Colonizzazione di Marte: la Nasa fa sul serio.
Forse ci siamo, La Nasa ha avviato una serie di missioni che nei prossimi anni ci porteranno a nuove incredibili scoperte sul Pianeta Rosso. Possiamo affermare che la colonizzazione di Marte è sempre più vicina come ci dimostrano le ultime dichiarazioni e rivelazioni su questo fronte.
“Non vedo l’ora di vedere le impronte umane sul suolo marziano” ha dichiarato con entusiasmo il carismatico Adam Steltzner, ingegnere capo della fortunata missione Curiosity. La missione prende il nome dal piccolo rover che la Nasa ha mandato su Marte per investigare sulle capacità del pianeta rosso di sostenere la vita. Ed ecco che subito dopo l’atterraggio arrivano le prime incredibili foto della superficie di Marte e i primi selfie di Curiosity.
La Missione è stata un successo tanto che la Nasa ha già previsto una nuova “gita” per il prossimo rover. Si chiamerà Mars e, con qualche marcia in più rispetto al collega Curiosity, raggiungerà Marte nel 2020.
Inoltre alla luce degli ultimi sviluppi la Nasa pensa che sia arrivato il momento di spedire i primi uomini su Marte. Quindi nei prossimi anni non ci saranno solo rover a scorazzare fra le dune rosse ma anche i fortunati cosmonauti reclutati direttamente dalla Nasa che ha già avviato uno programma di selezione.
La Nasa fa sapere che per passare le selezioni preliminari i candidati dovranno essere rigorosamente cittadini statunitensi dotati di una laurea in ingegneria, scienze biologiche, scienze fisiche o matematica. Inoltre dovranno avere almeno tre anni di esperienza professionale o mille ore di volo come comandanti di un jet.
Naturalmente non basterà avere un curriculum di tutto rispetto per aggiudicarsi la divisa, perché i futuri cosmonauti oltre ad essere in perfetta forma, dovranno superare tutti i test psico-fisici prima di imbattersi in una missione spaziale di lunga durata sul pianeta rosso.
Adesso Buzz Aldrin, il secondo uomo ad aver messo piede sula Luna, rilancia: “Abbiamo sorvolato Marte, l’abbiamo orbitato, esaminato via radar, su Marte ci siamo schiantati con dei razzi, siamo rimbalzati, rotolati, abbiamo spalato Marte, l’abbiamo perforato e cotto e fatto saltare in aria. Cose ancora da fare: calpestarlo” .
Marte come il deserto dello Utah
Per riuscire in questa impresa la Nasa ha deciso di mettere alla prova i futuri cosmonauti con un addestramento unico che simula da tutti i punti di vista la vita su Marte.
In un tratto remoto del deserto dello Utah gli equipaggi della Mars Desert Research Station provano sulla propria pelle quello che una spedizione umana si troverebbe ad affrontare una volta atterrata sul pianeta rosso.
Lo scenario che offre questo tratto di deserto è unico al mondo ed assomiglia incredibilmente alla geologia di Marte tanto che offre la possibilità di sperimentare un’avventura da veri “marziani”.
Come avviene per una missione spaziale, i team lavorano sul campo alla mappatura geologica, alla raccolta e all’analisi dei dati raccolti. Rigorosamente in tute spaziali i partecipanti sono messi alla prova quando vengono ricreate situazioni di lavoro in ambienti interni ed esterni anche in condizioni di forte stress come l’isolamento che potrebbero verificarsi durante la permanenza su Marte.
Gran parte del tempo viene speso all’interno dell’Habitat, la struttura che rappresenta l’unico punto vita della missione, dove l’equipaggio porta avanti i protocolli di lavoro, si ristora e monitora i parametri vitali. Per delle missioni più durature saranno predisposti degli spazi per creare una forma di agricoltura per garantire l’auto sussistenza. L’idea della Nasa e del CIP è quella di selezionare delle varietà di tuberi e verdure in grado di resistere all’atmosfera marziana, prevalentemente composta da anidride carbonica.
Durante la missione il team non si farà mancare niente, dal buon cibo agli immancabili momenti di svago e di contatto telematico con i propri cari sulla la Terra.
Di questo passo non c’è da sorprendersi se tra qualche anno seguiremo comodamente dai nostri schermi la prima passeggiata di un essere umano su Marte.
Scott kelly è uno di quelli che ci crede! L’astronauta della Nasa dopo circa un anno di orbita spaziale è convinto che “l’arrivo dell’uomo su Marte è assolutamente possibile’‘. In videoconferenza dallo spazio Scott ha voluto sottolineare che ciò che si è fatto fino ad ora è la dimostrazione che l’uomo è in grado di superare le sfide. L’esplorazione e la curiosità che innesca sono caratteristiche essenzialmente umane e ora è arrivato il momento di superare quegli ostacoli che ci hanno tenuti lontani dal pianeta rosso.
I futuri viaggi nello spazio più o meno profondo potranno presentare difficoltà inedite, ma la Nasa avverte che prenderà tutte le precauzioni per garantire la salute degli astronauti anche se tutti siamo consapevoli che una missione umana su Marte potrebbe essere un viaggio di sola andata verso l’ignoto. Già nel 2016, la Nasa lancerà una nuova missione, è tenterà di dirigersi verso Marte con Mars nel 2020. Chissà se questa nuova tecnologia di esplorazione senza precedenti ci spingerà a tentare qualcosa che fino a poco tempo fa era solo un utopia.
Adesso la domanda è: il Pianeta rosso è pronto per ospitarci? Presto lo scopriremo. Intanto sono state create già delle mappe che rappresentano in modo molto dettagliato il territorio marziano tanto che i futuri coloni marziani potrebbero un giorno servirsi di queste mappe come le normali applicazioni per smartphone.