{"id":13949,"date":"2016-03-08T11:00:42","date_gmt":"2016-03-08T09:00:42","guid":{"rendered":"https:\/\/osr.org\/it\/?p=13949"},"modified":"2024-07-10T11:45:15","modified_gmt":"2024-07-10T09:45:15","slug":"conoscere-i-pianeti-alla-scoperta-di-mercurio","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/osr.org\/it\/blog\/astronomia\/conoscere-i-pianeti-alla-scoperta-di-mercurio\/","title":{"rendered":"Conoscere i pianeti: alla scoperta di Mercurio"},"content":{"rendered":"
Gli astronomi <\/strong>(vedi articolo)<\/a> sembrano concordare sul fatto che il pianeta sia ormai inattivo da miliardi di anni, visto che la superficie risulta piena zeppa di crateri.<\/p>\n Il nome del pianeta \u00e8 da far risalire ai tempi della mitologia greca, infatti Mercurio<\/strong> era il messaggero degli dei, probabilmente per la sua rapida mobilit\u00e0 nel muoversi tra i cieli. Per i romani, invece, Mercurio era il dio ed il protettore degli scambi commerciali, nonch\u00e8 il guardiano dei ladri.<\/p>\n Stiamo parlando del pianeta pi\u00f9 vicino al Sole ed anche per gli stessi telescopi non \u00e8 facile poterlo osservare. La sua magnitudine <\/strong>(vedi articolo)<\/a> \u00e8 di valore variabile oscillando tra i -0,4 ed il +5,5, a seconda della sua posizione rispetto alla nostra stella. In pieno giorno, ovviamente, la luce del Sole impedisce qualsiasi tipo di osservazione; per questo motivo \u00e8 preferibile localizzarlo ed osservarlo, se si riesce, verso le ore del tramonto guardando a ovest o poco prima dell’alba in direzione del sorgere del Sole.<\/p>\n Il moto di rivoluzione di Mercurio \u00e8 precisamente di 88 giorni terrestri e tutto questo rende l’osservazione possibile solo per pochi giorni consecutivi, dopo dei quali il pianeta si nasconde dalla Terra.<\/p>\n Come capita molto spesso di scrivere, le prime osservazioni in generale sono sempre da attribuire ai popoli dei sumeri, degli assiri o dei babilonesi. Proprio gli assiri, nel XIV secolo a.c.<\/strong> elencavano il nome di Mercurio, trascritto come “Udu” in caratteri cuneiformi, in alcune tavole di astronomia.<\/p>\n I babilonesi<\/strong> lasciarono traccia di loro durante il I secolo a.c.<\/strong> e solevano denominare Mercurio col nome di Nabu, ossia “dio della saggezza e della scrittura” secondo la loro mitologia. I pi\u00f9 recenti Egizi e Greci assegnarono al pianeta blu due nomi, a seconda della parte del giorno. Gli egizi conoscevano Mercurio con il nome di Seth, un dio cattivo che veniva sconfitto simbolicamente dalle prime luci del giorno; ed Horus che invece era un dio buono associato alla figura del faraone e dello Stato.<\/p>\n Per i greci<\/strong> le fonti risalgono al periodo di Esiodo (VII secolo a.c.),<\/strong> che parla di Stilbon, ossia stella del mattino e di Hermaon, come stella della sera, facendo riferimento sempre a Mercurio. Questi nomi vennero in seguito sostituiti dall’utilizzo di Apollo ed Hermes. Per i romani il pianeta si chiamava per l’appunto Mercurio, ossia il messaggero degli dei dalle rapide movenze; probabilmete, questo nome venne suggerito dai moti rapidi del pianeta nel cielo.<\/p>\n Tolomeo<\/strong> nel secondo secolo a.c. descrisse della possibilit\u00e0 dei transiti del pianeta dinanzi al Sole. Un fenomeno che fino ad allora si era manifestato molto raramente, sia per l’alta improbabilit\u00e0 dell’evento che per le dimensioni ridotte del pianeta.<\/p>\n In Cina, il pianeta era conosciuto col nome di “Stella delle Ore”, oltre ad essere associato agli elementi del Wu Xing,<\/strong> ossia alle forze costituenti del pianeta. In particolare Mercurio rappresentava l’elemento dell’acqua,<\/strong> cos\u00ec come ancora risulta nelle moderne culture orientali.<\/p>\n Presso gli indiani<\/strong> Mercurio era identificato come il Dio Budha, che rappresentava a sua volta il mercoled\u00ec. Nella cultura sassone<\/strong> e del Nord Europa, Mercurio veniva associato al dio Odino,<\/strong><\/a> conosciuto come Woden in lingua germanica. Mentre il popolo dei Maya<\/strong> identificava il pianeta con due coppie di gufi, probabilmente perch\u00e8 si credeva facesse da intermediario con il mondo dell’oltretomba.<\/p>\n Gi\u00e0 nella primissima astronomia, negli albori di questa scienza, ed in particolar modo in quella islamica, un astronomo andaluso<\/strong> di nome Al-Zarqali,<\/strong> cerc\u00f2 di calcolare l’orbita geometrica del pianeta che appariva, secondo i suoi studi, di forma ovale. Qualche tempo dopo i suoi studi vennero seguiti da Ibn Bajja,<\/strong> un altro astronomo andaluso, che osserv\u00f2, nel corso delle sue osservazioni, l’apparizione di due macchie scure lungo la massa solare.<\/p>\n Un successore di Bajja, tale Qotb Al Din Shirazi,<\/strong> suppose che lo stesso Bajja potesse aver osservato il passaggio di Mercurio e Venere davanti alla nostra stella. Va precisato, tuttavia, che queste osservazioni di molti secoli addietro vennero pi\u00f9 volte reinterpretate da pi\u00f9 persone e la maggior parte fu d’accordo si trattasse di macchie solari.<\/p>\n Galileo Galilei<\/strong> si occup\u00f2 di Mercurio a partire dal XVII, <\/strong>sebbene l’attrezzatura sulla quale poteva contare l’astronomo toscano non gli consentiva di cogliere le fasi del pianeta blu, che vennero invece analizzate e scoperte da Giovan Battista Zupi,<\/strong> grazie al quale si seppe definitivamente che Mercurio orbitava intorno al Sole.<\/p>\n Dopo il lavoro svolto da vari astronomi nel corso dei secoli, si \u00e8 giunti poi alle osservazioni moderne. Ci si \u00e8 resi conto ben presto che dalla Terra, Mercurio continuava a nasconderci i suoi misteri. Per questo motivo, si \u00e8 avviato il progetto della prima sonda spaziale, Mariner 10.<\/strong> Ulteriori progressi tecnologici hanno permesso di migliorare anche la stessa osservazione via Terra, grazie all’utilizzo di tecniche come il lucky imaging,<\/a><\/strong> una tipologia di tecnica astrofotografica.<\/p>\n \u00c8 un fenomeno molto raro quello dell’occultazione<\/strong> tra Mercurio e Venere, un evento che avviene una volta ogni pochi secoli e si \u00e8 calcolato che la prossima sar\u00e0 datata 3 dicembre 2133.<\/p>\n L’orbita di Mercurio appare fondamentalmente di tipo ellittico.<\/strong> Il pianeta si trova a una distanza variabile dal Sole che oscilla tra i 46 milioni <\/strong>ed i 69 milioni di chilometri.<\/strong> L’orbita del pianeta \u00e8 influenzata dalle variazioni di altri pianeti, con un periodo siderale pari a ottantotto giorni ed uno sinodico di quasi centosedici giorni.<\/p>\n Per quanto riguarda la struttura interna di Mercurio, possiamo affermare che risulti molto simile a quella del nostro pianeta. Tuttavia, le regioni interne non risultano compresse, come accade per la Terra, ma con un’alta densit\u00e0<\/strong> Mercurio dovrebbe possedere un nucleo abbastanza grande e molto ricco di elementi ferrosi.<\/p>\n Questo nucleo ferroso<\/strong> \u00e8 superiore, come densit\u00e0, a qualsiasi altro nucleo dei pianeti del sistema solare e molti studiosi hanno cercato una spiegazione a questa curiosa caratteristica. Un’ipotesi vorrebbe che Mercurio fosse stato come formazione molto simile alle meteoriti condriti,<\/strong> ossia quei corpi celesti di elementi rocciosi indifferenziati, e che presentasse, in passato, una massa per lo meno di due volte e mezzo quella attuale.<\/p>\n Si pensa che durante la formazione dell’intero sistema solare, Mercurio sia stato colpito da un planetesimo<\/a><\/strong> sei volte pi\u00f9 piccolo e con un diametro di diversi chilometri. Questo corpo roccioso avrebbe scrostato gran parte del mantello che copriva la crosta, lasciando il nucleo come caratteristica preponderante della struttura interna.<\/p>\n L’aria di Mercurio e dunque la sua atmosfera non \u00e8 come quella della sfera terrestre. Gli elementi principali che la compongono sono il potassio<\/strong> (oltre il 30%), il sodio<\/strong> (24,9%) ed in misura molto minore l’ossigeno<\/strong> (9,5%), l’argon<\/strong> (7%), l‘elio<\/strong> (5,9%), l‘azoto<\/strong> (5,2%) e al di sotto del 4% anidride carbonica, acqua ed idrogeno.<\/p>\n Mercurio ha una rotazione molto lenta e non possiede una distribuzione omogenea del calore. Tutto questo espone il pianeta a forti fenomeni di escursione termica<\/strong> che risulta essere la pi\u00f9 alta, al momento, tra tutti i pianeti del sistema solare.<\/p>\n Essendo un pianeta tra i pi\u00f9 vecchi, vari riferimenti a Mercurio compaiono gi\u00e0 in molte opere famose, come nella Divina Commedia<\/strong> di Dante, dove il Secondo Cielo viene definito Cielo di Mercurio,<\/strong> dove avevano sede gli arcangeli e le anime che si dettero da fare per raggiungere la gloria terrena.<\/p>\n Frequenti sono le citazioni del pianeta anche in altre opere fantascientifiche come l’opera di Bernard de Bovier<\/strong> de Fontenelle,<\/strong> che scrisse l’opera “Entretiens sur la Pluralit\u00e9”<\/strong> dove si parlava della presenza di mondi alieni su pianeti come Venere, Saturno e Mercurio per l’appunto.<\/p>\nMercurio tra i popoli: storia delle osservazioni<\/h2>\n
Dettagli orbitali, struttura interna e atmosfera del pianeta azzurro<\/h2>\n
Mercurio nella letteratura di fantascienza<\/h2>\n