Le costellazioni<\/a> costituiscono la divisione della sfera celeste in ottantotto parti utilizzate generalmente per tracciare una mappatura delle stelle. Questa divisione in costellazioni del cielo \u00e8 sempre stata presente, fin dai tempi antichi, infatti il primo manoscritto circa questa suddivisone risale alla Mesopotamia.<\/p>\nNei tempi antichi secondo gli studi degli scienziati, le costellazioni erano circa 48. Si \u00e8 dunque studiato il cielo fin dai tempi pi\u00f9 antichi proprio per avere un punto di riferimento, come ad esempio per contare i giorni o i mesi. Tutt’oggi le costellazioni vengono osservate, fuori dall’ambiente scientifici, come riferimento nel mondo dell’astrolgia non solo nel mondo occidentale ma anche in alcune trib\u00f9 e popolazioni. Non solo, alcuni le consideravano al pari delle Dee e di alcune divinit\u00e0.<\/p>\n
\u00c8 importante sottolineare che, la suddivisione in costellazioni \u00e8 del tutto teorica. Infatti, nello spazio, le stelle di una stessa costellazione possono trovarsi anche a distanza notevoli o al contrario due stelle che sembrano lontane, nello spazio tridimensionale sono in realt\u00e0 pi\u00f9 vicine. Dunque non esistono studi scientifici che dimostrino con certezza che le suddivisioni, e quindi le costellazioni che ne derivano, siano effettivamente ci\u00f2 che si ipotizza teoricamente.<\/p>\n
Costellazione Microscopio, le caratteristiche<\/h2>\n
Questa costellazione \u00e8 una delle meno appariscenti ed \u00e8 situata al lato sud della costellazione del Capricorno.
\nEsse appartengono alla parte del Pesce Australe, ossia una delle costellazioni elencate da Tolomeo.
\nNon \u00e8 chiaro al mondo scientifico e agli astronomi che hanno studiato il caso, quale sia stata la motivazione che ha spinto l’abate e astronomo francese Nicolas Louis de La Caille, a cui deve il nome, di creare questa nuova costellazione. Infatti, questa \u00e8 nata da un taglio fatto appunto alla costellazione Pesce Australe alla quale sono state tolte un gruppo di stelle deboli e poco rilevanti nel panorama astrale. Infatti, queste genere di suddivisioni vengono eseguite per mettere in luce elementi particolarmente rilevanti della sfera celeste.
\nLa loro magnitudine \u00e8 intorno al 5 dunque non sono molto visibili. Infatti, le sue galassie non risultano essere particolarmente luminose e visibili.
\nPer vederle \u00e8 necessaria una notte molto cupa e buia. In realt\u00e0 questa costellazione introdotta da Nicolas Louis de Lacaille \u00e8 in parte invisibile, ma se ne conosce la forma poich\u00e9 in antichit\u00e0 questa costellazione era parte di un’altra chiamata Pesce Australe. La massima visuale di essa si ha dall’emisfero sud e nel periodo che va da Luglio a Settembre. Quando i punti di riferimento della sfera celeste erano 48 questa costellazione formava la parte della coda del Pesce australe.
\nTra le costellazioni confinanti \u00e8 possibile annoverare: la costellazione Gru, la costellazione Pesce Australe, la costellazione Capricorno, la costellazione Sagittario e la costellazione Indiano.<\/p>\n
Le stelle principali del Microscopio<\/h2>\n
In essa come in tutte le costellazioni, sono presenti tre tipi di stelle cio\u00e8 stelle principali, quelle doppie e quelle variabili. La pi\u00f9 luminosa tra le stelle principali prende il nome di Gamma ed \u00e8 una delle pi\u00f9 lontane dal sistema solare, infatti la distanza misura cento anni luce. La magnitudine \u00e8 vicina al 5 ed \u00e8 una stella gialla. Vicino a Gamma si trova Epsilo, essa ha pi\u00f9 o meno la stessa magnitudine e la stessa distanza dal pianeta Terra ma il colore della di questa stella \u00e8 bianco- azzurro. Apha e Teta sono le stelle meno luminose. Di questa costellazione fa anche parte Lacaille 8760 , una stella luminosa molto vicina alla Terra con una poca decina di anni luce di distanza. Sia le stelle doppie che quelle variabili sono visibili con strumenti amatoriali come telescopi ma non sono visibili ad occhio nudo.
\nLe stelle doppie, ossia HD 200011 e HD 200026 sono le pi\u00f9 visibili della costellazione utilizzando strumenti semplici come un telescopio. Esse sono di colore giallo e arancione e la loro magnitudine oscilla tra il 6,6 e il 6,9.
\nInfine, tra le stelle variabili, ossia quelle che variano di luminosit\u00e0, vi sono le Mireidi (stelle pulsanti di colore rosso), la U Microscopii (la pi\u00f9 brillante, di magnitudine che oscilla tra 7 e 14) e la S Microscopii la cui magnitudine \u00e8 di circa 7,8.<\/p>\n
Mitologia della costellazione Microscopio<\/h2>\n
Questa costellazione non ha un particolare mito a cui fare riferimento n\u00e8 una storia poich\u00e9 \u00e8 una delle costellazioni di ultima generazione e quindi prive di storia. Essa per\u00f2 prima che ci fosse la nuova divisione in 88 costellazioni era una parte della costellazione del Pesce Australe, nello specifico ne costituiva la coda. I miti riguardano sopratutto le costellazioni pi\u00f9 vecchie in quanto c’era la credenza nell’antichit\u00e0 che qualora si volesse tramutare un umano in immortale si trasformava in costellazione. Oppure le costellazioni hanno preso molti nomi mitologici a cui si rifanno magari per la loro forma come ad esempio, quella del Centauro. In epoca moderna invece il filone che si segue per assegnare i nomi alle costellazioni \u00e8 quello della sapienza scientifica tecnologica. Un esempio \u00e8 proprio la costellazione del Microscopio ma si potrebbe citare anche la costellazione dell’Orologio. Esse affascinano sin dalla notte dei tempi poich\u00e9 le stelle rappresentano da sempre i punti di rifermento pi\u00f9 attendibili ma allo stesso tempo la vastit\u00e0 del cielo la quale stimola la fantasia e la voglia di conoscere l’ignoto e l’infinito.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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