Costellazione Poppa, stelle principali e mitologia

25 Giu 2018

costellazione della Poppa

L'astronomo Nicolas-Louis de Lacaille divise nel 1760 la costellazione Nave Argo in tre parti distinte: nacquero così Vela, Carena e Poppa. Vela e Carena non sono praticamente visibili dall'Italia, ma lo stesso non può dirsi per Poppa che è situata nell'emisfero australe e rappresenta la più grande e la più settentrionale di tutte.

Le stelle principali della costellazione Poppa e come osservarla

Può essere, infatti, facilmente individuata in cielo perché la sua parte più settentrionale giace a est di Sirio e del Cane Maggiore, mentre a sud di quest’ultima si trova la parte più meridionale che lambisce Canopo.

La si può osservare nel periodo di tempo compreso tra dicembre e aprile, ma la parte più a sud rimane sempre invisibile; nell’emisfero australe può, invece, essere contemplata nel corso dell’estate e durante tutta la stagione autunnale.

Poppa è tagliata dalla Via Lattea e per questo motivo presenta una moltitudine le stelle.

  • ζ Puppis (Naos) è una supergigante azzurra di magnitudine 2,21, dista dalla Terra circa 1399 anni luce ed è uno degli astri più luminosi. Ha, inoltre, una temperatura di 35000°C e per questo motivo è una delle stelle più calde mai conosciute.
  • π Puppis (Ahadi) è una gigante di colore arancione, si trova a 1094 anni luce e ha una magnitudine pari a 2,71.
  • ρ Puppis (Tureis) è banco-giallastra, non può essere classificata come gigante, dista circa 63 anni luce e la sua magnitudine è di 2,83.
  • τ Puppis (Altaleban) è una gigante di colore arancione, ha magnitudine 2,94 e si trova a 183 anni luce.
  • ν Puppis (Kaimana) è azzurra, possiede magnitudine 3,17 ed è distante circa 423 anni luce.

Vi sono altri astri degni di menzione e tra questi si ricordano: la brillante ξ Puppis e le lontane HD 68601 e HD 61227 che possono essere localizzate, rispettivamente, a occhio nudo e con l’ausilio di un binocolo.

Non mancano, inoltre, le stelle doppie e tra queste spicca la coppia formata da ν¹ e ν² Puppis; entrambe sono di colore azzurro e fanno parte dell’ammasso noto come Cr 135.
Si riscontrano, infine, diversi astri variabili che possono essere individuati a occhio nudo.

La L²Puppis, per esempio, occupa la posizione più a sud all’interno della costellazione e ha una magnitudine variabile tra 2,6 e 7,2.

La R Puppis, al contrario della precedente, presenta un gap di escursioni più contenuto.

Nei suoi dintorni si distinguono, infine, diversi ammassi stellari:

  • M47 è costituito da 50 stelle, può essere osservato con l’ausilio di un binocolo e si trova a una distanza di circa 3800 anni luce.
  • M46 è composto da 150 astri, dista 6000 anni luce e può essere scrutato con un piccolo telescopio.
  • NGM 2477 è formato da ben 300 stelle e si trova a circa 6200 anni luce dal pianeta Terra.
  • NGM 2451 presenta 50 stelle, è posizionato a 1700 anni luce e può essere visto con il supporto di un binocolo.

La mitologia nella costellazione Poppa

La storia di Poppa è riconducibile, per forza di cose, a quella della Nave Argo e la costellazione rappresenta, infatti, nello specifico la sua poppa.
Questa celebre imbarcazione venne impiegata dagli Argonauti per andare alla ricerca del noto Vello d’Oro, la pelle di ariete dorato custodiata dal re Eeta.
L’avventurosa impresa fu guidata da Giasone, figlio di Alcimeda e di Esone, re di Iolco.
Pelia, fratello del sire, pare fosse interessato a impadronirsi del trono e per questo motivo Giasone venne allontanato da corte e affidato alle cure del centauro Chirone.
Divenuto adulto decise di fare ritorno nella sua terra per rivendicare ciò che gli spettava di diritto, ma lo zio gli chiese in cambio il noto Vello d’Oro.
Giasone, risoluto e fermo nelle sue posizioni, radunò cinquantadue eroi greci (gli Argonauti) e partì alla volta della terra di Colchide.
Superate diverse peripezie giunse finalmente a destinazione, ma il re Eeta decise di consegnargli il Vello d’Oro solo dopo il superamento di due prove molto ardue.
La prima prevedeva che Giasone mettesse sotto il giogo due terribili tori, con zoccoli in bronzo e narici fiammeggianti, e arasse il terreno, mentre la seconda comportava la semina dei denti di drago nel Campo di Marte.
Il giovane le affrontò entrambe con l’aiuto di Medea, figlia di Eeta, e in quel frangente, grazie all’intercessione del dio dell’amore Eros, si innamorò perdutamente della fanciulla.
Le sfide furono superate, ma il re non mantenne la promessa e per questo motivo i due innamorati addormentarono il drago, posto a guardia del Vello, e riuscirono a impossessarsi del manto.
Giasone e gli Argonauti fecero così ritorno in patria; Pelia, esterefatto dal successo del nipote, non abbondonò spontaneamente il trono.
Il ragazzo fu così costretto a ucciderlo per riprendersi ciò che gli apparteneva.
Argo, al termine dell’avventuroso viaggio, fu consacrata a Posidone e trasferita in cielo dove venne, quindi, trasformata nella celebre costellazione Argo Navis.
Le storie che riguardano l’imbarcazione sono davvero diverse: una di queste attribuisce, per esempio, la costruzione del mezzo al carpentiere Argo di Tespi, mentre la protezione dell’equipaggio venne affidata alla dea Era; un’altra versione vede invece il coinvolgimento della dea Atena.
Pare, infine, che nella prua della nave vi fosse un pezzo magico che aveva il dono della voce ed elargiva svariate profezie.