei defunti che riscendevano sulla Terra per reincarnarsi, mentre tra i persiani le stelle cadenti erano forze maligne, amiche del caos, delle streghe che la stella Sirio cercava di mettere in fuga scagliando delle frecce. Per tornare ai nostri poeti, anche Giovanni Pascoli compose il famoso brano “X agosto” dove rievoca la morte del padre, a seguito di un’imboscata mentre tornava a casa: “San Lorenzo, io lo so perchè tantodi stelle per l’aria tranquilla / arde e cade, perchè si gran pianto / nel concavo cielo sfavilla..”, esprimendo il dolore per la morte del padre ucciso al quale sembra partecipare anche il cielo immortale ed infinito, che piange nella notte di agosto, le lacrime di San Lorenzo.