La costellazione di Orione: Osservazione, Segreti, Significato, Mitologia
Andromeda è una costellazione molto estesa, nota fin dai tempi antichi. È di facile individuazione soprattutto in autunno e si trova nell'emisfero settentrionale del cielo, in direzione della galassia che prende il suo nome.
Seppur estesa, la sua luminosità non è molto elevata, ha infatti solo due stelle che raggiungono il secondo livello di magnitudine, ossia Alpheratz e Mirach. Tuttavia possiede un numero consistente di stelle binarie e variabili e diversi oggetti celesti tra cui l'omonima galassia, conosciuta anche come M31, il più lontano oggetto visibile ad occhio nudo.
Il periodo più adatto per osservarla è tra settembre e gennaio, in quanto è una tipica costellazione autunnale, ma la si può vedere nel cielo notturno già da fine agosto fino a buona parte del mese di marzo senza grosse difficoltà. La costellazione si estende a nordest del Quadrato di Pegaso, di cui la stella al vertice fa parte di Andromeda e con l’allineamento delle stelle arriva quasi a toccare la scia luminosa della parte nord della Via Lattea. Andromeda confina a nord con Cassiopea e Perseo, mentre a sud si estendono le costellazioni del Triangolo e dei Pesci.
Il mito e la storia di Orione
Nella mitologia Greca, Orione era un gigantesco ed aitante cacciatore, il più abile dei suoi tempi, asceso nella volta celeste per volere di Zeus, che lo immortalò tra le stelle come costellazione di Orione. Le fonti antiche narrano innumerevoli versioni riguardo il mito di Orione. Eccone alcune.
Secondo Orione nel mito di Esiodo, Orione era figlio di Poseidone ed Euriale, figlia di Minosse, re di Creta. Orione, che come suo padre poteva camminare sulle acque, si diresse verso l’isola di Chio dove, ubriaco, usò violenza su Merope, figlia di Enopio, il sovrano dell’isola, il quale, per vendetta, lo accecò e lo esiliò. Rifugiatosi sull’isola di Lemno, Orione si fece condurre dal servo di Efesto, Cedalione, verso oriente dove riacquistò la vista osservando il sole nascente.
Secondo la versione di Omero, Orione era solito condividere molte battute di caccia con la dea Artemide e Sirio, il suo fedele cane; un giorno, nel corso della caccia, minacciò di uccidere ogni belva esistente, il che fece infuriare Gea, la Terra, che, sdegnata, fece tremare la terra e, da una fenditura, uscì uno scorpione gigante che punse il cacciatore a morte. Dopo la sua morte, Artemide chiese a Zeus di collocare Orione tra le costellazioni.
Secondo un’altra versione, la dea Artemide si innamorò del bel cacciatore dalla corporatura colossale; gelosa che il gigante si fosse invaghito delle Pleiadi, la dea lo fece uccidere dallo Scorpione che si nascose nella sua capanna e lo punse con il suo aculeo avvelenato.
Un’altra leggenda narra che il fratello di Artemide, Apollo, per ostacolare l’amore tra il mortale e la sorella, votata alla verginità, mise a punto un piano. Una mattina, mentre Orione stava nuotando nel mare con la testa appena visibile, Apollo mise in dubbio le abilità di arciere della sorella sfidandola a colpire un punto poco visibile al largo; ella, non sapendo che si trattava della testa dell’amato, scoccò una freccia d’argento che trafisse il povero Orione alla tempia. Quando le onde portarono l’uomo a riva, Artemide si accorse che si trattava del corpo del cacciatore e scoppiò in lacrime. Zeus, impietosito di fronte a tanta sofferenza, immortalò Orione e il suo fedele cane tra le costellazioni.
Anche se esistono davvero tante versioni riguardo al mito di Orione, l’elemento che le accomuna è la collocazione del cacciatore nella Costellazione di Orione, la più grande e luminosa del cielo, mirabile da entrambi gli emisferi e simile ad una figura umana.
La costellazione di Orione raffigura il gigantesco cacciatore che brandisce con la mano destra una clava e con la sinistra un vello di pelle di leone, o uno scudo. Una particolarità di questa costellazione è costituita da un trio di stelle allineate che formano la c.d. “Cintura di Orione”. Ai suoi piedi, secondo la leggenda, Zeus collocò i suoi fedeli cani, il Cane Maggiore e il Cane Minore.
Alcuni antichi lo rappresentavano all’inseguimento del Toro, altri della Lepre e altri ancora delle Pleiadi.
La costellazione di Orione è posta il più lontano possibile da quella dello Scorpione: quando quest’ultima sorge, quella di Orione tramonta, così che il pungiglione del temibile mostro non possa più minacciare il valente cacciatore.
Le stelle principali
Tra le stelle principali della costellazione di Andromeda elenchiamo le seguenti:
- Alpheratz: è una stella bianco-azzurra, la più luminosa della costellazione; assieme alle stelle α, β e λ Pegasi forma l’asterismo del Quadrato di Pegaso.
- Mirach: si tratta di una gigante arancione con una magnitudine di 2,1; ha come compagna una nana quasi ottocento volte più debole del Sole e di magnitudine quattordici.
- Almach: si trova a sud della costellazione ed è una stella doppia. La più brillante delle due è giallo-arancione mentre la compagna blu-verdastra. In realtà a loro volta queste due stelle presentano un’altra compagna trattandosi per questo motivo di un sistema multiplo.
- δ Andromedae: è una stella doppia. La maggiore, di colore arancione ha una magnitudine pari a 3,27.
- υ Andromedae: possiede un sistema planetario con tre pianeti confermati di masse superiori a quelle di Giove.
Alpheratz viene a segnare, idealmente, il vertice della raffigurazione della bellissima giovane figlia di Cefeo, appunto Andromeda. È da sottolineare la maggiore magnitudine di questa stella rispetto a Mirach ed Almach, seppur di pochissimo. Ha una temperatura superficiale di 9500K e nel suo spettro è evidente la presenza di manganese e gallio.
Anticamente questa stella veniva chiamata Sirah o Sirrah dall’arabo, che significava letteralmente “l’ombelico del cavallo”, in riferimento alla costellazione di Pegaso alla quale era assegnata; infatti, a lungo venne considerata stella delle due costellazioni. Un altro termine utilizzato dagli astronomi medievali arabi era “Ras al-mar’a al-musalsala”, ovvero “il padrone della donna in catene”, che in quel caso era Andromeda.
Alpheratz rappresenta il vertice nordorientale dell’asterismo del Quadrato di Pegaso composto appunto dalle stelle Alpheratz, Scheat (β Pegasi), Markab (α Pegasi) e Algenib (ϒ Pegasi). Nello zodiaco lunare indù, questa stella, insieme a quelle del Quadrato di Pegaso, rappresenta le Nakshatra, cioè una casa lunare, uno dei ventisette punti in cui è divisa l’orbita della luna.
Mirach è una gigante rossa molto variabile in quanto a luminosità, in alcuni periodi riesce ad essere più splendente di Alpheratz. Ha uno spettro che evidenzia la presenza di metalli neutri ed una compagna nana di circa ottocento volte più debole del Sole. Il nome Mirach è anch’esso di origine araba e significa “cintura”, “corpetto” sempre con riferimento alla posizione che questa stella occupa nella raffigurazione immaginaria della principessa Andromeda.
Sono stati molti i nomi a lei attribuiti nei secoli, fra questi: Super Mirat, Mirat, Mirar, Mirath, Mirax, Merach, Super Mizar. Se Alpheratz fu in passato associata alla costellazione di Pegaso, Mirach lo fu alla costellazione dei Pesci per via di alcune rappresentazioni antiche di origine araba, la stella alpha dei Pesci, infatti, indicava la parte del ventre.
Stelle doppie o sistemi multipli e variabili
Andromeda mostra un gran numero di stelle doppie e multiple, alcune delle quali osservabili con un semplice binocolo. Tra quelle conosciute elenchiamo le seguenti:
- μ Andromedae: Si tratta di un sistema multiplo composto da una stella primaria di magnitudine 3,87 e due compagne di undicesima e tredicesima brillantezza.
- π Andromedae: una coppia di stelle rispettivamente di quarta ed ottava magnitudine.
- γ Andromedae: Un altro sistema multiplo formato da una stella bianca di quarta magnitudine, a sua volta affiancata da una compagna di sesta, ed una gigante arancione.
- 59 Andromedae: Trattasi di una coppia di stelle bianche di quinta e sesta magnitudine.
Così come accade per la costellazione di Orione, anche quella di Andromeda presenta un gran numero di stelle variabili piuttosto luminose.
Fra le Mireidi troviamo R Andromedae che in periodi di altissima luminosità è visibile anche ad occhio nudo passado in poco più di un anno dalla quattordicesima magnitudine alla quinta. Un’altra stella variabile è W Andromedae che arriva massimo fino alla sesta grandezza partendo anch’essa dalla quattordicesima. KU Andromedae ha un periodo di variazione più lungo rispetto alle precedenti, oscillando tra la decima e la sesta magnitudine.
Se parliamo delle variabili a eclisse, la più interessante è ζ Andromedae, si tratta di una coppia di stelle talmente vicine da venire a contatto fisico tra loro. Anche λ Andromedae è una variabile ad eclisse ma presenta delle oscillazioni molto ridotte.
Andromeda nella mitologia greca
Andromeda era una figura mitologica del mondo greco, figlia di Cefeo e Cassiopea sovrani d’Etiopia. Tutto ha inizio quando la madre di Andromeda sostenne di essere più bella di alcune ninfe marine conosciute col nome di Nereidi. Queste, sentendosi offese, decisero che la vanità di Cassiopea aveva superato ogni limite e per questo andava punita. Sicchè chiesero al dio del mare, Poseidone, di punire la sovrana; fu così che Poseidone mandò un mostro terribile, alcuni sostengono si trattasse di un’inondazione, a razziare le coste del terrirorio d’Etiopia. Incalzato dalle proteste del popolo, stufo delle devastazioni subite, Cefeo si rivolse all’Oracolo di Ammone per trovare una soluzione. Gli fu detto che per placare l’ira del mostro avrebbe dovuto sacrificare sua figlia vergine Andromeda.
Così l’innocente figlia di Cefeo venne incatenata ad una costa rocciosa nel tentativo di espiare le colpe della madre. Mentre Andromeda attendeva la sua fine, in preda al panico e tra le lacrime, accorse l’eroe Perseo, fresco dell’impresa per la decapitazione di Medusa. Il suo cuore fu rapito dalla vista della giovane e cominciò ad interrogarla per capire la sua storia. Fu così che Perseo si lanciò contro il mostro uccidendolo con la sua spada, liberò Andromeda dalle catene e la chiese in sposa.
Il lieto fine vuole che Andromeda fece padre Perseo di sei figli, compresi Perse, progenitore dei Persiani e Gorgofone, madre di Tindaro e Icario, entrambi re di Sparta.