Racconti di natale per bambini: 5 leggende sul natale per i bambini
Il natale è il momento più atteso dell'anno dai più piccoli, sia per stare insieme in famiglia, sia per i regali che riceveranno.
Raccontare qualche storiella di natale ai nostri bambini ci farà sicuramente scaldare il cuore e avvicinare ai nostri figli, nipoti o qualinque bambino presente al cenone.
Cos’è il Natale per i bambini
I racconti di Natale per bambini sono un musto la sera di Natale, questo perché ci si riunisce in famiglia e si raccontano storielle di ogni tipo.
Il Natale è sicuramente la ricorrenza più sentita di tutto l’anno, non solo per la valenza religiosa, ma anche per il grande coinvolgimento degli adulti e dei più piccoli. Per i bambini il Natale è fantasia, magia, attesa ma soprattutto gioia. Infatti solo loro sono capaci di insegnarci nuovamente quanto è speciale questo periodo dell’anno e quanto possa essere bello stare con la propria famiglia, fantasticando sulle numerose leggende che lo caratterizzano.
Avere un repertorio di racconti e frasi di Natale possono aiutraci molto durante cenoni e visite ad amici.
Vediamo quindi i 5 migliori racconti di Natale per i bambini…
Racconti di Natale per bambini: La leggenda del vischio
Molti anni fa, in un paesello delle alte montagne della Giudea, viveva un anziano mercante. Quest’uomo viveva da solo e purtroppo non aveva né amici, né una moglie, in quanto non si era mai sposato. Durante una fredda notte, l’anziano signore non riusciva a dormire, girandosi e rigirandosi nel letto. Delle voci provenienti da lontano gli impedivano di riposare, perciò si alzò dal letto ed uscì di casa.
Una volta fuori, notò che arrivavano persone da tutte le direzioni, dirigendosi verso un unico posto. Sentì anche qualche voce domandargli di recarsi con loro, chiamandolo ‘Fratello’. Il mercante, però, non aveva avuto fratelli, infatti le uniche persone della sua vita erano solamente i suoi clienti. Per tutta la sua vita, l’anziano, si era comportato in modo avaro nei confronti delle persone, pertanto non era interessato a stringere amicizia con alcuno.
Ma la curiosità lo spinse a capire dove andassero tutte quelle persone, così si unì ad un gruppo di giovani e vecchi. Tutt’a un tratto cominciò a fantasticare su quanto sarebbe bello avere dei fratelli, o almeno qualcuno con cui condividere un legame. Ma, in cuor suo, sapeva che ciò fosse ormai impossibile, in quanto la sua vita era stata piena di imbrogli ai danni di povera gente.
Nonostante ciò, tutti gli camminavano a fianco e, dopo un po’ di tempo, giunsero a Betlemme, dinanzi ad una grotta. Il mercante notò che chiunque avesse qualcosa in mano, persino i mendicanti. Inizialmente non capì per chi erano quei doni, ma, una volta entrato nella grotta insieme agli altri, vide Gesù Bambino. A questo punto, tutti cominciarono a porgere doni al pargolo, così lui cominciò a sentirsi insofferente, dato che egli non aveva niente nonostante fosse ricco.
Così, il mercante uscì dalla grotta pensieroso, poi si inginocchiò e cominciò a chiedere perdono al Signore per come aveva trattato i suoi ‘fratelli’. Iniziò a piangere mentre era appoggiato ad un albero, fino a quando il suo cuore, finalmente, cambiò. Le sue lacrime divennero come perle, tra le foglie dell’albero, alle primissime luci dell’alba. Il vischio era nato.
Racconti di Natale per bambini: La leggenda dell’albero di Natale
Era inverno e il bosco era ricoperto di neve. I taglialegna iniziarono ad abbattere gli alberi per raccogliere i ciocchi da bruciare nei camini. Iniziarono con i faggi, per poi passare ai castagni e infine ai larici e ai pini. Piano piano tutto il bosco divenne spoglio delle sue piante, ma con grande gioia di quest’ultime, in quanto erano felici di diventare fuoco e calore al servizio degli uomini.
Nel bosco, però, rimaneva un piccolo abete, con un tronco piegato ed esile, alto quasi quanto una persona. Un faggio disse all’abete che nessuno l’avrebbe preso, mentre un castagno ne criticava la sottigliezza e la bruttezza. Anche un pino disse la sua, esclamando di avere vergogna per essere un suo parente.
Nessun taglialegna, infatti, decise di tagliarlo e portarlo con sè, così il piccolo abete rimase solo e piangente.
Durante una fredda notte, un angelo avvertì il pianto dell’abete e decise di porre fine alle sue sofferenze. Così lo riempì di luci scintillanti e posizionò una grande stella dorata alla sua sommità.
Il mattino seguente i bambini videro da lontano l’alberello e corsero per guardarlo da vicino. Tutti quanti rimasero estasiati dalla bellezza del piccolo abete, infatti i taglialegna decisero di portarlo via, insieme alle sue radici. Ma, invece di trasformarlo in calore, lo piantarono in un grande vaso nella piazza del paese, così che chiunque potesse ammirare la sua straordinaria bellezza. Il piccolo abete, dunque, riuscì a portare luce e gioia a tutti gli uomini, dopo che fu bistrattato ed emarginato. Così nacque l’albero di natale e la sua grande tradizione.
Leggenda di Natale russa: Babushka
Babushka era una massaia che possedeva la casa più ordinata e bella del paese. Passava gran parte delle sue giornate pulendola a fondo e quando capitava che non lo facesse, si dedicava alla cucina preparando piatti deliziosi. Questa grande operosità, però, era dovuta dal non voler pensare ad una tragedia alla quale assistette, la morte del figlio piccolo.
C’era solo una cosa che non veniva pulita nella casa di Babushka, tutti i regali di suo figlio.
In una notte gelida, dei poveri pastori bussarono alla sua porta, chiedendole riparo. La signora di buon cuore gliel’offrì senz’esitazione, ma domandò loro come mai fossero in giro con tale gelo. Essi risposero che stavano seguendo una stella che indicava il luogo dove era nato un bambino speciale e chiesero a Babushka se volesse seguirli nel cammino. Lei rifiutò, perché partendo con loro e vedendo il bambino, avrebbe ricordato suo figlio e i momenti passati assieme. Ma il giorno dopo cambiò idea, infatti decise di partire volenterosa di donare i regali del figlio morto al bambino speciale. Purtroppo arrivò troppo tardi, infatti Maria e Giuseppe erano già partiti.
Così, Babushka decise di dare i doni a tutti i bambini che avrebbe incontrato nel suo cammino di ritorno.
Racconti di Natale per bambini: La piccola fiammiferaia
Era un freddissima giornata di dicembre. Di prima mattina iniziò a nevicare e la sera sarebbe stata sicuramente ancora più gelida. Una bambina camminava per la strada durante la sera dell’ultimo dell’anno. Nonostante il freddo, la piccola era scalza, nonostante la mattina dello stesso giorno avesse almeno un paio di pantofole. Purtroppo quest’ultime erano troppo consumate e grandi per lei, tant’è che una la perse nel canale e l’altra venne rubata da una piccola peste.
Nel suo vecchio grembiule aveva alcune scatole di fiammiferi, che cercava di vendere ai passanti. In quel giorno nessuno pensava a comprare qualche fiammifero, dato che erano tutti presi dai preparativi dei festeggiamenti. La giornata stava per volgere al termine e la piccola non era ancora riuscita a vendere neanche una scatola. Il freddo, la fame e la paura la assalirono, infatti il padre l’avrebbe sicuramente picchiata se fosse tornata a casa senza un soldo.
Così si sedette, esausta, e cercò di riscaldarsi accendendo un fiammifero. Tutt’a un tratto una luce particolare apparse e la bimba cominciò a sentirsi improvvisamente a fianco ad una calda stufa in rame. Provò ad allungare le gambe verso la stufa per riscaldarle, ma subito dopo la fiamma si spense e la stufa scomparve. A questo punto la bambina accese un altro fiammifero. La luce divenne ancora più intensa e comparve una tavola imbandita di fronte al lei. Al centro del tavolo c’era un’oca arrosto fumante, ma, come successo prima, la fiamma si spense e tutto si dissolse. Così la piccola accese il terzo fiammifero. Subito dopo si trovò di fianco ad un grande e stupendo albero di Natale, pieno di luci e candele. Ma una volta che cercò di toccarlo, la fiamma si spense nuovamente. Le fiammelle dell’albero si innalzarono verso il cielo e divennero delle stelle.
Una di queste cadde, lasciando al suo seguito una brillante scia. La bambina pensò alla cara nonna, alla quale voleva davvero molto bene e che, purtroppo, era morta. La nonna le diceva spesso che quando cade una stella, un’anima sale in cielo. Allora la bimba accese un altro fiammifero e cominciò a rivedere la sua nonna, l’unica persona che le volesse davvero bene. La bambina voleva andare con lei, perciò accese tutti i fiammiferi che aveva, uno dopo l’altro, fino a quando la nonna la prese tra le braccia, volando via in paradiso. Il mattino seguente, i passanti notarono il corpo senza vita della piccola fiammiferaia e credettero che fosse morta per il freddo. La bambina, invece, era finalmente felice, perché la nonna l’aveva portata con sé in cielo.
La più classica delle storie di Natale: La leggenda di Babbo Natale
In Antartide viveva un simpatico signore anziano che si chiamava Natale. Egli abitava in una modesta capanna in mezzo al bosco e ogni giorno si occupava del suo piccolo orto, accudiva le sue renne e tagliava la legna. Natale era un persona davvero generosa, infatti cercava sempre di aiutare i suoi vicini e coloro che avevano bisogno, ma un giorno pensò di voler trovare un modo per poter dare ancora di più agli altri.
La notte dello stesso giorno sognò un angelo, che gli spiegò che moltissimi bambini del mondo non potevano avere i giocattoli che desideravano. Natale, addolorato dalla notizia, voleva fare qualcosa, quindi chiese all’angelo come rendersi utile. L’angelo rispose che avrebbe dovuto caricare sulla sua slitta, trainata dalle renne, un sacco pieno di regali, da portare a tutti i bambini, durante la notte di Natale.
Fu così che Natale iniziò a rimboccarsi le maniche costruendo a mano i primi giochi da consegnare. In seguito Gesù Bambino mandò degli Elfi a Natale, così che lo aiutassero nell’impresa e rese volanti sia la slitta che le renne.
La notte santa, Natale si recò nelle case di ogni bambino, calandosi dal camino e riempiendo di regali le calze appese dai bambini la sera prima. Grazie al suo straordinario impengo, Gesù Bambino nominò Natale papà di tutti i bambini, dandogli il nome di Babbo Natale!