{"id":46025,"date":"2018-04-30T10:14:52","date_gmt":"2018-04-30T08:14:52","guid":{"rendered":"https:\/\/osr.org\/?p=46025\/"},"modified":"2024-08-05T12:07:57","modified_gmt":"2024-08-05T10:07:57","slug":"costellazione-leone-minore-stelle-principali-e-mitologia","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/osr.org\/it\/blog\/astronomia\/costellazioni\/costellazione-leone-minore-stelle-principali-e-mitologia\/","title":{"rendered":"Costellazione Leone Minore, stelle principali e mitologia"},"content":{"rendered":"
Trattandosi di una costellazione di non estese dimensioni, le sue stelle principali sono relativamente poco luminose. Tra esse occorre menzionare:
\n– 46 LMi (Praecipua), il cui nome significa, appunto, Principale, in considerazione del fatto che si tratta della stella pi\u00f9 luminosa della costellazione. Si tratta di una stella subgigante, situata a una distanza di 98 anni luce dalla Terra. Manca una designazione operata dal Bayer (nel senso che, a differenza di altre costellazioni, non si \u00e8 proceduto ad identificare una stella Alpha), il che fa s\u00ec che il Leone Minore sia l’unica costellazione dotata di una stella pi\u00f9 brillante priva di denominazione.
\n– \u03b2 LMi, stella gigante binaria, le cui componenti orbitano tra loro con un ciclo di 37 anni. Curiosamente, a differenza della 46 LMi, questa stella \u00e8 dotata di una denominazione, sebbene non sia la stella pi\u00f9 brillante del Leone Minore. Si tratta dell’unico sistema binario alla portata di strumenti di osservazione di uso comune.<\/p>\n
La costellazione del Leone Minore \u00e8 dotata di alcune stelle variabili, alcune osservabili anche con un semplice binocolo: tra esse la pi\u00f9 nota \u00e8 la R Leonis Minoris, una Mireide gassosa; la RX Leonis Minoris, invece, \u00e8 una variabile semiregolare, le cui oscillazioni possono essere visibili anche ad occhio nudo, dal momento che la sua luminosit\u00e0 massima \u00e8 di 5,1 (mentre nella fase minima risulta appena percepibile).
\nLa costellazione comprende anche alcuni oggetti del profondo cielo, la cui osservazione per\u00f2 richiede strumenti amatoriali di una certa consistenza; tuttavia, l’assenza di polveri galattiche all’interno della costellazione rende possibile anche l’osservazione di numerose galassie:
\n– Tra le pi\u00f9 brillanti si pu\u00f2 menzionare la NGC 3344, che appare come una macchia nebbiosa;
\n– Tra gli altri oggetti degni di nota c’\u00e8 il cosiddetto Hanny’s Voorwerp: scoperto nel 2007 sembra trattarsi dei residui di una nube di accrescimento che avvolgeva un quasar (nucleo galattico estremamente luminoso).<\/p>\n
La costellazione del Leone Minore venne introdotta nel 1690 dall’astronomo polacco Johanness Hevelius, insieme ad altre costellazioni minori, al fine di fornire una classificazione a gruppi di stelle non dotate di alcun raggruppamento. Tuttavia, a differenza di numerose altre costellazioni introdotte dall’Hevelius, il Leone Minore \u00e8 stata riconosciuta nel moderno catalogo di costellazioni, inserendosi al 64\u00b0 posto tra quelle di maggior estensione, precedendo addirittura rivali molto pi\u00f9 famose come il Delfino, il Cane Minore e la Corona Boreale. Essendo, quindi, una costellazione di recente scoperta, non \u00e8 associata ad alcun evento mitologico particolare.
\nTuttavia, il suo nome \u00e8 legato indissolubilmente a quello della vicina e maggiore costellazione del Leone: infatti, l’introduzione del Leoncino \u00e8 stata finalizzata, appunto, al fine di dare un cucciolo al Leone Maggiore.
\nIn questa zona di cielo, gli antichi Egizi raffiguravano il Cancro: infatti, lo zodiaco presente nel tempio di Hathor di Dendera (la moderna Iunet, in Egitto), raffigurava questa costellazione<\/u>, in un bassorilievo in arenaria (che attualmente \u00e8 custodito al museo del Louvre), come facente parte di quella del Cancro. Tuttavia, secondo lo studioso R.H. Allen, per una diversa tradizione presente in Egitto, queste stelle, insieme alle altre che rappresentano attualmente le zampe dell’Orsa Maggiore (sita a poca distanza), venivano conosciute dagli antichi egizi come uno Scarabeo (insetto stercorario diffuso lungo il corso del Nilo), disegnato con la zampe anteriori distese.<\/p>\nCaratteristiche e osservazione<\/h2>\n
La povert\u00e0 di stelle brillanti rende difficile l’identificazione del Leone Minore. Come detto, curiosamente questa costellazione non possiede una stella Alfa, sebbene la moderna catalogazione preveda una stella Beta. Ci\u00f2 sembra essere accaduto a causa di una svista di Francis Baily, astronomo inglese attivo nel XIX secolo: dal momento che Hevelius non assegn\u00f2 alcuna denominazione alle stelle delle costellazioni da lui scoperte e catalogate, questa operazione venne compiuta, appunto dal Baily, oltre un secolo pi\u00f9 tardi; questo studioso, tuttavia, assegn\u00f2 la lettera Beta alla seconda stella per brillantezza del Leone Minore, senza nominare anche la pi\u00f9 brillante. Un nome per questa, per\u00f2, sembra essere stato dato, curiosamente, dall’Hevelius (come eccezione rispetto alla sua noncuranza per questo aspetto), che secondo lo storico R. H. Allen, l’avrebbe nominata, appunto, Praecipua, ossia Stella Principale.<\/p>\n
La costellazione raffigura un cucciolo di felino che sta accovacciato rispetto al grandioso genitore (il Leone Maggiore). Tuttavia, le stelle pi\u00f9 luminose, quelle che appaiono facilmente ad occhio nudo, rendono difficile anche scorgere la figura del leoncino, dal momento che si tratta di tre astri disposti in verticale.
\nEbbene, questi tre corpi celesti costituiscono il dorso del Leoncino. Per procedere alla loro individuazione si pu\u00f2 muovere a partire dalle zampe posteriori dell’Orsa Maggiore (le coppie Lambda-Mi e Ni-Csi), guardando verso sud; il Leone Minore, inoltre, si trova letteralmente sopra il dorso del Leone: pi\u00f9 precisamente la costellazione del Leoncino si trova a met\u00e0 strada tra la cd. Falce del Leone (che ne identifica, appunto, la schiena) e le zampe posteriori dell’Orsa Maggiore.<\/p>\n
Il periodo mgliore per procedere all’osservazione notturna risiede tra i mesi di gennaio e giugno, cos\u00ec come avviene per il vicino Leone. La costellazione attraversa il meridiano verso la fine dell’inverno, tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo. Si tratta di una costellazione boreale, il che comporta che l’osservatore situato a nord dell’equatore \u00e8 molto avvantaggiato nell’osservazione: tuttavia, non essendo una costellazione molto settentrionale, essa pu\u00f2 essere vista, anche se con alcune difficolt\u00e0, anche nella fascia temperata australe.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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