Via Lattea<\/strong>, per osservare gran parte di queste formazioni di materiale interstellare sono necessari telescopi o tecnologie avanzate; tuttavia esistono anche galassie visibili ad occhio nudo.<\/p>\nE’ il caso della galassia pi\u00f9 vicina a noi, quella delle Nubi di Magellano<\/strong>, ammirabile dall’emisfero australe del pianeta; invece la galassia pi\u00f9 grande visibile nell’emisfero boreale \u00e8 quella di Andromeda<\/strong>, allo stesso tempo la galassia pi\u00f9 lontana visibile senza strumenti. Tra i nomi di galassie pi\u00f9 importanti ci sono la Galassia del Triangolo<\/strong> e le Nane ellittiche del Sagittario<\/strong> e del Cane Maggiore<\/strong>, che stanno fondendo i loro agglomerati con le stelle della Via Lattea<\/strong>.<\/p>\nLe fusioni portano molte evoluzioni nella forma, nelle dimensioni e nella trasformazione delle galassie<\/strong>: l’accumulo di gas ed elementi chimici genera un aumento di formazione di stelle<\/strong>, lo starbust, e di astri che si sviluppano molto velocemente e danno vita a una supernova, ovvero l’esplosione di una stella. Si tratta di un fenomeno molto atteso dagli astronomi ed astrofisici, perch\u00e9 consente, attraverso la misurazione dei raggi gamma, di valutare l’et\u00e0 e la distanza delle masse spaziali; la stella pi\u00f9 lontana, GRB 090423<\/strong>, \u00e8 stata osservata grazie allo spettro della sua esplosione, avvenuta 13 miliardi di anni fa.<\/p>\nCome si sono formate le galassie?<\/h2>\n Si sa che le prime fasi dell’Universo sono da attribuire alla teoria del Big Bang.<\/strong> Centinaia di migliaia di anni dopo, la temperatura del cosmo intero si ridusse notevolmente, consentendo la formazione di atomi di idrogeno ed elio. Gran parte di questa materia gassosa, ed in particolare l’idrogeno non ancora ionizzato assorbiva la luce, in un’et\u00e0 dove non vi era ancora nessuna stella. Dalle fluttuazioni di densit\u00e0 di questa materia iniziarono ad apparire le prime strutture galattiche primordiali che evolvendosi sono poi diventate quelle che oggi normalmente vengono studiate ed osservate.<\/p>\nIl processo di formazione delle galassie \u00e8 una delle questioni che tuttora affascina gli studiosi del campo astronomico. Esistono a questo riguardo due teorie essenziali raggruppate in due categorie: top-down <\/em>e bottom-up.<\/em> Secondo la prima, le protogalassie<\/strong> si formano a seguito di un vasto collasso gravitazionale durato circa un milione di anni; secondo la seconda teoria l’origine delle galassie risiede nella comparsa iniziale degli ammassi globulari<\/strong> che solo in un secondo tempo iniziarono a crescere ed a formare le galassie pi\u00f9 grandi.<\/p>\nDopo la loro formazione, all’interno di queste galassie cominciarono ad apparire le prime stelle, (dette di popolazione III<\/strong>), composte da elementi leggeri come l’idrogeno e l’elio ma in percentuali molto pi\u00f9 elevate rispetto a quelle attuali, perch\u00e8 i gas presenti al loro interno non erano stati ancora sintetizzati. Si crede che queste stelle avrebbero rapidamente “bruciato” la loro riserva di idrogeno per poi esplodere come supernovae,<\/strong> rilasciando gli elementi pi\u00f9 pesanti nel mezzo interstellare.<\/p>\nSecondo il modello top-down, <\/em>circa un miliardo di anni dopo la nascita delle galassie comparvero gli altri oggetti cosmici, come il buco nero, gli ammassi globulari ed il bulge,<\/em> ossia il centro galattico composto da stelle vecchie, di popolazione II,<\/strong> povere di elementi pesanti. Durante questo periodo si produsse un intenso fenomeno di formazione stellare. Due miliardi di anni dopo, tutta la materia nel frattempo accumulata si dispose lungo il disco galattico,<\/strong> ossia quella regione nella quale si concentra la maggior parte di stelle e gas di una galassia.<\/p>\nL’evoluzione di una galassia pu\u00f2 essere interessata da fenomeni di interazione<\/strong> o collisione,<\/strong> molto frequenti durante le epoche pi\u00f9 antiche. Si pensa che uno di questi eventi possa interessare la nostra galassia, la Via Lattea e quella di Andromeda,<\/strong> le quali si stanno avvicinando ad una velocit\u00e0 di circa 130 km\/s ed esiste la possibilit\u00e0 che potrebbero collidere tra circa cinque o sei miliardi di anni.\u00a0 \u00c8 probabile che la nostra galassia si sia gi\u00e0 scontrata in passato con galassie nane minori ma mai con una galassia cos\u00ec grande come quella di Andromeda.<\/p>\nTuttavia, le collisioni tra due galassie sono sempre meno comuni visto che col tempo la distanza tra esse tende generalmente ad aumentare. Per di pi\u00f9 si \u00e8 notato che negli ultimi miliardi di anni molte galassie non hanno presentato sostanziali cambiamenti ed anche il tasso di formazione stellare si \u00e8 notevolmente ridotto, raggiungendo il picco massimo cinque miliardi di anni fa.<\/p>\n
Tipologia e distribuzione delle galassie<\/h2>\n Una delle catalogazioni di galassie fa riferimento alla loro forma ed aspetto. Una tipologia tra le pi\u00f9 diffuse \u00e8 quella ellittica<\/strong> perch\u00e8 rimanda appunto alla figura di un ellisse; ma esistono anche le galassie spirali<\/strong> formate da un bulbo centrale circondato da un disco dal quale si dipartono dei bracci di formazione stellare o ancora le galassie peculiari<\/strong> che presentano una forma alquanto insolita ed irregolare da attribuire probabilmente alle forze mareali con le galassie vicine che ne distorcono l’aspetto.<\/p>\nNell’universo conosciuto dall’uomo esistono probabilmente pi\u00f9 di cento miliardi di galassie<\/strong> separate tra loro da enormi distanze. Queste galassie si dispongono nello spazio secondo piccole associazioni o ammassi, questi ultimi formati anche da migliaia di galassie. Ma esistono anche strutture pi\u00f9 complesse come i pi\u00f9 imponenti superammassi galattici<\/strong> con una dimensione che arriva a numerose centinaia di milioni di anni luce.<\/p>\nNon \u00e8 ancora chiaro, ma da alcuni studi effettuati sembra che la materia oscura,<\/strong> ossia quella materia non direttamente osservabile dall’uomo perch\u00e8 non in grado di emettere radiazione elettromagnetica, costituisca circa il 90% della massa delle galassie a spirale, mentre rappresenti fino al 50% per la massa delle galassie ellittiche. Inoltre, si pensa che al centro di molte galassie siano presenti dei buchi neri supermassicci<\/strong> che rappresentano l’attivit\u00e0 del nucleo delle cosidette galassie attive; ma la presenza di questi buchi non implica necessariamente che la galassia che li ospiti sia attiva.<\/p>\nLe galassie ellittiche<\/h3>\n Il sistema di classificazione di Hubble<\/strong> considera le galassie ellittiche, (indicate dalla lettera E<\/strong>), in base alla loro ellitticit\u00e0, ossia alla loro apparenza sferica pi\u00f9 o meno allungata, distinguendo tra la classe E0<\/strong> indicante le galassie di aspetto quasi sferico e quella E7,<\/strong> che raggruppa quelle galassie fortemente allungate. Generalmente queste galassie posseggono poca materia interstellare e sono costituite da stelle piuttosto vecchie ed evolute<\/strong> orbitanti attorno ad un centro comune di gravit\u00e0. Sempre di questa categoria fanno parte le galassie ellittiche giganti,<\/strong> spesso presenti al centro di grandi ammassi di galassie, di cui spesso rappresentano i componenti pi\u00f9 massicci.<\/p>\n\u00c8 probabile che molte galassie ellittiche si siano formate a causa di interazioni tra galassie, tramite la collisione e la successiva fusione dell’una nell’altra con la conseguente crescita di dimensioni ed un numero di stelle decisamente superiore.<\/p>\n
Le galassie spirali e barrate<\/h3>\n Le galassie spirali,<\/strong> come quelle ellittiche, sono composte generalmente da stelle di et\u00e0 avanzata. La loro struttura consiste nella presenza di un disco centrale di stelle attorno al quale ruota la materia interstellare. Fuori dal centro, chiamato bulge, <\/em>si trovano i bracci di spirale<\/strong> molto luminosi. Nella classificazione di Hubble le galassie spirali vengono indicate con la lettera (S),<\/strong> seguita dalle minuscole (a, b, c)<\/strong> indicanti lo spessore dei bracci e la dimensione del bulge<\/em> centrale. I bracci di spirale ruotano attorno al centro, ma con una velocit\u00e0 di rotazione diversa da punto a punto; le stelle che si trovano nei bracci pi\u00f9 esterni hanno una ridotta velocit\u00e0 rispetto a quelle stelle che si trovano all’interno e pi\u00f9 vicine al nucleo.<\/p>\nAltre galassie spirali mostrano un aspetto ed una struttura stellare a forma di barra che attraversa il bulge <\/em>e dal quale si dipartono i bracci di spirale. Queste galassie, conosciute anche come barrate,<\/strong> nella classificazione di Hubble adottano la sigla (SB),<\/strong> sempre accompagnata dalle tre minuscole (a,b,c),<\/strong> che indicano la forma dei bracci di spirale cos\u00ec come avviene per le galassie spirali normali. Alcuni astrofisici ritengono che le barre siano effetto delle forze di marea con un’altra galassia, mentre altri sostengono che si tratti di strutture temporanee dovute ad un’onda di densit\u00e0 che irradia in direzioni opposte dal nucleo.<\/p>\nLa nostra galassia, ad esempio, \u00e8 a spirale barrata con un diametro di circa 100.000 anni luce<\/strong> e si pensa possa contenere circa duecento miliardi di stelle.<\/p>\nLe galassie peculiari<\/h3>\n Le cosiddette galassie peculiari,<\/strong> invece, sono formazioni dove l’interazione e le forze mareali<\/strong> tra galassie sono state preponderanti. Un esempio di formazione di questo insieme \u00e8 dato dalla galassia ad anello,<\/strong> che presenta una struttura anulare di stelle che circonda una barra centrale. Alcuni studiosi pensano che questo tipo di galassie si possa formare quando una galassia pi\u00f9 piccola attraversa il centro di una galassia pi\u00f9 grande. Probabilmente un evento come questo ha interessato la Galassia di Andromeda, la quale mostra una struttura ad anello multipla.<\/p>\nOltre a queste classi esistono altre tipologie di galassie che non possono essere classificate n\u00e8 come ellittiche, n\u00e8 come spirali, che prendono il nome di galassie irregolari.<\/strong> Un esempio \u00e8 quello rappresentato dalle “vicine” Nubi di Magellano,<\/strong> due piccole nubi che orbitano attorno alla nostra Via Lattea.<\/p>\nLe galassie nane<\/h3>\n In realt\u00e0, oltre alle grandi galassie enunciate sopra, nel nostro Universo prevalgono le galassie nane.<\/strong> Si tratta di formazioni deboli che contengono al massimo qualche miliardo di stelle e sono solite ruotare come satelliti attorno ad un’altra grande galassia. La nostra\u00a0 Via Lattea, ad esempio, ne possiede poco meno di una ventina anche se, secondo alcuni studi, ce ne sarebbero altre da scoprire.<\/p>\nAnche le galassie nane si differenziano in ellittiche, spirali ed irregolari. Le ellittiche, che mostrano delle somiglianze con le galassie giganti, vengono chiamate galassie nane sferoidali.<\/strong><\/p>\n\u00c8 di recente scoperta una nuova classe di galassie denominata green bean<\/em> (fagiolino), a causa del colore ed al fatto che assomigliano come aspetto alle galassie green pea<\/em> (pisello verde). La prima galassia con queste peculiarit\u00e0 \u00e8 stata osservata nella costellazione dell’Acquario<\/strong> ad una distanza di poco meno di quattro miliardi di anni luce. Considerando le ridotte dimensioni, queste formazioni risplendono la luce riflessa di un buco nero centrale massiccio che in molti casi presenta una ridotta attivit\u00e0.<\/p>\nConclusioni<\/h2>\n Quello che sembra certo \u00e8 il fatto che i fenomeni di formazione stellare avvengono soprattutto nelle galassie pi\u00f9 piccole, ancora ricche di nubi molecolari e quindi di un livello di idrogeno piuttosto elevato. In altre galassie, come quelle ellittiche, la formazione stellare risulta ridotta considerata la scarza presenza di nubi di gas.<\/p>\n
Gli astrofisici sono propensi a credere che quando non ci saranno pi\u00f9 stelle inizier\u00e0 l’era degenere dell’Universo.<\/strong> Le galassie saranno composte da oggetti compatti come nane brune, nane bianche, buchi neri e stelle di neutroni. Come risultato finale, tutte le stelle potrebbero precipitare all’interno del buco nero supermassiccio centrale o essere scagliate nello spazio ipergalattico a seguito di collisioni.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"Per galassia si intende un insieme di dimensioni enormi di stelle, polveri, ammassi ed associazioni stellari, gas – il mezzo interstellare – che si attraggono reciprocamente tramite la forza di gravit\u00e0. Si ritiene che si siano formate poche centinaia di milioni di anni dopo la nascita dell’universo, in seguito al raffreddamento dello stesso e la […]<\/p>\n","protected":false},"author":33,"featured_media":0,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_acf_changed":false,"inline_featured_image":false,"footnotes":""},"categories":[184],"tags":[],"class_list":["post-8284","post","type-post","status-publish","format-standard","hentry","category-astronomia"],"acf":[],"yoast_head":"\n
Le galassie: come si formano, tipologia, e distribuzione - Online Star Register<\/title>\n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n