Orionidi: cosa sono e quando vederle nel 2024
Tra i fenomeni più affascinanti che ci regala la volta celeste c'è anche quello delle stelle cadenti. Da sempre le osserviamo con il naso all'insù suggestionati dall'immaginario romantico che è stato generato nel tempo dalla poesia, dalla letteratura, dal cinema, dalla musica. Le ammiriamo con la speranza che possano esaudire i nostri sogni e desideri.
Tuttavia, al di là del valore metaforico che siamo soliti attribuirgli, possiamo davvero dire di sapere cos’è una stella cadente? In questo articolo lo scopriremo approfondendo le caratteristiche di uno dei molti sciami meteorici che transitano sulla nostra testa, ovvero le orionidi.
Orionidi e sciami meteorici: cosa sono?
Il fenomeno delle stelle cadenti viene definito in termini scientifici con il nome di sciame meteorico. Di cosa si tratta esattamente? Le meteore sono i fenomeni luminosi a cui danno vita i corpi solidi che viaggiano nel sistema interplanetario, come ad esempio i frammenti di asteroidi.
Questi corpi celesti bruciano nel momento in cui entrano in contatto con l’atmosfera della nostra Terra. Lo sciame meteorico è dunque l’insieme di un certo numero di meteore che cadono nel cielo.
Bisogna fare attenzione a non confondere la meteora con il meteorite che è invece il corpo solido che può raggiungere il suolo terrestre con un impatto più o meno grave.
Gli sciami meteorici sono assai frequenti anche se non ce ne accorgiamo, sia perché non guardiamo sempre il cielo sopra di noi sia perché non siamo sempre informati sui fenomeni celesti in corso. Molti di essi si manifestano e si ripetono in precisi periodi dell’anno. Ciò dipende dal fatto che la Terra, con il suo movimento, attraversa le diverse aree dello spazio ogni anno con la stessa cadenza. Tra gli sciami più noti vi è quello delle orionidi.
Questo gruppo di stelle cadenti è osservato in astronomia sin dalla metà dell’Ottocento.
Storia delle orionidi: da dove deriva il nome e come sono state conosciute?
Il nome orionidi deriva dalla costellazione di Orione perché è qui che risiede il radiante dello sciame meteorico.
Il radiante è il punto comune da cui partono le meteore. Infatti, se provassimo a tracciare la traiettoria di viaggio delle meteore che costituiscono le orionidi, da un punto di vista prospettico potremmo individuare il punto unico da cui esse derivano proprio nella costellazione citata. Sulla base di questo fatto, gli studi astronomici hanno assunto la seguente regola in relazione alla scelta delle denominazioni: il radiante si trova all’interno di una costellazione e tale costellazione viene utilizzata per dare il nome a uno sciame meteorico.
Abbiamo detto che il radiante è il punto di partenza; nel caso delle orionidi esso è collocato in Orione. Ma il radiante non è la causa della pioggia di stelle. Infatti, la vera causa che genera le stelle cadenti in quel punto esatto è l’incontro dell’orbita della Terra intorno al Sole con la scia di una cometa che ha lasciato lì detriti e polveri.
Quest’ultimi a contatto con l’atmosfera terrestre prendono fuoco provocando delle scie luminose.
Cometa di Halley: ecco il collegamento con le orionidi
Dunque, qual è la cometa progenitrice delle orionidi? In realtà, è abbastanza famosa, tutti l’abbiamo sentita nominare almeno una volta nella vita. Si tratta della cometa di Halley, denominata così in onore dell’astronomo inglese Edmond Halley che nel 1683 si accorse per primo che l’orbita della cometa determina la sua comparsa periodica (per l’esattezza ogni 76 anni perché è questa la durata della sua orbita intorno al sole).
I risultati ottenuti da Halley hanno rafforzato l’idea che le comete sono corpi celesti che fanno parte del sistema solare. Oltre alle orionidi, la cometa di Halley genera anche lo sciame meteorico delle Eta Aquaridi che si manifesta solitamente nel mese di maggio (le stelle cadenti della primavera).
In altre parole, la cometa di Halley lascia dei residui con il suo passaggio; questi residui si sfaldano a contatto con l’atmosfera terrestre. Bruciando, le meteore creano una scia luminosa che assume una colorazione che va dal giallo al verde. L’effetto è proprio quello di una stella che sembra cadere dal cielo verso di noi – ma che, in verità, si trova a milioni di chilometri da noi.
Il transito delle orionidi nel cielo ha una velocità di 66 km al secondo. Mentre la loro grandezza può variare da pochi millimetri a pochi centimetri (particelle molto piccole eppure in grado di restituire un intenso effetto luminoso).
Visibilità delle orionidi: come è possibile vederle?
La luminosità dello sciame indica la sua estrema vicinanza all’atmosfera della Terra. Solo questa vicinanza consente all’occhio umano di riconoscere le stelle cadenti. Ci sono poi dei periodi dell’anno in cui la possibilità di vederle è maggiore (l’evento che tutti abbiamo in mente è sicuramente la notte di San Lorenzo nel caldo mese di agosto).
Per riuscire a vedere le orionidi è necessario che il cielo sia limpido, sereno e privo di nuvole. L’ideale è essere lontani dalle luci artificiali della città che offuscano la visione.
Altro fattore importante è essere pazienti. Innanzitutto, i nostri occhi devono abituarsi all’oscurità, ma solo così sarà possibile identificare il fenomeno. E poi, bisogna aspettare che esso si verifichi, il che non è detto che sia immediato (quindi bisogna proteggersi dal freddo autunnale).
Il passo successivo è orientare lo sguardo in direzione del radiante individuando la costellazione di Orione, quindi in direzione Sud-Est. Non è difficile riconoscerla perché è composta da stelle molto luminose e anche perché ha una particolarissima forma a clessidra, quindi due quadrilateri uniti al centro dalla cosiddetta cintura.
Orione, inoltre, ha una posizione perfetta che la rende visibile da qualsiasi parte del mondo. Le orionidi sono estremamente luminose e possono verificarsi in un’ampia area dello spazio, per cui non sfuggono allo sguardo.
Quando si vedono le orionidi nel 2024?
Le orionidi sono le stelle cadenti del mese di ottobre, quindi le stelle cadenti dell’autunno. Per la precisione, lo sciame meteorico è visibile ogni anno dal 2 ottobre al 7 novembre (e, dunque, anche nel 2024 sarà così).
In questo periodo dell’anno la Terra attraversa la costellazione di Orione dove risiedono i materiali della scia della cometa di Halley. Nel lasso di tempo indicato, vi sono alcuni giorni di picco che di solito sono collocati tra il 20 e il 24 ottobre quando la Luna sorge più tardi e lascia brillare la costellazione di Orione.
Durante queste nottate le orionidi possono dar vita a una scia ogni 3 minuti (decine di stelle cadenti all’ora). Ovviamente, è un’indicazione generale: il picco è variabile, difficile da prevedere. Esistono differenze persino a seconda del posto da cui osserviamo la pioggia di stelle, se dall’emisfero settentrionale o meridionale.
Possiamo rivolgere il nostro sguardo al cielo a partire dalla mezzanotte. L’orario più favorevole per poterle individuare è però il momento che precede l’alba, quindi il sorgere del Sole.