{"id":8154,"date":"2015-10-20T17:56:04","date_gmt":"2015-10-20T15:56:04","guid":{"rendered":"https:\/\/osr.org\/it\/?p=8154"},"modified":"2024-07-11T10:28:12","modified_gmt":"2024-07-11T08:28:12","slug":"giove-grande-macchia-rossa-si-restringe","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/osr.org\/it\/blog\/astronomia\/giove-grande-macchia-rossa-si-restringe\/","title":{"rendered":"Astronomia: La Grande Macchia Rossa di Giove si fa pi\u00f9 piccola"},"content":{"rendered":"
Ed ora, proprio dallo spazio, arrivano a noi immagini straordinarie che hanno ad oggetto proprio questa “Grande Macchia”: essa starebbe mutando forma, andando a restringersi ed ad assumere una forma tondeggiante.<\/p>\n
Una scoperta straordinaria, che ci pone all\u2019avanguardia nell\u2019osservazione avanzata di tutti i dettagli inerenti i pianeti che fanno capo al nostro Sistema Solare.<\/p>\n
E\u2019 all\u2019astronomo Robert Hooke<\/strong> che possiamo attribuire l\u2019onore ed il merito di aver avvistato, per la prima volta in assoluto, la Grande Macchia Rossa. Era il maggio del 1664<\/strong>, ma la scoperta non era destinata a rimanere senza seguito.<\/p>\n Infatti, pochi anni dopo, grazie all\u2019intervento di Giovanni Cassini che inizi\u00f2 a identificare la macchia come “permanente”, la Grande Macchia Rossa fu avvistata<\/strong> in tutta la sua interezza.<\/p>\n Fu al termine dell\u2019ottocento che si iniziarono, mediante un’apparizione di rilievo datata 1879 ad avere i primi resoconti delle osservazioni, a dirla tutta, di scarsa qualit\u00e0.<\/p>\n Bisogn\u00f2 attendere il 25 febbraio del 1979 per poter osservare in maniera dettagliata la Grande Macchia Rossa<\/strong>: il tutto grazie alle immagini fornite da Voyager1, la sonda catapultata a 9,2 milioni di km da Giove solo un paio di anni prima, la stessa che oggi, anzich\u00e9 morire, \u00e8 riuscita a superare addirittura i confini del Sistema Solare.<\/p>\n Le cose sono cambiate parecchio nell\u2019arco di questi 50 anni e, grazie ad un tecnologia sempre pi\u00f9 evoluta e sorprendente, siamo oggi in grado di osservare la Macchia Rossa di Giove<\/strong> in tutta la sua pienezza.<\/p>\n Le immagini arrivano dirette sulla Terra dal telescopio spaziale Hubble<\/strong>.<\/p>\n Si tratta di immagini di straordinaria bellezza, che scandiscono in maniera incredibilmente minuziosa e precisa tutti gli elementi presenti all\u2019interno della Grande Macchia di Giove.<\/p>\n Essa, stando alle immagini in questione, sembrerebbe avanzare nella sua fase di restringimento e divenire pi\u00f9 circolare. Sempre grazie ad Hubble, si \u00e8 reso addirittura possibile calcolare la velocit\u00e0 dei venti<\/strong> che sferzano sulla Macchia Rossa<\/strong>: essi, stando a questi dati inattesi e precisi, sembrano soffiare a 150 metri al secondo<\/span>. Si tratta di dati assurdi e pur veri, dinanzi i quali gli appassionati di astronomia non possono che rimanere a bocca aperta, vogliosi di saperne di pi\u00f9.<\/p>\n Ed ecco che tutti questi elementi, emersi nel tempo, uniti tra essi compongono il ritratto preciso di uno dei pianeti pi\u00f9 suggestivi e, per la stessa ragione, forse pi\u00f9 osservati di tutto l\u2019intero Sistema Solare.<\/p>\n Nel corso del tempo il monitoraggio della Grande Macchia Rossa ha rivelato netti cambiamenti: quella che \u00e8 emersa \u00e8 una seria e sensibile riduzione del suo diametro nel corso di questi ultimi 50 anni. Sembra che addirittura esso si sia ridotto quasi di 1000 km all’anno.<\/p>\n A questo va ad aggiungersi un mutamento anche nella sua forma, che da ovale<\/strong> sembra via via divenire tondeggiante<\/strong>.<\/p>\n La dimensione misurata da nord a sud, a ben vedere, \u00e8 mutata poco, mentre \u00e8 diminuita notevolmente la dimensione da est a ovest. Alla fine dell\u2019ottocento la Grande Macchia Rossa possedeva un diametro di circa 40 km<\/strong> e, dopo meno di 100 anni, esattamente come emerso dal passaggio nel 1979 di Voyager2, il diametro risult\u00f2 ridotto a circa la met\u00e0, per poi diminuire sensibilmente tra 1995 ed il 2009.<\/p>\n Le cose per\u00f2 erano destinate a variare ancor pi\u00f9, tanto che, nel 2012, la Grande Macchia inizio a ridursi <\/strong>almeno 10 volte in pi\u00f9 rispetto a quanto emerso dalle prime rilevazioni.<\/p>\n Ed eccoci oggi dinanzi dati sorprendenti, i valori pi\u00f9 piccoli mai misurati dagli astronomi: il diametro della Grande Macchia \u00e8 sceso a poco pi\u00f9 di 15 mila km.<\/p>\n La Grande Macchia Rossa di Giove non ha certamente bisogno di presentazioni perch\u00e9, anche i profani, sapranno certamente che questo grande pianeta \u00e8 costellato qua e l\u00e0 da macchie.<\/p>\n Quello che, probabilmente, a molti sar\u00e0 meno noto \u00e8 che queste macchie non sono certo da ricondurre o imputare ad una variazione del colore del suolo del grande pianeta in alcuni tratti, trattandosi piuttosto di vortici di pressione. Uno dei tanti fenomeni attivi dei quali Giove si fa teatro.<\/p>\n Il pianeta di Giove<\/strong> non \u00e8 affatto tranquillo come potrebbe pensarsi: instabilit\u00e0, vortici, fulmini, tempeste e, a completare l\u2019animato scenario, appunto gli anticicloni, gli enormi vortici che hanno l\u2019aspetto di grosse ed ovali macchie rosse, brune o bianche. Ma come siano gli studiosi e gli appassionati di astronomia addivenuti a questa conclusione non \u00e8 un mistero: \u00e8 infatti notorio che nell’emisfero nord i cicloni girano in senso antiorario, mentre le alte pressioni girano in senso orario.<\/p>\n Nell’emisfero sud accade esattamente il contrario quindi, poich\u00e9 la Grande Macchia Rossa si trova al di sotto dell’equator<\/strong>e di Giove<\/strong> e gira in senso antiorario, deve necessariamente trattarsi di un anticiclone.<\/p>\n La forza con la quale i venti all\u2019interno dell\u2019anticiclone si muovono e la vastit\u00e0 degli spazi da essi investiti sono di inimmaginabili proporzioni: basti solo pensare che la Grande Macchia potrebbe contenere al suo interno, in termini di dimensioni, ben due pianeti di grandezza pari a quella della Terra.<\/p>\n Quello a cui stiamo assistendo \u00e8 un fenomeno straordinario<\/strong>: mai avremmo immaginato di poter arrivare a scrutare in maniera cos\u00ec profonda i pi\u00f9 piccoli ed angusti spazi dei pianeti del nostro Sistema Solare. Si tratta di immagini che faranno storia e che consentiranno ai ricercatori di comprendere come i giganti che, insieme alla Terra, costellano l\u2019universo, cambiano nel tempo.<\/p>\n Ma per noi non \u00e8 solo questo: si tratta piuttosto di immagini capaci di lasciarci senza parole, increduli e disarmati, e dinanzi alle quali non ci resta che ammirare questi pianeti che, ben lontani dal nostro, iniziano ad apparirci sempre pi\u00f9 familiari.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Ed ora, proprio dallo spazio, arrivano a noi immagini straordinarie che hanno ad oggetto proprio questa “Grande Macchia”: essa starebbe mutando forma, andando a restringersi ed ad assumere una forma tondeggiante. Una scoperta straordinaria, che ci pone all\u2019avanguardia nell\u2019osservazione avanzata di tutti i dettagli inerenti i pianeti che fanno capo al nostro Sistema Solare. 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Caratteristiche originarie e caratteristiche attuali<\/strong><\/h2>\n
Ma cos\u2019\u00e8 esattamente questa Macchia Rossa?<\/strong><\/h2>\n