La supernova Assassin: 570 miliardi di soli in un’unica stella
Il nome completo di questa mega supernova è Assasn-15 lh e si distingue dalle sue simili per la maggiore potenza distruttiva e brillantezza.
La stella è stata avvistata da un gruppo di ricercatori guidati dallo scienziato cinese Subo Dong, e ben presto si è rivelata essere l'astro più luminoso finora mai scoperto, con una emissione massima di luce paragonabile a quella di 570 miliardi di stelle delle dimensioni del Sole.
Come tutte le supernovae, la stella è esplosa alla fine del suo ciclo evolutivo, causando un fenomeno tra i più spettacolari dell’intero universo. La sua combustione esterna ha prodotto una quantità notevole di energia nucleare, generata dagli elementi presenti all’interno dell’astro. La megastella si trova a circa 3,8 miliardi di anni luce dalla Terra, precisamente nella costellazione dell’Indiano, ma risulta visibile solo dall’emisfero australe.
Come è avvenuta la scoperta di Asassn?
Tra gli scopritori di questa nuova supernova, c’è spazio anche per una studiosa italiana, la scienziata Filomena Bufano, che presta la sua attività presso l’Osservatorio Astrofisico di Catania. Al lavoro di osservazione e scoperta ha contribuito anche lo studioso Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope di Ceccano, nel Lazio.
Il team di scienziati si è avvalso dell’utilizzo di telescopi robotici, con un diametro pari a 14 cm, sparsi un pò per tutto il pianeta ed usati per lo studio e l’osservazione di tutte le supernovae presenti nello spazio. La stella è stata osservata e monitorata un pò da ogni angolo della Terra e da diversi Osservatori, ma in particolare dal gruppo del All Sky Automated Survey for Supernovae, iniziali della supernova scoperta, ASASSN, con il quale ha collaborato l’Università dello Stato dell’Ohio.
La stella fu osservata per la prima volta ad inizio dell’estate 2015, in seguito, telescopi sempre più potenti hanno indirizzato i loro obiettivi verso l’astro per raccogliere informazioni riguardanti la brillantezza, le dimensioni ed altri dettagli. In particolare, i telescopi più utilizzati per lo studio della supernova gigante sono il Southern African Large Telescope, posto per l’appunto in Sudafrica ed il Magellan Clay che si trova in una piccola località del Cile.
La Bufano, ha spiegato come grazie a questi telescopi si sia stati in grado di studiare e capire a che distanza è avvenuta l’esplosione e quanta luce produca questa stella, paragonabile a dieci volte quella della nostra Via Lattea. La rivista “Science”, fra le più importanti nel settore scientifico, l’ha denominata Assassin per l’enorme potenza sprigionata, pari a duecento volte quella di una normale nova. Per di più, basti pensare che l’esplosione di una classica supernovae produce la stessa quantità di energia che produrrebbe il Sole nel corso di tutta la sua vita.
Infatti, quando una semplice supernovae esplode, la temperatura della stella raggiunge per una manciata di secondi, la temperatura di un centinaio di Kelvin, ossia l’unità di misura del calore, e con le onde d’urto prodotte dall’esplosione, produce una sorta di nebulosa che costituisce il resto della supernova. Quando avviene questo, tutta l’energia sprigionata è in grado di formare altre stelle.
Attualmente, la scienza sta facendo notevoli progressi nel comprendere i meccanismi che permettono alle stelle di genereare energia nucleare, in modo tale da applicarle in un futuro, si spera non molto lontano, a delle fonti di energia rinnovabili. Ciò permetterebbe magari la fine e lo smantellamento delle vecchie centrali nucleari, ed aprirebbe la strada a nuove forme di energia che possano sostituire anche l’utilizzo spesso sconsiderato del petrolio, ricavato ai danni della madre Terra.