Costellazione Leone Minore, stelle principali e mitologia
Il Leone Minore, o Leoncino (in latino Leo Minor, abbreviato in LMi) è una piccola costellazione boreale, compresa in declinazione fra l'Orsa Maggiore e il Leone. Raffigurante un cucciolo di leone che si accompagna al Leone Maggiore, la sua stella più luminosa è Praecipua. La costellazione venne introdotta dall'astronomo polacco Johannes Havelius nel 1697.
Stelle principali
Trattandosi di una costellazione di non estese dimensioni, le sue stelle principali sono relativamente poco luminose. Tra esse occorre menzionare:
– 46 LMi (Praecipua), il cui nome significa, appunto, Principale, in considerazione del fatto che si tratta della stella più luminosa della costellazione. Si tratta di una stella subgigante, situata a una distanza di 98 anni luce dalla Terra. Manca una designazione operata dal Bayer (nel senso che, a differenza di altre costellazioni, non si è proceduto ad identificare una stella Alpha), il che fa sì che il Leone Minore sia l’unica costellazione dotata di una stella più brillante priva di denominazione.
– β LMi, stella gigante binaria, le cui componenti orbitano tra loro con un ciclo di 37 anni. Curiosamente, a differenza della 46 LMi, questa stella è dotata di una denominazione, sebbene non sia la stella più brillante del Leone Minore. Si tratta dell’unico sistema binario alla portata di strumenti di osservazione di uso comune.
La costellazione del Leone Minore è dotata di alcune stelle variabili, alcune osservabili anche con un semplice binocolo: tra esse la più nota è la R Leonis Minoris, una Mireide gassosa; la RX Leonis Minoris, invece, è una variabile semiregolare, le cui oscillazioni possono essere visibili anche ad occhio nudo, dal momento che la sua luminosità massima è di 5,1 (mentre nella fase minima risulta appena percepibile).
La costellazione comprende anche alcuni oggetti del profondo cielo, la cui osservazione però richiede strumenti amatoriali di una certa consistenza; tuttavia, l’assenza di polveri galattiche all’interno della costellazione rende possibile anche l’osservazione di numerose galassie:
– Tra le più brillanti si può menzionare la NGC 3344, che appare come una macchia nebbiosa;
– Tra gli altri oggetti degni di nota c’è il cosiddetto Hanny’s Voorwerp: scoperto nel 2007 sembra trattarsi dei residui di una nube di accrescimento che avvolgeva un quasar (nucleo galattico estremamente luminoso).
Mitologia del Leone Minore
La costellazione del Leone Minore venne introdotta nel 1690 dall’astronomo polacco Johanness Hevelius, insieme ad altre costellazioni minori, al fine di fornire una classificazione a gruppi di stelle non dotate di alcun raggruppamento. Tuttavia, a differenza di numerose altre costellazioni introdotte dall’Hevelius, il Leone Minore è stata riconosciuta nel moderno catalogo di costellazioni, inserendosi al 64° posto tra quelle di maggior estensione, precedendo addirittura rivali molto più famose come il Delfino, il Cane Minore e la Corona Boreale. Essendo, quindi, una costellazione di recente scoperta, non è associata ad alcun evento mitologico particolare.
Tuttavia, il suo nome è legato indissolubilmente a quello della vicina e maggiore costellazione del Leone: infatti, l’introduzione del Leoncino è stata finalizzata, appunto, al fine di dare un cucciolo al Leone Maggiore.
In questa zona di cielo, gli antichi Egizi raffiguravano il Cancro: infatti, lo zodiaco presente nel tempio di Hathor di Dendera (la moderna Iunet, in Egitto), raffigurava questa costellazione, in un bassorilievo in arenaria (che attualmente è custodito al museo del Louvre), come facente parte di quella del Cancro. Tuttavia, secondo lo studioso R.H. Allen, per una diversa tradizione presente in Egitto, queste stelle, insieme alle altre che rappresentano attualmente le zampe dell’Orsa Maggiore (sita a poca distanza), venivano conosciute dagli antichi egizi come uno Scarabeo (insetto stercorario diffuso lungo il corso del Nilo), disegnato con la zampe anteriori distese.
Caratteristiche e osservazione
La povertà di stelle brillanti rende difficile l’identificazione del Leone Minore. Come detto, curiosamente questa costellazione non possiede una stella Alfa, sebbene la moderna catalogazione preveda una stella Beta. Ciò sembra essere accaduto a causa di una svista di Francis Baily, astronomo inglese attivo nel XIX secolo: dal momento che Hevelius non assegnò alcuna denominazione alle stelle delle costellazioni da lui scoperte e catalogate, questa operazione venne compiuta, appunto dal Baily, oltre un secolo più tardi; questo studioso, tuttavia, assegnò la lettera Beta alla seconda stella per brillantezza del Leone Minore, senza nominare anche la più brillante. Un nome per questa, però, sembra essere stato dato, curiosamente, dall’Hevelius (come eccezione rispetto alla sua noncuranza per questo aspetto), che secondo lo storico R. H. Allen, l’avrebbe nominata, appunto, Praecipua, ossia Stella Principale.
La costellazione raffigura un cucciolo di felino che sta accovacciato rispetto al grandioso genitore (il Leone Maggiore). Tuttavia, le stelle più luminose, quelle che appaiono facilmente ad occhio nudo, rendono difficile anche scorgere la figura del leoncino, dal momento che si tratta di tre astri disposti in verticale.
Ebbene, questi tre corpi celesti costituiscono il dorso del Leoncino. Per procedere alla loro individuazione si può muovere a partire dalle zampe posteriori dell’Orsa Maggiore (le coppie Lambda-Mi e Ni-Csi), guardando verso sud; il Leone Minore, inoltre, si trova letteralmente sopra il dorso del Leone: più precisamente la costellazione del Leoncino si trova a metà strada tra la cd. Falce del Leone (che ne identifica, appunto, la schiena) e le zampe posteriori dell’Orsa Maggiore.
Il periodo mgliore per procedere all’osservazione notturna risiede tra i mesi di gennaio e giugno, così come avviene per il vicino Leone. La costellazione attraversa il meridiano verso la fine dell’inverno, tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo. Si tratta di una costellazione boreale, il che comporta che l’osservatore situato a nord dell’equatore è molto avvantaggiato nell’osservazione: tuttavia, non essendo una costellazione molto settentrionale, essa può essere vista, anche se con alcune difficoltà, anche nella fascia temperata australe.