{"id":8164,"date":"2015-09-12T15:00:44","date_gmt":"2015-09-12T13:00:44","guid":{"rendered":"https:\/\/osr.org\/it\/?p=8164"},"modified":"2024-07-11T10:38:59","modified_gmt":"2024-07-11T08:38:59","slug":"ricerca-vita-extraterrestre","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/osr.org\/it\/blog\/astronomia\/ricerca-vita-extraterrestre\/","title":{"rendered":"La ricerca della vita extraterrestre"},"content":{"rendered":"
In passato si riteneva certa la presenza di esseri viventi nel nostro sistema solare, soprattutto sul pianeta Marte.<\/strong> Tutto questo \u00e8 nato per\u00f2 da errate valutazioni che nei secoli scorsi hanno visto protagonisti persino eccellenti scienziati. Nel diciottesimo secolo, ad esempio, l’astronomo Schiaparelli,<\/strong> attraverso le sue osservazioni al telescopio, not\u00f2 sul pianeta Marte delle linee che tagliavano il pianeta e che furono interpretate come delle opere irrigue di ipotetici ingegnieri marziani, mentre in effetti non erano altro che delle distorsioni visive dello strumento.<\/p>\n Le sonde spaziali<\/strong> del ventesimo secolo, inviate su Marte e verso altri pianeti, hanno per\u00f2 escluso in maniera categorica ogni possibile presenza di vita sul pianeta rosso od all’interno del sistema solare, sottolineando la mancanza di quelle condizioni necessarie all’evoluzione di una qualsiasi forma di vita attuale o pregressa.<\/p>\n \u00c8 come se la posizione della Terra sia quella pi\u00f9 favorevole per lo sviluppo di determinati elementi ritenuti indispensabili a modelli vitali simili al nostro. La temperatura ad esempio, proibitiva su quasi tutti i pianeti, o la mancanza di un’atmosfera simile alla nostra, per non parlare della gravit\u00e0, eccessiva su Giove e su Saturno e debole sulla Luna.<\/p>\n Conclusasi la ricerca nel sistema solare, gli orizzonti si allargano necessariamente alla nostra galassia ed a quelle adiacenti, avvalendosi di teorie, oramai accertate dagli studiosi, le quali fanno pensare che da qualche parte nell’universo una qualsiasi forma di vita dovr\u00e0 pur esistere.<\/p>\n Questa idea \u00e8 supportata da diverse ragioni, quali ad esempio l’immensit\u00e0 dello spazio<\/strong> che rende irragionevole pensare che il fenomeno della vita possa essere circoscritto ad un’area cos\u00ec ristretta, quale \u00e8 il sistema solare, seguita dalla scoperta in quasi tutto l’universo di quei componenti ritenuti essenziali per la vita di ogni organismo, ossia le molecole organiche.<\/strong><\/p>\n Basate sull’ossigeno, idrogeno, carbonio<\/strong> ed azoto,<\/strong> esse sembrano essere presenti sia nei corpi del sistema solare come nelle grandi nubi intergalattiche che adornano il cosmo.<\/p>\n Ma la cosa pi\u00f9 importante che supporta la vita extraterrestre \u00e8 comunque la scoperta di alcune stelle<\/strong> che come il Sole sono dotate di pianeti, i quali se posseggono caratteristiche simili alla Terra, potrebbero presentare forme di vita in evoluzione o gi\u00e0 sviluppate.<\/p>\n La ricerca di queste possibili civilt\u00e0 aliene \u00e8 comunque resa difficoltosa dalla impossibilit\u00e0 di poter interagire con loro date le immense distanze in gioco. \u00c9 per questo che in passato, precisamente negli anni settanta,<\/strong> alcune sonde interplanetarie sono state equipaggiate con dei particolari messaggi sperando che in futuro possano essere intercettati ed interpretati da civilt\u00e0 intelligenti, visto che le navicelle, una volta assolto il compito di esplorazione all’interno del sistema solare, avrebbero vagato nello spazio esterno.<\/p>\n \u00c8 il caso della sonda Pioneer 10,<\/strong> inviata verso Giove, che conteneva un disegno raffigurante l’uomo e la donna, nonch\u00e8 dei riferimenti alla Terra, al sistema solare ed alla rotta della navicella. Le sonde Voyager,<\/strong> inviate verso Saturno, Nettuno ed Urano, sono state dotate di dischi sui quali sono stati registrati immagini e descrizioni della nostra civilt\u00e0. Tuttavia, il sistema pi\u00f9 pratico su cui si possa basare la ricerca di eventuali contatti con civilt\u00e0 aliene provenienti dallo spazio \u00e8 quello delle onde radio,<\/strong> visto che viaggiano alla velocit\u00e0 della luce, attualmente la pi\u00f9 alta conosciuta.<\/p>\n Ma \u00e8 proprio in questo settore che si stanno intensificando le osservazioni e gli studi. Gi\u00e0 dagli anni sessanta \u00e8 stato introdotto questo metodo grazie ad uno scienziato ed astrofisico americano, F. Drake,<\/strong> che elabor\u00f2 questa equazione nel 1961<\/strong> quantificando nella seguente formula l’esistenza di civilt\u00e0 intelligenti nella nostra galassia:<\/p>\n C= S x Sp x St x Sv x Si x Sit x D<\/strong><\/p>\n Ovviamente risolvere una formula del genere non \u00e8 cosa facile viste le numerose incognite attualmente esistenti, ragion per cui la ricerca continua con metodi sempre pi\u00f9 raffinati. Nel 1974, ad esempio, venne trasmesso dal radiotelescopio di Arecibo,<\/strong> nell’America centrale, un messaggio radio in codice binario contenente informazioni e descrizioni della nostra civilt\u00e0, del nostro livello tecnologico nonch\u00e8 dei riferimenti al sistema solare ed alla Terra.<\/p>\n Questo messaggio fu inviato verso l’ammasso di stelle M13<\/strong> nella costellazione di Ercole,<\/strong> distante da noi 25000 anni luce, e se ricevuto e correttamente decifrato potr\u00e0 darci una risposta comunque solo fra 50000 anni!<\/strong><\/p>\n Un altro metodo di ricerca, \u00e8 quello rappresentato dal progetto S.E.T.I. (Search for extraterrestrial intelligence)<\/strong> dove oltre due milioni di computer di tutto il mondo sono collegati attraverso il web per scandagliare uno spettro radio molto vasto, alla ricerca di un eventuale segnale alieno. Il progetto consiste infatti in un software, praticamente uno screensaver, che dopo aver analizzato i dati ricevuti via Internet dal radio telescopio di Arecibo li rispedisce al server centrale dove vengono archiviati.<\/p>\n La ricerca della vita extraterrestre \u00e8 perci\u00f2 da considerarsi come all’inizio di un lungo percorso dove, nonostante i limiti degli attuali sistemi di ricerca, si spera che, affinando sempre pi\u00f9 le tecniche di osservazione nel campo della radioastronomia, si possa dare un giorno una risposta alla domanda che da sempre ci angoscia: siamo soli nell’universo?<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Siamo soli nell’universo? In passato si riteneva certa la presenza di esseri viventi nel nostro sistema solare, soprattutto sul pianeta Marte. Tutto questo \u00e8 nato per\u00f2 da errate valutazioni che nei secoli scorsi hanno visto protagonisti persino eccellenti scienziati. 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Il progetto S.E.T.I. come aiuto all’indagine extraterrestre<\/h2>\n