Costellazione Ercole, stelle principali e mitologia

19 Feb 2018

Costellazione Ercole

La costellazione di Ercole si estende per tutta la sua interezza nell'emisfero boreale ed è una delle costellazioni più grandi visibili dalla nostra metà del globo terrestre: la quinta per ordine di dimensione tra le 88 moderne ed era già presente nelle 48 costellazioni elencate al tempo da Tolomeo.

Costellazione Ercole: Le stelle principali

Malgrado le sue imponenti dimensioni, ricoprendo ben 1225 quadrati di cielo, al suo interno non sono presenti stelle particolarmente luminose. La sua caratteristica preponderante è la formazione di un quadrilatero con ai vertici quattro astri conosciuto anche come Chiave di volta. La costellazione di Ercole si trova in gran parte lontana dalla nostra galassia e in una parte quasi priva di galassie luminose e le poche osservabili sono lontane e deboli.

Questa costellazione presenta però ben 16 stelle di dimensioni notevoli: 5 volte superiori alle dimensioni del Sole e tra queste 16 stelle ben 7 sono di oltre 100 volte superiori alla nana gialla del nostro sistema. Tra i corpi celesti che la costituiscono ci sono in particolare due stelle degne di una nota particolare: la Ras Algethi e la Zeta Herculis. La prima menzionata è la stella alpha, una stella doppia formata da una supergigante rossa variabile e da una più piccola verde-azzurra. E’ un astro facilmente distinguibile con un diametro 400 volte maggiore rispetto a quello del Sole e distante 382 anni luce dalla Terra.

Per quanto riguardano invece i corpi celesti non stellari, di particolare rilevanza vi sono due ammassi globulari: l’M 92 e l’M13. Nello specifico proprio quest’ultimo, che si trova sul lato destro della Chiave di volta, è il più brillante dell’emisfero boreale: è talmente luminoso che è possibile ammirarlo anche a occhio nudo con un binocolo di buona qualità in condizioni di un cielo molto scuro e sereno. Tale ammasso fu scoperto proprio ad occhio nudo da Edmund Halley nel 1714.

In questa costellazione si trova inoltre l’apice del Sistema Solare: proprio tra Ercole e Vega sembra si stia apparentemente dirigendo la nostra stella nel suo moto di rotazione attorno al centro della Via Lattea ad una velocità stimata di circa 250 km/s.

La mitologia da cui deriva il nome Ercole

La costellazione prende il nome dall’eroe dell’antica Grecia Eracle, latinizzato poi in Hercules. Figlio di Zeus e di una mortale, Alcmena, moglie di Anfitrione e discendente di Perseo. La mitologia narra che Zeus prese le sembianze del marito per giacere con l’inganno con la bellissima regina e da questa unione nacque Eracle: il primo umano a raggiungere l’immortalità e divenire un dio grazie alle sue celebri Dodici Fatiche e ad avere come compagna la dea della giovinezza Ebe. Proprio dopo la sua celebre morte come riconoscimento Zeus pose la sua costellazione nel cielo.

Ercole fu ed è tutt’ora sinonimo di un’incredibile forza e coraggio ma anche di infinita bontà e di misericordia verso i deboli e i bisognosi: probabilmente è l’eroe per antonomasia essendo il più famoso della mitologia greca. Durante tutta la sua vita fu acclamato dal popolo e dagli dei per le sue leggendarie imprese compiute, ma dovette lottare strenuamente contro le ardue prove che Era infuriata gli scagliò contro essendo il frutto di un tradimento del marito. Ercole divenne così il simbolo della lotta dell’uomo contro la natura fino al suo ricongiungimento all’Olimpo.

Collegata a questa figura e alle sue fatiche non vi sono solo altre costellazioni come il Leone e l’Idra con il Cancro, ma la stessa Via Lattea. La mitologia greca narra infatti che la Via Lattea si formò proprio per “colpa” di Eracle, o meglio di Hermes e Zeus che con l’inganno portarono il bimbo al seno di Era per allattarlo mentre la dea era addormentata. Svegliata di soprassalto allontanò bruscamente il bambino: una parte del latte materno divino andò sulla terra e diede vita ai gigli mentre un’altra parte andò sulla volta celeste creando così la nostra galassia.

Come e quando osservare Ercole nella volta celeste

La costellazione nell’antichità veniva associata alla figura del possente Ercole a testa all’ingiù con in mano una clava, mentre nell’altra la fantasia umana ha spaziato immaginando vari oggetti collegati quasi sempre alle sue mitiche Dodici Fatiche: dalla pelle del leone Nemeo, la prima fatica narrata, a Cerbero, il cane a tre teste guardiano degli inferi legato alla sua ultima impresa eroica.

Nell’emisfero boreale il periodo più favorevole per osservarla va da aprile a ottobre, mentre dall’emisfero australe è molto difficile ammirarla in quanto non è visibile completamente quasi mai sopratutto alle latitudini temperate. A seconda del periodo dell’anno è possibile osservarlo a differenti orari serali e notturni: ad inizio primavera è possibile vederlo in prima serata, verso le 21, volgendosi verso l’orizzonte nordorientale, ad agosto culmina alta a sud passando per lo zenit per poi ritrovarsi all’orizzonte nordoccidentale alla fine di novembre.

Per individuarla all’interno della volta celeste è sufficiente rintracciarla tra Arturo del Bifolco e Vega della Lira, due delle stelle più brillanti presenti nel cielo boreale. Le costellazioni confinanti a quella di Ercole sono in senso orario e partendo da Est: il Dragone, Boote, la Corona Boreale, il Serpente, Ofiuco, l’Aquila, la Freccia, la Volpetta e la Lira.